mercoledì 18 dicembre 2019

PAUL KRUGMAN "AS USUAL": Le politiche "sbagliate" devono essere oggetto di scuse verso i cittadini?

Il Prof. Paul Krugman, premio Nobel per l'Economia e saggista, non ha mai nascosto le sue idee in merito alla Crisi Greca, ma in questo periodo natalizio 2019 con una serie di tweet torna a sottolineare ancora una volta il suo pensiero al riguardo, prendendo spunto dalla presunta analogia tra il debito USA e il debito Greco. Di seguito si riporta la traduzione in italiano dei suoi diversi tweet (numerati) ed i grafici che egli fornisce a sostegno del suo pensiero:

<< È la stagione di rassegna per i pezzi del decennio . Una cosa che non ho visto notare dalla gente, tuttavia, è che siamo al decimo anniversario della crisi del debito greco, che è stata ampiamente trattata come un presagio di crisi fiscale ovunque 1 /
In realtà non era una cosa del genere. Paesi come gli Stati Uniti e il Regno Unito che prendono in prestito nella propria valuta non hanno mai avuto problemi. Ecco la Grecia (blu) v US (rosso) 2 /


In effetti, anche i paesi dell'euro hanno visto sciogliere le loro crisi del debito non appena Mario Draghi ha detto tre parole - "whatever it takes" - e il panico della liquidità si è concluso. Ecco il confronto Spagna-Germania 3 /




Ma l'analogia con la Grecia ha arrecato enormi danni, contribuendo a giustificare politiche di austerità che sono costate milioni di posti di lavoro e hanno notevolmente ritardato la ripresa. Senza quell'enorme errore politico, probabilmente non avremmo Trump e la Gran Bretagna non lascerebbe l'UE. 4 /
Quindi sono contento di aver visto grandi scuse per aver abusato della crisi greca da ... in realtà, non riesco a pensare a nessuno che abbia sbagliato che abbia ammesso l'errore o accettato alcuna responsabilità per le politiche distruttive 5 />>

Commento

Ci si chiede se a 10 anni di distanza da quell'evento sia possibile fare un bilancio razionale che non sia imputabile come strumentalizzazione di parte?
Per es. anche Schultz in una sua visita in Grecia, come Presidente del Parlamento UE, ebbe parole di scuse per le politiche di austerità, ma stranamente sui giornali italiani quegli articoli che ne parlavano sul web sono oggi introvabili e solo Schultz stesso può dire se quelle parole di scuse furono veramente pronunciate oppure no!
Il punto vero, però, non è tanto se politiche economiche "sbagliate" che hanno prodotto danno devono essere oggetto di scuse verso i cittadini, cosa che non sarebbe male da parte di governanti responsabili in una democrazia rappresentativa, quanto piuttosto se esse debbano e possano essere riconosciute come "errori" veri e propri al fine di intraprendere politiche diverse e correre ai ripari.
Se ciò non viene fatto vi può essere solo incapacità, aberrazione ideologica oppure interesse di parte. Per la verità, però, esiste anche una ulteriore possibilità, sebbene per qualcuno è annoverabile solo nella "fantapolitica". Vista la decrescita che il Rapporto EEB 2019 (Environmental European Bureau) invoca a causa della incompatibilità tra sviluppo e sostenibilità, non si può fare a meno di notare che un regime di austerità è esattamente ciò che ci vuole in un contesto di decrescita funzionale ad una "emergenza ambientale", peraltro già conclamata. Ma, se così fosse, un tale tipo di politica - in un regime a democrazia rappresentativa - non può essere operata in modo "occulto", ossia senza che i cittadini ed i Parlamenti Nazionali non ne siano minimamente informati e messi al corrente; se non altro al fine di garantire che tale politica venga generalizzata in base a criteri di equità condivisi ed accettati, forse tutti da individuare e decidere. A meno che tali criteri non siano stati già individuati, discussi ed approvati, senza però che coloro che ne devono sopportare il "peso" ne siano stato edotti. Cosa che  fatti recenti su ben altro fronte (per es. MES) hanno fatto balenare, almeno come "mera possibilità" (non solo potenziale) nel seguire simili comportamenti.

