Why is it important, from a management perspective, to know if a product Z is a good or a service for the company?
ResearchGate - Asked
October 27, 2023
Trifon Stefanov -
Answer by : R.Morelli - November 15, 2023
If the issue is approached from a
general managerial point of view and from a contract management point of view,
in particular, the following can be observed.
Usually the service contract,
concerning activities, is quite similar to the works contract, but not to the
supply (of goods) contract.
Compared to the past, althoujgh
the various national and international legislations, over time, have flattened
the differences, not only conceptual, between works contracts, service
contracts and supply contracts (see for example the FIDIC conditions, but also
those of clients or international contracting bodies), differences remain
between these types of contracts, including practices, sometimes not
negligible. To the point that a detailed case-by-case analysis may be
necessary.
Conceptually, in works contracts
(as well as in services contracts) "doing" generally prevails over
"giving", while in supply contracts the situation is exactly
reversed.
Thus, in works contracts the
notion of "activity" or "work" is identified as prevalent,
while in supplies the notion of "giving" referring to a concrete
contractual object is believed to be prevalent. It is therefore not surprising
that contracts for supplies in the strict sense of the word are commonly
assimilated to sales contracts, to the point that in some organizations they
are referred to with the term "purchases".
A well-founded criticism of the
above approach comes from those who believe the notion of doing can also be
identified in the supplies themselves. In fact, in principle, it cannot be
absolutely excluded even in the case of the supply of raw materials, even if
when it is present it varies greatly from case to case.
The notions of "giving"
and "doing", however, are both significantly present in on-site
supply contracts, making them certainly not comparable to simple sales
contracts.
But the difference does not
remain only of a "philosophical" or "legal" type, but can
reach very concrete aspects, such as for example:
1) The contractual conditions of
a works (or services) contract and a supply contract can be very different,
especially where the contractual timetable includes prefabrication activities
in workshops, modularisation or even performance tests or general testing, before be
sent to a construction site and then assembled together with other components,
perhaps supplied by different contractors or suppliers, thus generating the
need to identify "supply limits", specially for the purposes of the performance
and guarantee clauses of the components or systems.
2) The agreed contractual amount
can be differently allocated on the activities that remunerate the work (and so labour) and on
those that remunerate the goods supplied, to the point of differentiating the
relative weights that in any price revision ("escalation") formulas frequently adopted for
multi-year contracts that exceed 24 months. These different allocations may
sometimes be contractually required in a bill of quantities that highlights it (in order to show how the total cost is splitted).
3) Inflation (%), especially in
periods in which it can exceed 1 digit, taken into consideration in the price
revision, does not work in the same way for work (or other non-human resources,
such as construction site vehicles and equipment) and for goods, components or
systems supplied; therefore it requires a careful differentiation of the
indices to be identified contractually.
4) Taxation at the places of
manufacture, transport and construction or along the entire supply chain does
not produce similar effects if applied to work (mainly labour costs) or goods (mainly materials), components or systems
supplied.
5) Following an industrial
investment for any new initiative, the local impact of the investment on the
regions where the construction site of a large plant is located, is not the same
if the plant is treated "en bloc" as a single prefabricated asset outside the
site and lowered onto it in some way (e.g. helicopters), or if it is instead
built by assembling many small subsystems, components and supplies on the same
construction site. Nor will the portions of work be identical in the two cases;
nor will those who carry out and benefit from that work be the same.
6) The different allocation of
the contractual amount on work activities, services, or the supply of goods,
can influence, according to different national legislation (including in the
EU), the limits of the subcontractable activities.
All this is just a rough and approximate example, but
it is also useful to demonstrate that awareness of the difference between work,
service or supply contracts exists and is not a mere formal or simply economic
question, but can have practical, fiscal and institutional implications: union and local consensus, subcontracting, programmatic aspects, etc., etc.
It is therefore good to keep it
in mind, thinking concretely on a case-by-case basis.
°°° °°° °°°
Perché è
importante, dal punto di vista gestionale, sapere se un prodotto Z è un bene o
un servizio per l'azienda?
ResearchGate - Asked
October 27, 2023
Domanda di :
Trifon Stefanov - Baccalaureato in Scienze - Applicazione pratica a livello aziendale
della Business Model Ontology e di un ERP olistico di nuova generazione.
Lezioni e corsi. Istituzione - Istituto di ingegneria economica sistemica
Risposta di
: R.Morelli
Se la questione viene affrontata
da un punto di vista manageriale generale e da un punto di vista della gestione
dei contratti, in particolare, si può osservare quanto segue.
Solitamente l’appalto di servizi,
concernente attività, è abbastanza assimilabile all’appalto di lavori, ma non a
quello di fornitura.
