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Determinismo
e Libero Arbitrio:
In fisica il determinismo meccanicistico è il principio secondo il quale,
in base alla formulazione matematica della meccanica classica, l'evoluzione
temporale di un sistema è completamente determinata quando si conoscano a un dato
istante t1 posizioni e velocità di tutti i suoi
punti. In tal modo, per effetto di una causa nota è sempre possibile conoscere posizione
e velocità di tutti quei punti anche in ogni istante t2
successivo; cosa che può essere estesa a tutti gli istanti che seguono nel
tempo. In definitiva il determinismo indica quella concezione per cui in natura
nulla avviene per caso, invece tutto accade secondo rapporti di causa effetto e
quindi per necessità.
Si può così affermare che il determinismo è una concezione filosofica (filosofia
della scienza) a carattere accentuatamente meccanicistico, secondo la quale
ogni fenomeno o evento del presente è necessariamente determinato da un
fenomeno o evento accaduto nel passato.
Immediatamente, intorno al concetto di determinismo è sorto un dibattito che
vede opposto il concetto di libertà; opposizione secondo cui in un mondo
strettamente causale, ossia determinato da una sequenza di cause-effetti, non
vi può essere spazio per il libero arbitrio.
Uno dei primi scienziati ed epistemologi moderni ad occuparsi, suscitare ed
alimentare questo dibattito è stato Karl Max Planck (1858-1947), fondatore
della moderna fisica quantistica. Egli è stato fra i primi a porsi il problema
del rapporto tra la fisica classica e la nuova fisica quantistica.
“Sulla delicata questione del determinismo egli afferma che se
dall’esterno il mondo appare come legato da un rapporto di causa, da un punto
di vista interno, soggettivo, la volontà appare libera. Quindi c’è il
determinismo per il passato e la libertà per il futuro” (M. Planck, La
conoscenza del mondo fisico, trad. di E. Persico e A. Gamba, Boringhieri,
Torino, 1964, pagg. 326-327). Al riguardo vedasi ad es. il seguente link:
http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaP/PLANCK_%20CAUSALITA%20E%20LIBERTA.htm
che evidenzia anche il seguente estratto:
“Secondo il risultato delle nostre ricerche, l'opposizione fra una
rigorosa causalità e il libero arbitrio è soltanto una difficoltà apparente che
si basa sulla formulazione del problema. Quindi la risposta alla domanda se la
volontà sia legata o no alla causalità, suona in modo diverso secondo il punto
di partenza che si è scelto per la considerazione. Da un punto di vista
esterno, oggettivo, la volontà è legata causalmente; da un punto di vista
interno, soggettivo, la volontà è libera. In altre parole: una volontà esterna
è legata causalmente, e ogni azione volontaria di un altro uomo si può – almeno
in linea di principio, e quando si abbia una conoscenza sufficientemente
precisa delle condizioni iniziali – determinare come conseguenza necessaria in
tutte le sue particolarità per mezzo della legge di causalità. Quanto questo
programma possa essere portato avanti, è soltanto una questione di intelligenza
dell'osservatore. Al contrario, la propria volontà è comprensibile causalmente
soltanto per le azioni passate, ma è libera per quanto riguarda le azioni
future. È impossibile dedurre il comportamento futuro razionalmente dalle
circostanze presenti e dagli influssi dell'ambiente, anche da parte di una
intelligenza superiore [...].