sabato 14 dicembre 2019

La missione Parker verso il Sole (da fonti NASA)

La vita sulla Terra è possibile grazie all'energia che ci fornisce la nostra stella. Il Sole dista dalla Terra circa 150 milioni di chilometri.La fisica del Sole è stata studiata e messa a punto prevalentemente con misurazioni e rilievi a terra sino al momento in cui non c'è stata la possibilità di inviare sonde nello spazio, grazie alla moderna astronautica. Di recente la sonda Parker si è avvicinata alla nostra stella a soli 6,2 milioni di chilometri. Mai una sonda solare - per rilievi e misurazioni da far giungere a Terra - è giunta più vicina al Sole. Una interessante illustrazione NASA (in lingua inglese) sulla missione Parker la si può trovare su YouTube al seguente link:
Bisogna ricordare che il Sole ruota su se stesso con un un periodo di 25,38 giorni e la radiazione solare, capace di esercitare una pressione, giunge a terra sotto forma di "vento solare", un flusso di particelle cariche emesso dall'alta atmosfera del Sole generato dall'espansione continua nello spazio interplanetario a partire dalla corona solare. Questo flusso è principalmente composto da elettroni e protoni con energie normalmente compresi tra 1,5 e 10 keV. La rotazione del Sole dà al vento solare una configurazione che su un qualunque piano passante per il suo centro appare spiraliforme (vedi figura seguente), ma che in realtà si propaga in tutte le direzioni come una sorta d'onda sferica rotante.
Forma spiraliforme del movimento delle particelle emesse
Il punto esatto in cui il vento solare passa da un flusso rotazionale a un flusso perfettamente radiale ha implicazioni su come il Sole perde energia. La sonda Parker ha individuato una regione di transizione nel flusso del vento solare. Trovare quel punto può aiutare a comprendere meglio il ciclo di vita di altre stelle o la formazione di dischi protoplanetari, i densi dischi di gas e polvere attorno alle giovani stelle che alla fine si fondono in pianeti. Si ha ormai evidenza di una zona intorno al Sole priva di polveri per una fascia di circa 3,5 milioni di km per effetto di "vaporizzazione" e che il flusso radiante non emerge secondo una struttura ordinata.
E' impressionante e affascinante al tempo stesso la scoperta di una sorta di colpi di frusta (switchbacks) che i fasci di raggi solari sembrano dare per meglio disperdere la radiazione solare nello spazio (peraltro, osservando questo fenomeno in maniera più generale non si può fare a meno di pensare a ipotesi di leggi fisiche che siano parte di un preciso "progetto" piuttosto che frutto del caso). La sonda Parker ha indicato che il campo magnetico solare incorporato nel vento solare si ribalta in direzione. Queste inversioni, chiamate "switchback", associate a ciuffi di plasma che si muovono velocemente nel sole, durano da pochi secondi a diversi minuti mentre passano sopra la sonda solare Parker. Durante una commutazione, il campo magnetico si sposta indietro su se stesso fino a quando non viene puntato quasi direttamente verso il Sole (vedi figura seguente). 
Switchbacks del campo magnetico della tadiazione solare
In definitiva, il vento solare osservato vicino alla Terra appare come un flusso relativamente uniforme di plasma, con occasionali turbolenze e che deforma il campo magnetico terrestre schiacciandolo e privandolo di una naturale simmetria.

Il vento solare investe la Terra
Ma a quel punto il plasma ha percorso oltre novanta milioni di miglia - e le firme dei meccanismi esatti del Sole per il riscaldamento e l'accelerazione del vento solare vengono cancellate. Più vicino alla fonte del vento solare, Parker Solar Probe ha visto un quadro molto diverso: un sistema complicato e attivo, tutto ancora da studiare e scoprire. E non finisce qui! Per esempio, ne dà notizia con un tweet del 12/12/2019 la rivista Science News: per la prima volta è stata individuata la scia di detriti spaziali responsabili della pioggia di meteoriti Geminidi. La sonda solare Parker ha intravisto il flusso di detriti che alimenta la pioggia di meteoriti Geminidi (nella foto in questa immagine composita). Per l'osservazione verso Terra, la pioggia di meteoriti dovrebbe raggiungere il picco durante la notte dal 13 al 14 dicembre.

