mercoledì 29 dicembre 2021

SPECULARE SU TSUNAMI CON OCCHI PROFANI

Una significativa descrizione divulgativa degli tsunami la si può trovare sul sito della Tulane University al link:http://www.tulane.edu/~sanelson/Natural_Disasters/tsunami.htm, ma anche sul sito del nostro INGV. Usando proprio i dati che INGV riporta sul proprio sito web è stato condotto l'esercizio che segue per cercare di ricostruire attraverso i dati - mediante operazioni di best-fitting, facili da eseguire mediante Excel - le relazioni che legano insieme velocità di propagazione di un'onda marina prodotta da uno tsunami, la sua lunghezza d'onda e la  profondità delle acque.

I dati utilizzati per il best-fitting sono quelli qui sotto riportati in tabella, con la relativa simbologia e unità di misura. I risultati sono essenzialmente i seguenti:

- la velocità è direttamente proporzionale alla lunghezza d'onda;

- la velocità è direttamente proporzionale alla radice quadrata della profondità;

- la lunghezza d'onda è direttamente proporzionale alla radice quadrata della profondità.

Naturalmente, lungo il percorso, come si vede dal grafico dell' INGV, un'onda sui fondali meno profondi rallenta e innalza il proprio fronte d'onda.



sabato 18 settembre 2021

Trade-off between CO2 Increase and Planet Greening ---- Trade-off (compromesso di scambio) tra Aumento della CO2 e Rinverdimento del Pianeta

Trade-off between CO2 Increase and Planet Greening


This seems to be an established fact! - (Source NASA) -The CO2  makes the planet greener and reduces the desertification of an area of 700,000 square kilometers (like France and Germany together) - (Source NASA) - The question is : can we talk about CO2 as an element of trade-off between global warming and desertification?

The greening seems to be caused by CO2 for 70% and observed through monitoring in 30 years of our time. One also wonders if the remaining 30% includes anthropogenic factors, given that many of the most densely populated areas are the greener ones. While it may be true that man chooses the greenest areas to live in, it could also be true that man with his presence greenens (or contributes to greening) the areas in which he lives. Finally, greening (and CO2) contributes to improving agricultural production.

From the figure it can be seen that the hottest belt on the planet (see hatch in blue), except for the Saharan desert, is generally the greenest one and the Saharan desert area itself appears rather an "anomalous" part, which, however, would be said to be destined to a progressive recovery.

Source: https://wattsupwiththat.com/2021/02/25/nasa-vegetation-index-globe-continues-rapid-greening-trend-sahara-alone-shrinks-700000-sq-km/



Trade-off (compromesso di scambio) tra Aumento della CO2 e Rinverdimento del Pianeta

Sembra si tratti di un fatto accertato! -(Fonte NASA) - La CO2 rinverdisce il pianeta e riduce la desertificazione di un'area di 700000 Kmq (come Francia e Germania insieme). La domanda è: si può parlare della CO2 come elemento di trade-off tra riscaldamento globale e desertificazione?

Il rinverdimento sembra causato dalla CO2 per il 70% e constatato attraverso monitoraggio in 30 anni del nostro tempo. Ci si chiede anche se il restante 30% includa fattori antropici, visto peraltro che molte delle aree più intensamente popolate sono quelle più verdi. Se da un lato può essere vero che l'uomo sceglie le aree più verdi per abitarci, potrebbe essere vero anche che l'uomo con la sua presenza rinverdisce (o contribuisce a rinverdire) le zone in cui abita. Infine, il rinverdimento (e la CO2) contribuisce a migliorare le produzioni agricole.

Dalla figura si nota che la fascia più calda del pianeta (vedi tratteggio in blu), salvo il deserto sahariano, è quella generalmente più verde e la stessa zona desertica sahariana appare piuttosto una parte "anomala", che però si direbbe destinata ad un progressivo recupero.

giovedì 9 settembre 2021

PANDEMIA E LOCKDOWN FUNZIONALI ALLA TRANSIZIONE ENERGETICA?

 In molti lo hanno ipotizzato e ne hanno scritto. Ma, a giudicare da ciò che fa intravedere ENEA, se fosse vero quel legame funzionale, sarebbe meglio cambiar strada subito! I sostenitori della decrescita felice, qualora pensassero che essa può essere imposta "autocraticamente" o in modo "nascosto" hanno trovato l'ennesima riprova che senza il "consenso" informato e ragionato in tutti i suoi aspetti, la DECRESCITA è obiettivo chimerico! Meditate Gente ... Meditate!


Vedasi ai link :


LA TENTAZIONE DEI GOVERNI: IMPORRE NUOVI LOCKDOWN E COSI' CONGELARE I CONSUMI - Vedi:


Una piccola NOTA per "Discussione" e qualche "Interrogativo":