Le nostre considerazioni ci hanno condotto ad affermare che la trattazione
causale vien meno proprio nel punto in cui sarebbe più importante per la nostra
vita. Nessuna scienza, nessuna autoconoscenza ci spiega come dobbiamo
comportarci in una data situazione. Qui noi abbiamo bisogno di un'altra guida,
di una guida che non si basi sulla nostra intelligenza, ma che agisca direttamente
sulla nostra volontà, facendoci vedere in ogni situazione la direzione da
seguire per le nostre azioni. Qui, a colmare il vuoto lasciato dalla scienza,
si presenta come completamento necessario l'etica. Essa aggiunge al “sei
costretto” causale il “devi” morale; essa pone accanto alla pura conoscenza il
giudizio, che è estraneo a ogni considerazione scientifica causale.” (Novecento filosofico e scientifico, a cura di
A. Negri, Marzorati, Milano, 1991, vol. IV, pagg. 851-852)
Alla ricerca di come poter mettere d’accordo la coscienza viva della nostra
libertà, che ci rende pienamente responsabili delle nostre azioni, con la
convinzione della necessità causale di tutti gli avvenimenti, Planck riflette
sull’eterna tensione che si crea fra determinismo e libero arbitrio in due
saggi. Questi saggi sono stati peraltro raccolti e presentati di recente dal francescano
Paolo Benanti in un unico volume intitolato Libero Arbitrio (vedi http://www.castelvecchieditore.com/prodotto/libero-arbitrio/). Il primo di detti saggi, Legge di causalità e
libero arbitrio, è il testo di un discorso pronunciato all’Accademia prussiana
delle scienze il 17 febbraio 1923; il secondo, Sulla natura del libero
arbitrio, è una prolusione tenuta nella sede di Lipsia della Società filosofica
tedesca il 27 novembre 1936. Come sottolinea Benanti, emerge da queste pagine
non solo il fisico che cerca di spiegare i fenomeni della natura, ma anche
l’epistemologo e il filosofo che scandaglia gli abissi dell’animo umano, in un
mondo ormai privo di certezze.
Un più ampio completamento e aggiornato scorcio su questi temi dibattuti secondo tendenze contemporanee è reperibile
in rete nella tesi di dottorato: “Il dibattito sul libero arbitrio nell’ambito
della filosofia analitica contemporanea” al seguente link : http://dspace.unive.it/bitstream/handle/10579/6540/955903-1165730.pdf?sequence=2 . Da essa si trae la sequente citazione:
".....Popper (1972: 222)..... dice che «il determinismo fisico … è un incubo perché asserisce che il mondo intero, con tutto ciò che contiene, è un enorme meccanismo e che noi nulla siamo se non piccoli ingranaggi o, al massimo, piccoli sotto–meccanismi». La volontà, secondo questo punto di vista, deve in qualche modo sfuggire alla catena causale."
".....Popper (1972: 222)..... dice che «il determinismo fisico … è un incubo perché asserisce che il mondo intero, con tutto ciò che contiene, è un enorme meccanismo e che noi nulla siamo se non piccoli ingranaggi o, al massimo, piccoli sotto–meccanismi». La volontà, secondo questo punto di vista, deve in qualche modo sfuggire alla catena causale."
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Il
Superdeterminismo ripensato
Un recentissimo paper scientifico dal titolo Rethinking Superdeterminism,
disponibile al link seguente https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fphy.2020.00139/full
e la traduzione dell’Abstract, che ne riassume i contenuti, è la seguente:
“La meccanica quantistica ha infastidito i fisici sin dalla sua
concezione più di 100 anni fa. Mentre alcuni dei dubbi, come per esempio il non
essere intuitiva, sono puramente estetici, la meccanica quantistica ha un grave
difetto: manca di una descrizione fisica
del processo di misurazione. Questo "problema di misurazione" indica
che la meccanica quantistica è almeno una teoria incompleta - buona per quanto
va, ma manca un pezzo - o, più radicalmente, ha bisogno di una revisione
completa. Qui descriviamo un approccio che può fornire questo completamento o
sostituzione ricercati: il Superdeterminismo. Una teoria superdeterministica è
una teoria che viola il presupposto dell'indipendenza statistica (ossia, che le
distribuzioni di variabili nascoste sono indipendenti dalle impostazioni di
misurazione). L'intuizione suggerisce che l'indipendenza statistica è un
ingrediente essenziale di qualsiasi teoria della scienza (non importa la
fisica), e per questo motivo il superdeterminismo viene in genere scartato
rapidamente in qualsiasi discussione sui fondamenti quantistici. Lo scopo di
questo articolo è spiegare perché le obiezioni esistenti al superdeterminismo
si basano sull'esperienza con la fisica classica e i sistemi lineari, ma che
questa esperienza ci inganna. Il superdeterminismo è un approccio promettente
non solo per risolvere il problema di misurazione, ma anche per comprendere
l'apparente non località della fisica quantistica. Soprattutto, discuteremo di
come sia possibile testare questa ipotesi in un modo (quasi) indipendente dal
modello.”