L'attività solare è in relazione con le condizioni magnetiche, elettriche e climatiche sulla Terra. Per esempio è noto (vedi https://spaceplace.nasa.gov/solar-cycles/en/) che l'attività magnetica (e quella "eruttiva" associata)  oscilla tra massimi e  minimi ciclici, rilevabili per esempio attraverso il numero di "macchie solari". Uno di tali cicli di circa 11 anni dovrebbe produrre un  periodo di "minimo" atteso per il 2020. Sarebbe interessante sapere come i dati ottenuti dalla Missione Parker possano fornire elementi ai fini di un più preciso ed aggiornato studio dell'attività solare e dei cambiamenti climatici ad essa eventualmente associati. Nell'attesa, con gratitudine il mondo scientifico guarda a NASA ed ai suoi scienziati per i risultati che continuano a produrre a beneficio di tutti.


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venerdì 13 dicembre 2019

"Elementi di Mitigazione" che non possono essere ignorati PER RIFLETTERE SULL'EMERGENZA CLIMATICA CONCLAMATA

Confondere e condannare l’energia nucleare senza distinguere tra “nucleare militare” e “nucleare di pace” è esecrabile e peccaminoso secondo una razionalità cristianamente orientata e nettamente percepita, intendendo per “nucleare di pace” la fissione controllata, la fusione (calda o fredda) insieme a tutte le possibili tecnologie da LENR (Low Energy Nuclear Reaction) in via di ricerca e sviluppo e che andrebbero invece incentivate in una situazione di emergenza conclamata.
L’unico modo oggi esistente per eliminare o almeno contenere il “nucleare militare” è bruciare i materiali fissili (e il plutonio in particolare) attraverso il “nucleare di pace”, a meno di non optare per un ulteriore grave lascito di ordigni mortiferi alle generazioni future già gravate di una emergenza climatica e ambientale dai risvolti che si presentano incontenibili.
A parità di potenza installata ed "emissioni serra", un impianto nucleare in servizio di "base load" ha una producibilità in termini di energia almeno 4 volte superiore di un impianto fotovoltaico oppure eolico.
La transizione energetica che l’Europa si propone di guidare richiede scelte difficili che non possono essere approssimative o peggio ancora sottese da interessi politici o commerciali egemonici. Tali scelte sono da vagliare e da provare scientificamente prima e durante la loro adozione. Pena l’aggravamento della situazione verso scenari apocalittici per l’umano genere.
Escludere il “nucleare di pace” dalla transizione energetica vizia l’efficacia e la stessa possibilità che tale transizione avvenga, dando così prova della natura irresponsabile di tale scelta, come peraltro sottolineano élite scientifiche di livello mondiale (per es. MIT).
E’ provato che i movimenti migratori in atto possono assorbire solo 15 dei circa 80 milioni di nuovi poveri che l’attuale sistema globale produce annualmente attraverso i “popoli marginali” del pianeta. Le rimesse dei migranti, come pure gli aiuti di cooperazione e sviluppo in loco, divengono inefficaci (se non “spreco”) senza opportune operazioni di evangelizzazione e acculturazione, che possono avvenire e produrre frutto solo in un periodo medio-lungo.
Per motivi commerciali, di presunta economia ed egemonia, si va generalizzando globalmente anche il fenomeno della disoccupazione giovanile; specie di quei giovani che portano a compimento i loro studi, speranza delle famiglie e onere degli stati; e le società occidentali sperimentano crisi e tassi di povertà mai raggiunti prima. Le politiche di pieno impiego (salvo un tasso strutturale) sono rigettate per il “Credo Ultra-Liberista” incontrollato di cui l’Europa si è fatta acriticamente portatrice e simbolo verso il Mondo, sospinta anche da fobie inflattive che asfissiano i sistemi nazionali attraverso un'austerità stranamente prossima alla decrescita, ma solo per alcune economie della UE.
La correlazione provata scientificamente tra crescita demografica e aumento dei gas serra (ma più in generale dei fattori ambientalmente inquinanti) richiedono seri ed espliciti provvedimenti verso l’adozione di una paternità e maternità responsabile, non certo nei paesi europei o nordamericani che incominciano a soffrire di bassa natalità, bensì verso paesi asiatici ed africani e che al tempo stesso sono mossi dall'attuazione di modelli di sviluppo occidentali e non esitano ad adottare metodi di “dumping ambientale” per soli fini commerciali ed egemonici.
Ignorando le spinte demografiche e le aree geografiche che ne sono afflitte, il rapporto EEB 2019 (Environmental European Bureau) pretende di provare la non sostenibilità tra crescita e sviluppo invocando al tempo stesso l’adozione di politiche di decrescita, specie nel mondo occidentale, pensando così di lasciare “giusto” spazio a chi non ha potuto sinora crescere. Questo approccio è destabilizzante poiché l’economia e la finanza globale sono afflitti da volatilità e instabilità (specie finanziaria) e la decrescita minando i meccanismi oggi in atto (attraverso i PIL e i debiti sovrani: questi sono solvibili solo nella misura in cui crescono quelli)  renderebbe inesigibili in concreto  i debiti, provocando il definitivo collasso dell’economia e della finanza globale e innescando un conflitto che diverrebbe ben presto nucleare ed apocalittico.