L'energia che ci viene dal Sole, che sfruttiamo con il fotovoltaico, l'eolico, le biomasse, etc., entra nel sistema terrestre sotto forma di radiazione (visibile e non visibile, a diverse frequenze) e viene riemessa sotto forma di radiazione infrarossa, ceduta allo spazio molto freddo (sottozero) circostante il pianeta. Ma, se le emissioni di gas serra aumentano, anche gli impedimenti alla cessione di calore allo spazio freddo circostante aumentano e così aumenta la temperatura terrestre e quindi il riscaldamento globale.
Le giuste preoccupazioni per l'ambiente, però, non si risolvono con l'imperio o gli imperialismi! Tantomeno si risolvono con estremismi e negazionismi.  
L'energia utilizzabile sulla Terra, istante per istante, non nello spazio profondo (che è a temperature prossime allo zero assoluto, salvo nelle vicinanze di astri), ha un limite finito, oltre il quale rappresenterebbe sovraccarico per il riscaldamento globale; perché tutta l'energia che proviene dall'interno del sistema terrestre (radiazioni del nucleo, combustibili fossili, o anche altro di origine nucleare, antropica e non), alla fine è destinata a trasformarsi inevitabilmente in calore (quindi radiazione infrarossa da smaltire). Nella confusione creata ad arte a sostegno di campagne mediatiche per l'emergenza climatica, sembra che tutti si siano dimenticati dell'esistenza di questo limite fisico, finito e reale dell'energia istantanea (potenza) che può essere "installata" e utilizzata entro il sistema terrestre, foss'anche proveniente dalla fusione nucleare che ancora non è tecnologicamente disponibile. Il sistema terrestre non può sopportare consumi energetici illimitati; lo spazio profondo si (o quasi)! 
Perché, allora, anziché ragionare in termini di imperio e imperialismi, non proviamo a calcolarlo questo limite tutto "terrestre" e a diffonderlo , divulgarlo "scientificamente,"senza trucchi e senza inganni? Scienza e conoscenza implicano Verità; non mezze verità giustificate dai buoni propositi a giudizio di una élite che "pretende" di vedere più lontano tra i mortali. Dunque, Verità nella formulazione delle ipotesi e nella presentazione dei risultati! Ma, abbiamo avuto, specie in questo periodo di pandemia, buoni esempi al riguardo, allorquando in nome della Scienza si sono trovate sempre almeno due "verità" opposte, se non più? Solo l'evidenza sperimentale può rendere la Scienza tale? O si può ragionevolmente giungere ad essa per altra via (per es. teorico-matematica e iterativa)?
Solo a titolo di esempio potremmo porre la questione seguente e assumere che una delle componenti di tale limite sia quella "Demografica" (umana, tralasciando momentaneamente quella animale, oltre alla  componente "Astrofisica", "Geologica", etc.) . Se è vero che ogni persona, in media, una volta in vita, dissipa una energia corrispondente a 80 Watt, ciò significa che 7,5 miliardi di persone equivalgono a una potenza installata di circa 600 mila Megawatt? (600 Gigawatt) Che porzione rappresenta questa potenza rispetto al limite massimo sostenibile dal sistema terrestre? Si può calcolare un tale limite?
I disastrosi orientamenti, metodi adottati e sistemi di gestione delle informazioni su problemi di una così grande rilevanza (vedasi pandemia), insieme ad imperio ed imperialismi, hanno sinora prodotto soltanto che il popolo più numeroso sulla Terra, ossia quello Cinese, che aveva saggiamente posto un vincolo alla propria crescita demografica (1 solo figlio per famiglia), ha oggi mutato quel vincolo in termini fortemente peggiorativi (3 figli per famiglia). Quasi che ad un imperialismo della forza (occidentale) si oppone un imperialismo della demografia (orientale). Ora immaginiamo che lo stile di vita medio, riconosciuto oggettivamente "dignitoso", sia quello di avere una potenza elettrica pro-capite installata e disponibile di soli 500 Watt per persona, che si aggiungono agli 80 di cui sopra. Ciò porterebbe i 600000 Megawatt sopracitati a 4,35 Milioni di Megawatt (= 4350 Gigawatt). Si tratta di valori sostenibili se sommati a quelli delle altre componenti citate da calcolare? C'è un "consenso" sulla quantità di energia che è necessaria per uno sviluppo umano dignitoso e al tempo stesso sostenibile? Ad esempio talvolta  si ipotizza (vedi https://www.statista.com/statistics/859178/projected-world-electricity-generation-capacity-by-energy-source/ ) che al 2050 vi sarà una potenza elettrica installata (per usi umani) e funzionante pari a 14000 Gigawatt (oggi siamo alla metà con le fossili) che si sommerà a quella "Demografica" di allora; dati che peraltro lasciano pensare ad una potenza elettrica pro-capite installata e disponibile di 1400 Watt piuttosto che di 500, se pensiamo che al 2050 la popolazione mondiale è prevista essere intorno ai 10 miliardi.
L'ennesima riprova che senza il "consenso" informato e ragionato in tutti i suoi aspetti, la DECRESCITA è obiettivo chimerico! Meditate Gente ... Meditate! Tentare di raggiungerla con gli strumenti tradizionali della "forza" o dell'inganno, significherebbe la fine della Pace e forse non solo di quella precaria di cui "l'equilibrio del terrore atomico" ci ha fatto vivere sino ad oggi, nel bene e nel male! Oltretutto, poi, chi garantirebbe che un tale scenario energetico globale, inserito  nel più vasto contesto delle altre componenti ("Astrofisica", "Geologica", etc.) fornisce un affidabile quadro di SOSTENIBILITA'? Criterio che deve includere principi di cura e salvaguardia dell'ambiente, ma senza ignorare, anzi coniugando insieme ad essi le esigenze di vita dell'umana specie sulla Terra.

venerdì 20 agosto 2021

IN PANDEMIA, PER I GIOVANI (E NON SOLO!) METE NATURALISTICHE D'ALTRI TEMPI

Sulla scia di un rinascente movimento “naturalista” e sotto la pressione psicologica indotta dai tempi di pandemia, i giovani sembrano riscoprire mete di altri tempi, naturalistiche, poco note, non sfruttate commercialmente. Eppure in qualche punto del web si vede questo specifico luogo immeritatamente associato all’aggettivo (Inglese) “trash”; forse secondo coloro che pretendono di dare recensioni, punteggi, classifiche, commenti e giudizi su tutto, ma solo da un punto di vista di un turismo commerciale, di massa, abituato allo “scappa&fuggi” degli autobus a doppi piani, dove con un impersonale, veloce, distante ed insufficiente sguardo a destra e sinistra se ne esce con l’impressione di aver visitato un luogo importante e magari con l’errata convinzione di averne assaporato la bellezza. la singolarità e, niente di meno meno che, "la cultura".

Nella fattispecie - di cui qui sopra precede l'immagine - si tratta di una piscina naturale formata da sorgenti spontanee di acqua sulfurea. Le coordinate del luogo vengono intenzionalmente omesse, onde evitare che esso perda il suo magico alone, che sembra avvolgerlo, e che ne fa un luogo riservato e privilegiato dagli abitanti dei paesini viciniori. A guadare queste foto, l’ambiente, la fauna e la flora locale, sembra uno di quei posti sperduti nella campagna circostante, magicamente avvolti da tranquillità e agreste silenzio, ancora non contaminati dall’inquinamento urbano, dallo schiamazzo e dalla frenesia cittadina di muoversi, produrre, vivere e godere a tutti i costi, dimentichi (alcuni giovani “omologati” in particolare) dell’equilibrio interiore che può dare il contatto vero con la Natura, come immergersi in queste acque sulfuree “purificatrici” e nei suoi gorgoglii gassosi. Peraltro, esiste la diffusa convinzione – non solo in ambiente popolare, ma nelle Medicina Termale - che queste acque possano essere curative per diverse patologie (per es. ciò si dice in particolare per i “brufoli” che affliggono i più giovani).

