sabato 22 gennaio 2022

In breve: Disarmo per non Disarmare.

Come noto, tutti gli impianti nucleari per usi pacifici (ossia non-militari), prevalentemente centrali nucleari, che fortunatamente si continuano a utilizzare in tutto il mondo, producono nel combustibile irraggiato anche plutonio  (Pu), insieme agli altri elementi di fissione. Il ritrattamento del combustibile, esausto a fine ciclo,  separa il plutonio e questi altri elementi di fissione dall’uranio ancora riutilizzabile. Quindi l’inventory (inventario) globale di Pu è destinato ad aumentare nel tempo sino a quando non si riutilizza nel MOX, una sorta di particolare “miscela” di combustibile per produrre energia elettrica per via nucleare, o utilizzando il Pu direttamente in altri reattori che oggi ancora non esistono in modo diffuso, se non sperimentale, e che solo la ricerca potrà mettere a punto. Nel frattempo il Pu prodotto, altamente fissile, è immediatamente disponibile per scopi militari. Per cui, aldilà del disarmo in termini di numero di ordigni, la potenzialità distruttiva nucleare sulla Terra è destinata ad aumentare continuamente. Da qui se ne può dedurre che un vero disarmo non deve solo badare a ridurre il numero di ordigni, ma soprattutto la potenzialità distruttiva totale disponibile, ovunque ubicata. La Cina o altri, che viaggiassero a tappeto con il nucleare per la produzione di energia elettrica, non ci renderebbe più sicuri, ma senza il nucleare non c'è ancora oggi alternativa che tenga; purtroppo o per fortuna, a seconda di come la si pensa! Disarmo e “conversione nucleare” (ossia, trasformazione del fissile militare in combustibile per reattori), non dovrebbe prima di tutto significare ricerca per ridurre gli inventory di plutonio attraverso il suo uso per fini pacifici e non militari? Ed in questo campo chi è all’avanguardia, se non ad Est?
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Questa figura qui sopra, che si trova a pag 144 del documento (un po' datato) reperibile al seguente link https://www.sipri.org/sites/default/files/files/books/SIPRI97AlBeWa/SIPRI97AlBeWa.pdf , conferma in toto quanto sopra, evidenziando una tendenza di lungo periodo appena trascorso. Perciò, in base al”trend” citato, si può affermare che fino a quando non si troverà, aldilà del MOX, un utilizzo pacifico del plutonio, attraverso una seria “Ricerca Nucleare”, non solo non utilizziamo tutta l'energia nucleare disponibile per migliorare le condizioni di vita dei popoli della Terra, ma li esponiamo, questi popoli, ad un aumento serio del rischio sicurezza ( militare o semplicemente incidentale) e ad un possibile serio danno ambientale. Questo può essere anche motivo di avversione di molti verso il nucleare in generale, indistintamente (per fini militari o pacifici). Si finisce, però, così per buttare l'acqua sporca con tutto il bambino, sviluppando irrazionali posizioni antinucleari. Si può ritenere, quindi, che parlare di Conversione Nucleare solo per HEU bomb grade (uranio arricchito per ordigni) sia parlarne in modo molto parziale e limitativo, perché - tenuto conto dei rischi connessi alla semplice detenzione del plutonio (morte immediata o cancro e avvelenamento con 0,5 - 0,25 microgrammi inalati/ingeriti) - sembra prioritario diminuire gli inventory di plutonio, piuttosto che solo diluire HEU per fini pacifici, per andare poi a sbandierare un "disarmo che non c'è"; perché conteggiato sul numero di ordigni smantellati, piuttosto che su la capacità distruttiva (in Megatons) effettivamente eliminata. In un ambito dove il numero di ordigni diminuiscono, ma aumenta la loro specifica capacità distruttiva, è evidente che il disarmo è facile, quanto inutile; anzi offensivo, poiché ridicolizza l'umana intelligenza, che bene fa a definirlo "un disarmo per non disarmare" veramente.
Potrà sembrare contraddittorio ai più, ma la verità è sempre stata e resta tuttora una sola: per perseguire i veri scopi del disarmo occorre avere consapevolezza che l'unica via pacifica per liberarsi del potenziale distruttivo delle bombe nucleari e del materiale fissile in generale è poterlo "bruciare" in reattori nucleari per produrre energia elettrica e calore per il teleriscaldamento. Ciò è vero anche nella prospettiva della fusione nucleare, tutt'altro che prossima, in alternativa alla fissione. A meno di velleità per conservare la potenza nucleare disponibile al fine di difendersi contro i grandi asteroidi o un ipotetico pericolo alieno; o più verosimilmente per un progetto egemonico mondiale.