La situazione interpella le coscienze con interrogativi della seguente natura:
    • 1. La decrescita è praticabile da singole comunità (nazionali) mentre altre permangono nello status quo?
    • 2. Le guerre commerciali (e non solo), già in atto o che si profilano in futuro, anche attraverso la massimizzazione della produzione interna e dell’export, minimizzando l’import e puntando alla crescita del PIL (parametro indiscutibile su cui gli ambienti finanziari valutano la solvibilità dei debiti pubblici accumulati), consentiranno mai l’adozione di un virtuoso, volontario e pacifico percorso di decrescita?
    • 3. Un simile percorso è a sua volta compatibile con la stabilità finanziaria dell’economia globale?
    • 4. Ammesso che un tale percorso possa essere intrapreso in maniera volontaria, pacifica ed autonoma, il lavoro potrà mantenere gli attuali livelli occupazionali già problematici e essere retribuito con una “giusta mercede” in maniera tale da garantire la “sussistenza dignitosa" di chi la decrescita l’adotta?
    • 5. Se un esempio concreto di adozione di un tale orientamento di decrescita non viene dalle grandi economie, è possibile che possa essere praticato dalle piccole economie, specie se già in difficoltà?
    • 6. L’attuale apparato, non solo di capitalismo democratico, ma di diritto internazionale e diritti umani, potrà essere conservato senza derive verso l’impiego della forza (per es. militare)?
    • 7. La transizione energetica è veramente possibile “decarbonizzando” e puntando sulle sole rinnovabili, senza un adeguato mix di nucleare e combustibili fossili, nonché moderazione della spinta demografica?
    • 8. In un’ottica di “Diritto Naturale” e di “Salvaguardia del Creato” è da considerarsi prevalente l’esistenza (fin quanto possibile) della specie umana o quella dell’ambiente planetario? Invece, assumendo il punto di vista della legge universale o “Legge Eterna” che cosa sarebbe prevalente tra l’esistenza umana e la salvaguardia del Pianeta?

  • Un approccio olistico e multidisciplinare, scevro da finalità politiche e commerciali egemoniche da parte delle potenze della Terra s’impone ed è l’unica possibilità, forse, che attraverso la straordinaria incentivazione della ricerca – riappropriandosi delle risorse umane sprecate attraverso la disoccupazione intellettuale che va estendendosi ovunque – si può ricostituire in virtù e con l’aiuto dello Spirito quel Popolo disperso, cristianamente ispirato, che può trovare attraverso la Scienza e la Fede una soluzione agli attuali problemi della Terra.
  • Abbiamo l’obbligo di pensare ancora che un Creatore benevolo non faccia mancare, come ha sempre fatto nella storia umana, la Sua Provvidenza, perché la Terra ha limiti, ma “I Cieli non hanno limiti!”, nonostante alcuni la pensino diversamente. 
In alternativa non possiamo che prendere atto che le Scritture - pregne di Spirito Profetico - iniziano con la Genesi e terminano con l‘Apocalisse.




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