Luogo quindi da proteggere e difendere anche nel suo assetto e configurazione attuale, affinché lo squallore dello sfruttamento commerciale non lo raggiunga! Affinché rimanga “magico” come sembra esserlo ora!

Un solo consiglio, però, ai suoi affezionati giovani fruitori! Le acque solfuree (specie non fluenti, ma stagnanti!) possono divenire in determinate condizioni metereologiche e ambientali, anche molto acide. Controllate, perciò, il PH delle acque prima di immergervi. Meglio un PH-metro, ma può bastare anche una strisciolina graduata di cartina “tornasole” che si trova anche in farmacia! La pelle umana (se sana) sembra tollerare valori di acidità PH 4,5 – 5. Ove si rilevassero valori del PH al disotto di 4,5 (per es. 4) è sconsigliabile immergersi!


Buon divertimento e ........"relax"!

mercoledì 14 luglio 2021

De Hominibus Senectute

 

Roma, 14 Luglio 2021

90° Anniversario

 

De Hominibus Senectute 

Dicatum Tibi II°


 

E’ sera ormai

La notte procede

Tra rari bagliori lontani

Il vero sfugge veloce

In visioni e miraggi

Nulla più noi possiamo

Che pace più bramiamo

Per un una limpida notte

D’angosce o dolenze priva

Insieme al ricordo serbato

In un cuore dimentico

Di chi  ci conobbe

Luce solo ritorna  

Mattino

 

 

(Anonimo del nostro Tempo)



                                                                          Riekcha!

venerdì 25 giugno 2021

THEOLOGY OF LIBERATION OR OF SUBMISSION? A "CONTRADICTION" THAT CAN DIVERT THE READING OF THE SACRED SCRIPTURES?

 The entire Christian biblical story speaks to us of a plan for the salvation of Man fallen into sin through disobedience after Creation; a project that is realized through the saving action of Christ through the voluntary immolation of himself on the Cross and which is accomplished with the advent of the Messianic Kingdom at the return of Christ to Earth.

In a polarization that has lasted for centuries, for some it is "fairy tales", "the opium of the peoples", through which domination is exercised over Man and in Society; for others it is the Word inspired by God among men to guide the Chosen and lead them to eternal salvation, that is: an immortal and incorruptible body in that Kingdom of the Righteous to come. However we place ourselves between these two poles it must be recognized that in a circular process of interdependence it could be said that the Holy Scriptures and the Tradition matured on the biblical narrative have guided the Church for over two thousand years, but vice versa the Church itself, becoming the custodian and guardian of Faith and Tradition over the centuries, guides the analysis and interpretation of the Holy Scriptures over time, contextualizing and updating their meaning. The way in which to read them, according to the Church, is not hidden - although it is a much debated topic - and can be found in a document of the Pontifical Biblical Commission entitled "The interpretation of the Bible in the Church" [1]. Below, for illustrative and explanatory purposes of the questions posed in the title, we will try to use - as far as possible - concepts and arguments of this important document in order to avoid possible misunderstandings and errors.

(Source: Wikipedia)

Liberation theology

 

In the biblical reading, the prospect of a liberation theology appears, among others, intellectually attractive and desirable, but it is certainly - as is made clear in the aforementioned document - a complex theological movement, consolidated towards the beginning of the seventies, which should not be unduly simplified. Moreover, in the aforementioned document, it is recognized that the starting point of the movement, in addition to the economic, social and political circumstances of the countries of Latin America, is found in two great ecclesial events:

- the Second Vatican Council, with its declared desire to update and orient the pastoral work of the Church towards the needs of today's world,

 and

 

- the II General Conference of the Latin American Bishops in Medellin in 1968, which applied the teachings of the Council to the needs of Latin America.


But, if on the one hand it was a successful theological movement - in fact it also spread to other parts of the world (Africa, Asia, black population of the United States) - it is clear that it is difficult to discern whether there is "one" theology of liberation and define its method. It seems equally difficult to adequately determine his way of reading the Bible, although it seems we can say that it does not adopt a special method, but, starting from its own socio-cultural and political points of view, it practices a biblical reading oriented according to needs of the people, who seek nourishment for their faith and life in the Bible. In short, it's looking for a reading that arises from the situation experienced by the people in circumstances of oppression in order to look for the nourishment capable of sustaining them in their struggles and hopes, from which the Christian practice tending to the transformation of society through justice and love. In short, in faith, Scripture is transformed into a factor of dynamism of integral liberation, where the principles are as follows:


i.          God is present in the history of his people to save them.

ii.         He is the God of the poor, who cannot tolerate oppression or injustice.

iii.       This is the reason why exegesis cannot be neutral, but must take sides, following God, on the side of the poor and engage in the struggle for the liberation of the oppressed.

iv.      Participation in this struggle makes it possible to bring out meanings that are discovered only when the biblical texts are read in a context of effective solidarity with the oppressed.

v.         Since the liberation of the oppressed is a collective process, the community of the poor is the best recipient to receive the Bible as a word of liberation.


Furthermore, since the biblical texts were written for communities, the reading of the Bible is entrusted in the first place precisely to communities, especially where the Word of God is fully current, thanks above all to the capacity that some "founding events" possess (the release from Egypt, the Passion and Resurrection of Jesus) to arouse new achievements in the course of history.