Rispetto al passato, sebbene le
diverse legislazioni nazionali e internazionali, lungo il tempo, abbiano
appiattito le differenze , non solo concettuali, tra appalto di lavori, appalto
di servizi e contratti di fornitura (vedasi ad esempio le condizioni FIDIC, ma
anche quelle di committenti o enti appaltanti internazionali), permangono
diversità tra questi tipi di contratto, anche pratiche, talvolta non
trascurabili. Al punto che può essere necessaria una dettagliata analisi caso
per caso.
In via concettuale nell’appalto
di lavori (come pure in quello di servizi) è generalmente prevalente “il fare”
rispetto al “dare”, mentre nel contratto di fornitura la situazione è
esattamente ribaltata.
Cosicché negli appalti di lavori
viene individuata come prevalente la nozione di "attività”, di
“lavoro", mentre nelle forniture si ritiene sia prevalente la nozione del
"dare" riferito ad un oggetto contrattuale concreto. Non meravigli,
quindi che i contratti per le forniture propriamente dette vengano comunemente
assimilati a contratti di compravendita, al punto che in alcune organizzazioni
ci si riferisce ad essi con il termine "acquisti".
Una critica fondata
all'impostazione sopra riportata viene da coloro che ritengono si possa
individuare anche nelle forniture propriamente dette la nozione del fare. Essa,
infatti, in linea di principio, non può essere assolutamente esclusa neppure
nel caso della fornitura di materie prime, anche se quando è presente lo è in
misura molto variabile da caso a caso.
Le nozioni del "dare" e
del "fare", comunque, sono entrambe presenti in modo rilevante nei
contratti di fornitura in sito rendendoli non certo assimilabili ai semplici
contratti di compravendita.
Ma la differenza non resta solo
di tipo “filosofico”, o “giuridico”, ma
può giungere sino ad aspetti molto concreti, quali ad esempio:
1) Le condizioni di contratto di un appalto di lavori (o
servizi) e un contratto di fornitura possono essere molto differenti, specie li
dove nel cronoprogramma contrattuale sono incluse attività di prefabbricazione
in officina, modularizzazione o anche prove di performance o collaudo generale, prima di
essere inviate su un sito di costruzione e quindi assemblate insieme ad altri
componenti, magari forniti da appaltatori o fornitori diversi, generando così
la necessità di individuare “limiti di fornitura” ai fini delle clausole di
performances e garanzia dei componenti o degli impianti.
2) L’importo contrattuale pattuito può essere differentemente
allocato su le attività che remunerano il lavoro e su quelle che remunerano i
beni forniti, al punto di differenziare i pesi relativi che in eventuali
formule di revisione dei prezzi; formule frequentemente adottate per contratti
pluriennali che superano i 24 mesi. Tale diversa allocazione può talvolta
essere contrattualmente richiesta in un computo metrico estimativo che la
evidenzi (come si spacca nelle parti principali il costo totale).
3) L’inflazione (%), specie nei periodi in cui può superare 1
digit, presa in considerazione nella revisione prezzi, non marcia allo stesso
modo per il lavoro (o le altre risorse non umane, quali i mezzi e attrezzature
di cantiere) e per i beni, componenti o impianti forniti; quindi richiede una
oculata differenziazione degli indici da individuare contrattualmente.
4) La fiscalità dei luoghi di fabbricazione, trasporto e
costruzione o lungo tutta la catena di fornitura non produce effetti analoghi
se applicata al lavoro o ai beni, componenti o impianti forniti.
5) A seguito di un investimento industriale per una nuova
qualsiasi iniziativa, la ricaduta locale dell’investimento, sulle regioni in
cui si trova il sito di costruzione di un grosso impianto, non è la stessa se
l’impianto è trattato in blocco come un unico bene prefabbricato fuori dal sito
e calato su di esso in qualche modo (per es. elicotteri), o se invece è
costruito assemblando tanti piccoli impianti, componenti e forniture sul quello
stesso sito di costruzione. Tantomeno saranno identiche le porzioni di lavoro
nei due casi; e neppure saranno gli stessi coloro che svolgono e beneficiano di
quel lavoro.
6) La differente allocazione dell’importo contrattuale su
attività di lavoro, di servizi, o di fornitura di beni, può condizionare,
secondo diverse legislazioni nazionali (anche in UE) i limiti delle attività
suabappaltabili.
Tutto ciò e solo esemplificativo,
ma pur è utile per dimostrare che la consapevolezza della differenza tra
appalto di lavoro, servizio, o fornitura, esiste e non è mera questione
formale, o semplicemente economica, ma può avere risvolti pratici, di tipo
fiscale, istituzionale, sindacale, di subcommittenza, programmatica, etc., etc.
E’ bene quindi tenerla ben
presente, ragionando caso per caso in concreto.