Questa proposta sembra destinata a riaccendere ed approfondire non solo il (vero
o apparente) dibattito mai sopito intorno alla vecchia opposizione tra
determinismo e libero arbitrio, ma anche intorno a fondamenti della fisica teorica
e sperimentale. In una qualsiasi situazione sperimentale l’insieme costituito
dall’apparato di osservazione più osservatore è riconosciuto come portatore di variabili indipendenti, ossia dotato di libera scelta.
Ma vediamo cosa si rileva
al riguardo nel paper proposto in alcuni dei suoi punti :
“Il superdeterminismo è spesso riconosciuto come una scappatoia
sperimentalmente non chiusa (vedi ad esempio [2]) con la quale si può spiegare
in modo deterministico le violazioni osservate della disuguaglianza di Bell.
Tuttavia, per una serie di ragioni, molti fisici pensano che il
superdeterminismo sia un no-starter (n.d.a.nessuna possibilità di essere efficace). Per esempio, sostengono
che il superdeterminismo trasformerebbe gli sperimentatori in zombi senza
cervello, incapaci di configurare liberamente i loro apparati sperimentali. Un
argomento simile afferma che il superdeterminismo implica l'esistenza di
cospirazioni non plausibili tra quelli che altrimenti verrebbero considerati
processi indipendenti. In alternativa, sembrerebbe portare a cause che si
propagano all'indietro nel tempo. Soprattutto, si sostiene, il
superdeterminismo minerebbe fatalmente la nozione di scienza come obiettivo
perseguito. In breve, il superdeterminismo è ampiamente considerato morto tra i
flutti.
…………
La caratteristica più distintiva delle teorie superdeterministiche è che
violano l'indipendenza statistica.
.........
Pertanto, non dovremmo interpretare l'indipendenza statistica come
un'affermazione sulle proprietà del mondo reale, ma capirla come un'ipotesi
matematica del modello con cui abbiamo a che fare.
........
In sintesi, l'indipendenza statistica non è qualcosa che può essere testato
direttamente dall'osservazione o dall'esperimento perché attinge implicitamente
situazioni controfattuali, possibilità matematiche che non osserviamo e che, a
seconda del modello o della teoria, possono o meno esistere.
………..
Il presupposto dell'indipendenza statistica è spesso definito come
"scelta libera", poiché può essere interpretato nel senso che lo
sperimentatore è libero di scegliere l'impostazione di misurazione
indipendentemente dal valore delle variabili nascoste. Ciò ha avuto l'effetto
di antropomorfizzare quella che è semplicemente un'ipotesi matematica di
un'ipotesi scientifica. Diamo quindi un'occhiata alla relazione tra
l'indipendenza statistica e i processi fisici che sono alla base della libera
scelta o della libera volontà in generale.”
………….
Chiaramente, le leggi della natura sono un vincolo che può impedirci di
fare ciò che vogliamo fare. Per avere il libero arbitrio, quindi, è necessario
usare la nozione compatibilista del libero arbitrio, anche se si considera
fondamentale la meccanica quantistica nella sua forma attuale. Il libero
arbitrio è quindi solo un riflesso del fatto che nessuno può dire in anticipo
quali decisioni prenderemo.”
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Rilievi
conclusivi su le “Prime Impressioni”
Si tratta di un argomento complesso che andrebbe studiato a fondo anche
negli aspetti matematici proposti, ma una serie di “Prime Impressioni” si
possono trarre.
Con il Superdeterminismo sembra quasi che la Scienza sia costretta in un
angolo. Da un lato, se accetta il Superdeterminismo, non solo riaccende la
polemica sul Libero Arbitrio, ma rischia di esporre se stessa – per come è oggi
conosciuta, nel bene e nel male – a incertezze e polemiche ad ogni pié sospinto, perdendo credibilità e coerenza. Dall’altro lato, se il
Superdeterminismo è negato la Scienza è costretta a far crollare gli ultimi dubbi sulla retrocausalità
. Ciò implica dover ammettere che l’universo è causalmente determinato dal futuro,
piuttosto che dal passato (ossia "Teorie del Punto Omega" > J.F.Tipler/P.T.de Chardin).