It is useless here to discuss and give evidence, in support of liberation theology, drawing it from the overall meaning of the biblical account and in particular from the many passages - especially, but not limited to, the New Testament - that motivate it [2]; it is taken for granted! Although, however, it is recognized that liberation theology includes elements whose value is undisputed, it is also emphasized that such an oriented reading of the Bible involves certain risks, particularly not paying as much attention to other texts of the Bible itself. And it is precisely to pay attention elsewhere as well, what we will try to do below, since if it is recognized that exegesis cannot be neutral, one must also take care that it is not one-sided. Under the pressure of enormous social problems, it is recognized that the emphasis has sometimes been placed more on an earthly eschatology, and sometimes to the detriment of the transcendent eschatological dimension of Scripture; ultimately, a devaluation of the prophetic connotations inherent in Scripture itself.

 

The First Letter of Peter - A Christian code of conduct [3] (1 Peter 2: 11-25).

To direct attention elsewhere and avoid looking unilaterally, therefore, the following passage from the First Letter of Peter is proposed as an example, in the form familiar to North American evangelicals, who in a self-evident and non-exclusive way rightly interpret in it is a Christian code of conduct.

  (11) Beloved, I entreat you as fellow sojourners and temporary residents [on this earth] to refrain from the fleshly lusts which are waging war against your [very] lives. (12) Keep your manner of life among the gentiles (i.e., unbelievers) [morally] good, so that although they slander you as evil-doers, yet when they look upon your good works (i.e., life and production) they may [yet] give glory to God on the day of visitation. (13) Submit yourselves to every established human authority for the Lord's sake, whether to a king, as being sovereign, (14) or to [other] executives, as being sent through Him for the purpose of reproving evil doers but for praising those who do good. (15) For this is the will of God, namely, for you to muzzle the ignorance of foolish men by doing good, (16) as free men, yet not using your freedom as a cloak for evil but as servants of God. (17) Give respect to everyone, love the brotherhood [of believers], fear God, honor the king. (18) Servants subordinate yourselves to your masters with all respect, not only to those who are good and reasonable, but also to those who are unfair. (19) For this is pleasing [in God's sight], [namely] if for the sake of [maintaining a clean] conscience towards God someone bears up under afflictions when unjustly [subjected to] suffering. (20) But what sort of glory [is yours] if you endure punishment for having sinned? But if you endure suffering for doing what is good, this is pleasing to God. (21) For it is indeed to this purpose that you have been called (i.e., sharing in the sufferings of Christ); for Christ also died on your behalf, leaving you an example so that you might follow in His footsteps: (22) "He committed no sin, nor was any guile found in His mouth" (Is.53:9b). (23) He did not return slander when He was slandered, did not threaten when He suffered, but He entrusted Himself to the One who judges righteously. (24) He Himself bore our sins in His body on the tree, in order that we, having died to sins, might live to righteousness. By His wound you were healed. (25) For you were once like sheep going astray, but you have now turned back to the Shepherd and Overseer of your lives. (1st Peter 2:11-25)

It is evident to every reader, even without any theological preparation, that the dominant theme in the above passage is that of submission and obedience; whether it is a king, or a ruler, or a master, as well as any other established human authority. And it should be noted that submission and obedience are due not only to those (in authority) who are good and reasonable, who are just, but also to those who are unjust. Yes! Because this must be done for the sake of Lord's love, so that through the sufferings that derive from it each "Called" can participate in the sufferings of Christ, all the more the more he marches towards eschatological times and towards the Great Tribulation. Ultimately, the call is endurance of suffering for having done good; this is pleasing to God! Christ did not return the slander when he was slandered, he did not threaten when he suffered, but entrusted himself to the One who judges rightly.

The clash of meaning that seems to arise between liberation theology and the above passage from the First Letter of Peter is equally evident to every reader. This is not a single case and it could not be ignored, because there are numerous other examples, even in Old Testament writings, which can be understood in contrast with such theology. See, for example, Psalm 2 (source The Jerusalem Bible -1966):

     Why this uproar among the nations?                                 Why this impotent muttering of pagans -

Ask and I will give you the nations for your heritage,

the ends of the earth for your domain.

kings on earth rising in revolt,

princes plotting against Yahweh and his Anointed.

With iron sceptre you will break them ,

shatter them like potter’s ware”.

“Now let us break their fetters,

Now let us throw off their yoke!”.

So now kings, learn wisdom;

earthly rulers, be warned;

The One whose throne is in heaven sits laughing,

Yahweh derides them.

serve Yahweh, fear him,

tremble and kiss his feet,

Then angrily he addresses them,

in a rage he strikes them with panic.

or he will be hungry and you will perish,

for his anger is very quick to blaze.

“This is my king, installed by me

on Zion, my holy mountain”.

Let me proclaim Yahweh’s decree;

he has told me: “You are my son,

today I have become your father.

Happy all who take shelter in him.


Rather, it is necessary to explain what appears to be a contradiction and prevent it from being a reason for misdirection and opposition, especially among Christians. In this regard, a reflection is proposed below on a passage from the Second Letter of Peter.


The proposal of some "Angelic" Questions [4]

The Second Letter of Peter, 2 Pt 2.10 -11, in the CEI 2008 Bible version which literally translates from Greek (into Italian):

10 ...... Reckless, arrogant, they are not afraid to insult "the glorious fallen beings", 11 while the angels, superior to them in strength and power, do not bring before the Lord any offensive judgment against them.12

 

Other modern versions, however, indicate "manifestations of glory".

 

When asked about it, the North American Evangelicals reply that the key Greek word here is doxa in the plural, so "glories" is a fairly literal translation, but in terms of interpretation the translation above is exactly correct: this is a criticism of the Gnostics [5] who thought they were casting spells, in effect, against fallen angels. Here is a link explaining this in detail. (see the link: https://ichthys.com/mail-Preaching-to-the-Spirits.htm#reviling%20angelic%20beings ).

Therefore what was valid then against the Gnostics, namely the guilt of not being afraid of insulting the glorious fallen beings (which even though they remain a manifestation of glory) does not also apply to us today against our recklessness and sometimes insulting any established human authority?

On such a line of thought there is absolutely reason to argue that the contents of the Letters (2 Peter 2: 10-11) and (Jude 1: 8-10) are closely related, particularly because (Jude 1: 9) provides the example of Michael refraining from making a "blasphemous judgment" against the devil. But, it is even more remarkable that Christ himself with such a power of him accepted to be tempted and to refuse any worldly offer while maintaining the utmost respect for the one who opposed him. The Salvation Project had to progress and be accomplished in the purity of acts and thoughts!

