Osservando in silenzio e partecipando lontano dai clamori.
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venerdì 2 febbraio 2018
2018 - Presentazione al tempio
il mondo che «insegue i piaceri e le voglie dell’io»
il «misticismo isolato» e il «sentimentalismo devoto»
la «paralisi della normalità»e «lasterile retorica dei “bei tempi passati”»
fare «memoria» dell’incontro con il Signore, perché da quell’incontro «è nato il cammino di consacrazione»
con gli anziani i giovani trovano «le radici del popolo» e «le radici della fede»
non si può rinnovare l’incontro col Signore senza l’altro: mai lasciare indietro, mai fare scarti generazionali
non c’è avvenire senza questo incontro tra anziani e giovani; non c’è crescita senza radici e non c’è fioritura senza germogli nuovi
frenesia del vivere che «induce a chiudere tante porte all’incontro», spesso per paura, mentre rimangono «sempre aperte le porte dei centri commerciali e le connessioni di rete»
«Non accada di guardare lo schermo del cellulare più degli occhi del fratello, o di fissarci sui nostri programmi più che nel Signore. Perché quando si mettono al centro i progetti, le tecniche e le strutture, la vita consacrata smette di attrarre e non comunica più; non fiorisce perché dimentica “quello che ha di sotterrato”, cioè le radici».
«la vita consacrata libera l’affetto da ogni possesso
la vita consacrata sceglie l’obbedienza umile come libertà più grande»
avere il Signore «tra le mani» è infatti «l’antidoto al misticismo isolato e all’attivismo sfrenato»
«l’incontro reale con Gesù raddrizza sia i sentimentalisti devoti che i faccendieri frenetici»
«farsi risucchiare in una vita asfittica, dove le lamentele, l’amarezza e le inevitabili delusioni hanno la meglio»
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