At first it may seem that all this further reflection is also aimed at underlining the value of submission and obedience, in contrast to the theology of liberation, but in reality it seeks to rediscover the eschatological and prophetic dimension that underlies the Sacred Scriptures.

Ultimately, "fallen glorious beings", as well as any established human authority, be it right or unjust, are "personified" manifestations of glory, against which judgment seems to be suspended, as well as for all humanity, up to eschatological times; that is, until the advent of the Messianic Kingdom which will manifest itself precisely after the Judgment by the Only One who can judge with righteousness and justice. One wonders: and until then? Will it be valid analogously: “Hands off Cain”?

 

Some concluding remarks

It is certain that the mentioned document [6] of the Sacred Congregation for the Doctrine of the Faith "INSTRUCTION ON SOME ASPECTS OF THE" THEOLOGY OF LIBERATION ", in its conclusion explicitly indicates:

"We profess our faith that the Kingdom of God, begun here below in the Church of Christ, is not of this world, whose form is passing away, and that its own growth cannot be confused with the progress of civilization, of science, and of human technology, but that it consists in knowing ever more deeply the unfathomable riches of Christ, to hope ever more strongly in things eternal, to respond ever more ardently to the love of God, to spread ever more widely grace and holiness among men. But it is this very same love which makes the Church constantly concerned for the true temporal good of mankind as well. Never ceasing to recall to her children that they have no lasting dwelling here on earth, she urges them also to contribute, each according to his own vocation and means, to the welfare of their earthly city, to promote justice, peace and brotherhood among men, to lavish their assistance on their brothers, especially on the poor and the most dispirited. The intense concern of the Church, the bride of Christ, for the needs of mankind, their joys and their hopes, their pains and their struggles, is nothing other than the great desire to be present to them in order to enlighten them with the light of Christ, and join them all to Him, their only Savior. It can never mean that the Church is conforming to the things of this world, nor that she is lessening the earnestness with which she awaits her Lord and the eternal Kingdom."

If this is the case, as is believed, then it almost seems that when we talk about liberation theology we need to think of it as an objective projected into the eschatological dimension and therefore that, while evolving progressively, it will only be fulfilled with the Advent of the Messianic Kingdom.

At the same time and indissolubly, as a "methodology to be followed", however, it almost seems that in order to achieve that objective projected into the eschatological dimension one can and must speak of the need to adopt a Christian code of conduct, which includes the one proposed in the two passages of the Letters of Peter; but not only that; so that the Law cannot be excluded, including the Ancient one or of human authorities, to "give to Caesar what belongs to Caesar and to God what belongs to God" (Matthew 22,21 - Mark 12,17 - Luke 20:25).

Ultimately, summarizing in pseudo-military terms:

Strategic Objective: Liberation

Tactical Method To Achieve The Goal: Submission.

Thus, we see how, led by a similar orientation in the reading of the Holy Scriptures, any controversial aspects that may be encountered, similar to those illustrated above, can find adequate logical accommodation and thus losing that apparent screech of "contradiction" is restored to meaning. to a rational mind that referred to the Scriptures to orient himself on his own path in this world.

Evidently, the acceptance of such an interpretation, especially if not endorsed by a high moral authority who has the status required to do so, would not be the result of "rationality" alone and this would allow those who that authority refuse to argue that the contradictions remain unresolved as they are the result of personal interpretation. Ultimately: a problem of personal conscience to be solved personally.

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And they have no need of lamplight or sunlight, for God will shed light upon them, and they will rule as kings forever and ever. [Revelation 22.5]

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[1] Available at the following link illustrating the debate and perspectives:          https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_19930415_interpretation_it.html

[2] Who would like to know more about: Biblical foundations; The voice of the Magisterium; A new hermeneutics; may refer to the following document of the Sacred Congregation for the Doctrine of the Faith "INSTRUCTION ON SOME ASPECTS OF THE         “THEOLOGY OF LIBERATION” https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19840806_theology-liberation_en.html

[3] The text available online at ichthys.com by Dr. Robert D. Luginbill is used here - see https://ichthys.com/Pet34.htm

[4] So called because they are formulated without any presumption of truth, but for the sole purpose of illustrating an idea, in the hope that someone in authority will give their assent or dissent to what is stated here and can therefore make a "correction".

[5] Gnosticism was essentially a system of "secret wisdom" that placed a lot of weight on identifying angelic or near-angelic beings by name and function, and that "mythologized" the Bible and other literature into a very complex system of pseudo- spirituality and salvation through works. (See also the link: https://ichthys.com/mail-Preaching-to-the-Spirits.htm#reviling%20angelic%20beings)

[6] https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19840806_theology-liberation_it.html

 


domenica 20 giugno 2021

TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE O DELLA SOTTOMISSIONE? UNA “CONTRADDIZIONE” CHE PUO’ SVIARE LA LETTURA DELLE SACRE SCRITTURE?

L’intero racconto biblico cristiano ci parla di un progetto di salvezza dell’Uomo caduto in peccato attraverso la disobbedienza dopo la  Creazione; progetto che si realizza attraverso l’azione salvifica di Cristo mediante la volontaria immolazione di se stesso sulla Croce e che si compie con l’avvento del Regno Messianico al ritorno di Cristo sulla Terra.

In una polarizzazione che dura da secoli, per alcuni si tratta di “favole”, “oppio dei popoli”, attraverso cui si esercita un dominio sull’Uomo e nella Società; per altri si tratta della Parola ispirata da Dio tra gli uomini per guidare gli Eletti e condurli alla salvezza eterna, ossia: un corpo immortale ed incorruttibile in quel Regno di Giusti da venire. Comunque ci si collochi tra questi due poli occorre riconoscere che in un processo circolare di interdipendenza si potrebbe dire che le Sacre Scritture e la Tradizione maturata sul racconto biblico guidano la Chiesa da oltre duemila anni, ma viceversa  la stessa Chiesa, facendosi depositaria e custode della Fede e della Tradizione nei secoli, guida l’analisi e l’interpretazione delle Sacre Scritture nel tempo, contestualizzandone e attualizzandone il senso. Il modo in cui leggerle, secondo la Chiesa, non è celato - sebbene si tratti di argomento molto dibattuto - e lo si può trovare in un documento della Pontificia Commissione Biblica dal titolo “L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa”[1]. Qui di seguito, a fini illustrativi ed esplicativi degli interrogativi posti nel titolo, si cercherà di utilizzare - per quanto possibile - concetti e argomenti di tale importante documento onde evitare possibili fraintendimenti ed errori.

 

(Fonte dell' Immagine: Wikipedia)

·         Teologia della liberazione

Nella lettura biblica, la prospettiva di una  teologia della liberazione appare, tra le altre, intellettualmente attraente e auspicabile, ma è certamente – come viene chiarito nel citato documento - un movimento teologico complesso, consolidatosi verso gli inizi degli anni settanta, che non va indebitamente semplificato. Peraltro, nel suddetto documento, viene riconosciuto che il punto di partenza del movimento, oltre alle circostanze economiche, sociali e politiche dei paesi dell’America Latina, si trova in due grandi avvenimenti ecclesiali:

-          il Concilio Vaticano II, con la sua dichiarata volontà di aggiornamento e di orientazione del lavoro pastorale della Chiesa verso i bisogni del mondo attuale,

e

-          la II Conferenza Generale dell’Episcopato Latino-Americano a Medellin nel 1968, che ha applicato gli insegnamenti del Concilio ai bisogni dell’America Latina.

Ma, se da un lato si è trattato di un movimento teologico di successo - infatti si è propagato anche in altre parti del mondo (Africa, Asia, popolazione di colore degli Stati Uniti) - viene chiarito che è difficile discernere se esista “una” teologia della liberazione e definirne il metodo. Altrettanto difficile appare determinare in maniera adeguata il suo modo di leggere la Bibbia, sebbene sembra si possa dire che non adotta un metodo speciale, ma, partendo da punti di vista socio-culturali e politici propri, pratica una lettura biblica orientata in funzione dei bisogni del popolo, che cerca nella Bibbia il nutrimento per la propria fede e la propria vita. Insomma, si cerca una lettura che nasca dalla situazione vissuta dal popolo in circostanze di oppressione per cercarvi il nutrimento capace di  sostenerlo nelle sue lotte e nelle sue speranze, da cui scaturirà la prassi cristiana tendente alla trasformazione della società per mezzo della giustizia e dell’amore. Insomma, nella fede, la Scrittura si trasforma in fattore di dinamismo di liberazione integrale, dove i principi sono i seguenti:

i.              Dio è presente nella storia del suo popolo per salvarlo.

ii.            Egli è il Dio dei poveri, che non può tollerare l’oppressione né l’ingiustizia.

iii.      Questa è la ragione per cui l’esegesi non può essere neutra, ma deve schierarsi, al seguito di Dio, dalla parte dei poveri e impegnarsi nella lotta per la liberazione degli oppressi.

iv.         La partecipazione a questa lotta permette di far apparire dei significati che si scoprono solo quando i testi biblici vengono letti in un contesto di solidarietà effettiva con gli oppressi.

v.         Poiché la liberazione degli oppressi è un processo collettivo, la comunità dei poveri è il migliore destinatario per ricevere la Bibbia come parola di liberazione.

Inoltre, poiché i testi biblici sono stati scritti per comunità, la lettura della Bibbia è affidata in primo luogo proprio a comunità, specie dove  La Parola di Dio è pienamente attuale, grazie soprattutto alla capacità che possiedono alcuni “eventi fondatori” (l’uscita dall’Egitto, la passione e la risurrezione di Gesù) di suscitare nuove realizzazioni nel corso della storia.

Inutile in questa sede discutere e dare evidenza, a sostegno della teologia della liberazione, ricavandolo dal senso complessivo del racconto biblico e in particolare dei molti brani – specie, ma non solo, del Nuovo Testamento – che la motivano[2]; lo si dà per scontato! Sebbene, però, si riconosca che la teologia della liberazione comprende elementi il cui valore è indiscusso si sottolinea anche che  una lettura così orientata della Bibbia comporta certi rischi, particolarmente non prestando altrettanta attenzione ad altri testi della Bibbia stessa. Ed è proprio prestare attenzione anche altrove, ciò che si tenterà di fare qui di seguito, poiché se è riconosciuto che l’esegesi non può essere neutra, ci si deve però anche guardare affinché non sia unilaterale. Sotto la spinta di enormi problemi sociali, viene riconosciuto, che l’accento è stato talvolta messo di più su un’escatologia terrena, e talvolta a detrimento della dimensione escatologica trascendente della Scrittura; in definitiva, una svalutazione dei connotati profetici insiti nella Scrittura stessa.

 

·         La Prima Lettera di Pietro - Un codice di condotta cristiano[3] (1 Pietro 2:11-25)

Per rivolgere l’attenzione anche altrove ed evitare di guardare in modo unilaterale si propone, quindi, come esempio, il seguente brano della Prima Lettera di Pietro, nella forma familiare ad evangelici nordamericani, che in maniera auto evidente e non esclusiva, giustamente ravvedono in essa un codice di condotta cristiano.

 (11) Carissimi, vi supplico come compagni di soggiorno e residenti temporanei [su questa terra] di astenervi dalle concupiscenze carnali che stanno facendo guerra contro le vostre [stesse] vite. (12) Mantieni il tuo modo di vivere tra i gentili (cioè i non credenti) [moralmente] buono, in modo che sebbene vi calunniano come malfattori, quando guardano alle vostre buone opere (cioè vita e produzione) possano [ancora] dare gloria a Dio nel giorno della visitazione. (13) Sottomettetevi ad ogni autorità umana stabilita per amore del Signore, sia che si tratti di un re, come sovrano, (14) o di [altri] dirigenti, come inviati tramite Lui allo scopo di riprendere i malvagi ma per lodare quelli che fanno del bene. (15) Questa è infatti la volontà di Dio, cioè che voi mettiate a tacere l'ignoranza degli stolti operando il bene, (16) come uomini liberi, ma non usando la vostra libertà come un mantello per il male, ma come servi di Dio. (17) Rispetta tutti, ama la fratellanza [dei credenti], temi Dio, onora il re. (18) I servi si sottomettano con tutto il rispetto ai loro padroni, non solo a coloro che sono buoni e ragionevoli, ma anche a coloro che sono ingiusti. (19) Perché questo è piacevole [agli occhi di Dio], [cioè] se per [mantenere una coscienza pulita] verso Dio qualcuno sopporta le afflizioni quando ingiustamente [sottoposto] alla sofferenza. (20) Ma quale gloria [è la tua] se sopporti la punizione per aver peccato? Ma se sopporti la sofferenza per aver fatto il bene, questo è gradito a Dio. (21) Perché è proprio a questo scopo per cui sei stato chiamato (cioè la partecipazione alle sofferenze di Cristo); perché anche Cristo è morto per te, lasciandoti un esempio perché tu possa seguire le sue orme: (22) «Non commise peccato, né si trovò inganno nella sua bocca» (Is 53,9b). (23) Non ha ricambiato la calunnia quando è stato calunniato, non ha minacciato quando ha sofferto, ma si è affidato a Colui che giustamente giudica. (24) Egli stesso portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno, affinché, essendo morti ai peccati, potessimo vivere alla giustizia. Per la sua ferita sei stato guarito. (25) Perché un tempo eravate come pecore smarrite, ma voi ora siete tornati al Pastore e Sorvegliante delle vostre vite.     (1 Pietro 2:11-25)

E’ evidente ad ogni lettore, anche senza alcuna preparazione teologica, che il tema dominante nel brano sopra riportato è quello  della sottomissione e dell’obbedienza; sia che si tratti di un re, come sovrano, o che si tratti di un padrone, come pure di ogni altra autorità umana stabilita. E si badi bene che sottomissione e obbedienza sono dovute non solo verso coloro (in autorità) che sono buoni e ragionevoli, giusti, ma anche verso coloro che sono ingiusti. Si! Perché ciò va fatto per amore del Signore, affinché attraverso le sofferenze che ne derivano ciascun “chiamato” possa partecipare alle sofferenze di Cristo, tanto più quanto più si marcerà verso tempi escatologici e verso la Grande Tribolazione. In definitiva, la chiamata è sopportazione della sofferenza per aver fatto il bene; questo è gradito a Dio! Cristo non ha ricambiato la calunnia quando è stato calunniato, non ha minacciato quando ha sofferto, ma si è affidato a Colui che giustamente giudica.

E’ altrettanto evidente ad ogni lettore lo stridore di senso che sembra nascere tra la teologia della liberazione e il brano della Prima Lettera di Pietro su riportato. Non si tratta di un unico caso e non si potrebbe ignorarlo, perché vi sono numerosi altri esempi, anche in scritti vetero-testamentari che possono essere intesi in contrasto con una tale teologia. Si veda, per citarne uno, ad esempio il Salmo 2:

 

Perché le genti sono in tumulto

e i popoli cospirano invano?

Chiedimi e ti darò in eredità le genti

e in tuo dominio le terre più lontane.

Insorgono i re della terra

e i prìncipi congiurano insieme

contro il Signore e il suo consacrato:

Le spezzerai con scettro di ferro,

come vaso di argilla le frantumerai”.

“Spezziamo le loro catene,

gettiamo via da noi il loro giogo!”.

E ora siate saggi, o sovrani;

lasciatevi correggere, o giudici della terra;

Ride colui che sta nei cieli,

il Signore si fa beffe di loro.

servite il Signore con timore

e rallegratevi con tremore.

Egli parla nella sua ira,

li spaventa con la sua collera:

Imparate la disciplina,

perché non si adiri e voi perdiate la via:

“Io stesso ho stabilito il mio sovrano

sul Sion, mia santa montagna”.

in un attimo divampa la sua ira.

Voglio annunciare il decreto del Signore.

Egli mi ha detto: “Tu sei mio figlio,

io oggi ti ho generato.

Beato chi in lui si rifugia.

Piuttosto occorre spiegare questa che appare essere una contraddizione ed impedire che essa sia motivo di sviamento e contrapposizione, specie tra Cristiani. A tale riguardo si propone una riflessione, nel seguito, su un passo della Seconda lettera di Pietro.

 

·         La proposta di alcuni Interrogativi “Angelici”[4]

La Seconda Lettera di Pietro, 2 Pt 2.10 -11, nella versione Bibbia CEI 2008 che letteralmente traduce dal Greco (in Italiano):

10 ......Temerari, arroganti, non temono d’insultare “gli esseri gloriosi decaduti”, 11mentre gli angeli, a loro superiori per forza e potenza, non portano davanti al Signore alcun giudizio offensivo contro di loro.12

Altre versioni moderne, invece, indicano manifestazioni della gloria”.

Interpellati al riguardo, gli Evangelici nord-americani rispondono che la parola greca chiave qui è doxa al plurale, quindi "glorie" è una traduzione abbastanza letterale, ma in termini di interpretazione la traduzione italiana soprariportata è esattamente corretta: questa è una critica agli gnostici[5] che pensavano di lanciare incantesimi, in effetti, contro gli angeli caduti. Ecco un collegamento dove si spiega questo in dettaglio. (vedasi il link: https://ichthys.com/mail-Preaching-to-the-Spirits.htm#reviling%20angelic%20beings ).  

Dunque ciò che valeva allora contro gli Gnostici, ossia la colpa di non temere d’insultare gli esseri gloriosi decaduti, che pur restano una manifestazione della gloria, non vale anche per noi oggi nei confronti della nostra temerarietà e talvolta insulto verso  ogni autorità umana stabilita?

Su una tale linea di pensiero si trova assolutamente ragione di sostenere che i contenuti delle Lettere (2 Pietro 2: 10-11) e (Giuda 1: 8-10) siano strettamente correlati, in particolare perché (Giuda 1:9) fornisce l'esempio di Michele che si astiene dal rendere un "giudizio blasfemo" contro il diavolo. Ma, è ancor più notevole che Cristo stesso con la sua potenza abbia accettato di essere tentato e di rifiutare qualsiasi offerta mondana pur mantenendo il massimo rispetto per colui che gli si opponeva. Il Progetto di Salvezza doveva progredire e compiersi nella purezza degli atti e dei pensieri!

Ad un primo momento può sembrare che anche tutta questa ulteriore riflessione sia rivolta a sottolineare il valore della sottomissione e dell’obbedienza, in contrasto con la teologia della liberazione, ma in realtà essa vuole tendere a riscoprire la dimensione escatologica e profetica che soggiace alle Sacre Scritture.

In definitiva, “gli esseri gloriosi decaduti”, come pure ogni autorità umana stabilita, giusta o ingiusta che essa sia, sono “personificate” manifestazioni della gloria, nei confronti delle quali sembra essere sospeso il giudizio, cosi come per tutta l’umanità, sino ai tempi escatologici; ossia sino all’avvento del Regno Messianico che si manifesterà appunto dopo il Giudizio da parte dell’Unico che può giudicare con rettitudine e giustizia. Ci si chiede: e sino ad allora? Varrà in maniera analogica: “Nessuno tocchi Caino”?

 

       Alcune considerazioni conclusive

Certo è che il già citato documento[6] della Sacra Congregazione Per La Dottrina Della Fede “ISTRUZIONE SU ALCUNI ASPETTI DELLA «TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE», nelle sue conclusioni indica esplicitamente :

“Noi confessiamo che il Regno di Dio, cominciato quaggiù nella Chiesa di Cristo, “non è di questo mondo”, “la cui figura passa”; e che la sua vera crescita non può essere confusa con il progresso della civiltà, della scienza e della tecnica umane, ma consiste nel conoscere sempre più profondamente le imperscrutabili ricchezze di Cristo, nello sperare sempre più fortemente i beni eterni, nel rispondere sempre più ardentemente all'amore di Dio, e nel dispensare sempre più abbondantemente la grazia e la santità tra gli uomini. Ma è questo stesso amore che porta la Chiesa a preoccuparsi costantemente del vero bene temporale degli uomini. Mentre non cessa di ricordare ai suoi figli che essi "non hanno quaggiù stabile dimora", essa li spinge anche a contribuire - ciascuno secondo la propria vocazione e i propri mezzi - al bene della loro città terrena, a promuovere la giustizia, la pace e la fratellanza tra gli uomini, a prodigare il loro aiuto ai propri fratelli, soprattutto ai più poveri e ai più bisognosi. L'intensa sollecitudine della Chiesa, sposa di Cristo, per le necessità degli uomini, per le loro gioie e le loro speranze, i loro sforzi e i loro travagli, non è quindi altra cosa che il suo grande desiderio di esser loro presente per illuminarli con la luce di Cristo e adunarli tutti in lui, unico loro salvatore. Tale sollecitudine non può mai significare che la Chiesa conformi se stessa alle cose di questo mondo, o che diminuisca l'ardore dell'attesa del suo Signore e del regno eterno".

Se così è, come si crede, allora sembra quasi che quando si parla di teologia della liberazione occorra pensare ad essa come ad un obiettivo proiettato nella dimensione escatologica e quindi che, pur evolvendo progressivamente, si compirà solo con l’Avvento del Regno Messianico.

Parallelamente ed indissolubilmente, come “metodologia da seguire”, invece, sembra quasi che per raggiungere quell’obiettivo proiettato nella dimensione escatologica si possa e si debba parlare della necessità di adozione di un codice di condotta cristiano, che include quello proposto nei due brani delle Lettere di Pietro; ma non solo, affinché non possa essere esclusa la Legge, ivi comprese quella Antica o delle autorità umane, per “dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio” (Matteo 22,21 - Marco 12,17 - Luca 20,25).

In definitiva, schematizzando in termini pseudo-operativi: 

OBIETTIVO STRATEGICO: LIBERAZIONE

METODO TATTICO PER GIUNGERE ALL'OBIETTIVO: SOTTOMISSIONE

Si vede così come, condotti da un simile orientamento nella lettura delle Sacre Scritture, gli eventuali aspetti controversi che si possono incontrare, simili a quelli sopra illustrati, possono trovare adeguata sistemazione logica e perdendo così quell'apparente stridore di "contraddizione" viene ridato senso ad una ricerca razionale che alle Scritture si riferisse per orientarsi nel proprio cammino in questo mondo.

Evidentemente, l'accettazione di una simile interpretazione, specie se non avallata da un'alta autorità morale che abbia lo status richiesto per farlo,  non sarebbe frutto della sola "razionalità" e questo consentirebbe a a coloro che quell'autorità rifiutano di sostenere che le contraddizioni restano irrisolte in quanto frutto di personale interpretazione. In definitiva: un problema di coscienza personale da risolvere personalmente.

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…and they have no need of lamplight or sunlight, for  God will shed light upon them, and they will rule as kings forever and ever. [Revelation 22,5]

 



[2] Chi volesse approfondire al riguardo : Fondamenti biblici; La voce del Magistero; Una nuova ermeneutica; può riferirsi al seguente documento della Sacra Congregazione Per La Dottrina Della Fede “ISTRUZIONE SU ALCUNI ASPETTI DELLA «TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE»: https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19840806_theology-liberation_it.html

[3] Si fa uso qui del testo disponibile on-line su ichthys.com da parte del Dr. Robert D. Luginbill – vedasi https://ichthys.com/Pet34.htm

[4] Così chiamati perché formulati senza alcuna presunzione di verità, ma al solo scopo di illustrare un’idea, nella speranza che qualcuno in autorità dia il suo assenso o dissenso su quanto qui esposto e possa pertanto intervenire una “correzione”.

[5] Lo gnosticismo era essenzialmente un sistema di "saggezza segreta" che dava molto peso all'identificazione di esseri angelici o quasi angelici per nome e funzione, e che "mitizzava" la Bibbia e altra letteratura in un sistema molto complesso di pseudo-spiritualità e salvezza mediante le opere. (Vedasi  anche il link: https://ichthys.com/mail-Preaching-to-the-Spirits.htm#reviling%20angelic%20beings )