L’11 gennaio 1944 Hitler fece un discorso contro la Chiesa, dicendo, fra l’altro, che “i sacerdoti non sono
necessari né a Dio né alle anime, perché sono dei mestieranti; quando sarà finita la guerra, naturalmente
con la vittoria della Germania, un nuovo vero culto sarà instaurato, nuovi veri templi saranno aperti e là i
fedeli della nuova fede andranno a veder consumare il sacrificio in cui sarà portato il pane dato al popolo
tedesco e il sangue del medesimo”. Sei giorni dopo, il 17 gennaio 1944, Maria Valtorta (1897-1961) trascrisse
il seguente dettato, riportato a pag. 66-71 ne I QUADERNI DEL 1944 (Centro Editoriale Valtortiano), dove
Gesù definisce Hitler “uno dei più grandi figli di Satana (…) che bandisce una nuova fede, che è parodia
tragica, sacrilega, maledetta della mia Fede (…). Carnefici siete e non sacerdoti. Quello non è un altare: è
un patibolo. Quello non è un sacrificio: è una bestemmia. Quella non è una fede: è un sacrilegio. (…) Non
vi è pietà per chi scimmiotta Dio e si rende simile a Lucifero”. L’uso irresponsabile del potere terreno, di
tutti i tipi, è sempre stato causa di ingiustizie sociali e di tragedie umane, di cui il mondo è stato inorridito
spettatore. L’uso responsabile è possibile, quando è fondato sulla vera Fede.
VIVETE L’EVANGELO, SARETE FELICI
Dice Gesù:
“Di Fede ce n’è una sola che sia vera. La mia. Così come io ve l’ho data, gemma divina la cui
luce è vita. In essa Fede non basta rimanere di nome così come rimane un pezzo di marmo messo
per caso in una stanza. Ma occorre fondersi ad essa e fare di essa parte di voi.
È vita per voi l’abito che portate? Vi diviene forse carne e sangue? No. È un indumento che
vi è utile, ma che, se ve lo togliete per indossarne un altro, non togliete nulla al vostro interno.
Mentre il cibo che prendete si fa vostro sangue e vostra carne. È parte, ed essenziale, di voi,
perché senza sangue e senza carne non potreste vivere e senza cibo non avreste carne e sangue.
Lo stesso è della Fede. Non deve essere una cosa appoggiata in date ore su voi, così come un
velo per apparire più belli e sedurre i fratelli, ma deve essere parte intrinseca di voi, inseparabile
da voi, vitale in voi. La fede non è soltanto speranza di cose credute, la fede è realtà di vita. Vita
che comincia qui, in questa chimera della vita umana, e che si compie nell’al di là, in quel vivere
eterno che vi attende.
Oggi sta accadendo una grande eresia, una sacrilega eresia. Il figlio di Satana, uno dei più
grandi, non il più grande che è Giuda, non il più grande che sarà l’Anticristo, ma uno di quelli
ora viventi per castigo dell’uomo che ha adorato l’uomo e non Dio, dandosi la morte attraverso
l’uomo, mentre io, Dio, avevo dato all’uomo la Vita attraverso la mia morte - meditate questa
differenza - il figlio di Satana bandisce una nuova fede che è parodia tragica, sacrilega,
maledetta della mia Fede. Si bandisce un nuovo vangelo, si fonda una nuova chiesa, si eleva un
nuovo altare, si innalza una nuova croce, si celebra un nuovo sacrificio. Vangelo, chiesa, altare,
croce, sacrificio di uomo. Non di Dio.
Uno è il Vangelo: il mio.
Una è la Chiesa: la mia, cattolica romana.
Uno è l’Altare: quello consacrato dall’olio, dall’acqua e dal vino; quello fondato
sulle ossa di un martire e di un santo di Dio.
Una è la Croce: la mia.
Quella da cui pende il Corpo del Figlio di Dio: Gesù Cristo; quella che ripete la figura del
legno che io ho portato con infinito amore e con tanta fatica sino alla cima del Calvario. Non ci
sono altre croci. Vi possono essere altri segni, dei geroglifici simili a quelli scolpiti negli ipogei
dei Faraoni o sulle stele degli Atzechi, segni, niente più che segni di uomo o di Satana, ma non
croci, ma non simbolo di tutto un poema di amore, di redenzione, di vittoria su tutte le forze del
Male, quali che siano.
Dal tempo di Mosè ad ora e da ora al momento del Giudizio, una sarà la croce: quella simile
alla mia, quella che portò me, quella che io porterò con me quando vi apparirò Giudice e Re
per giudicare tutti: voi, o miei benedetti credenti nel mio Segno e nel mio Nome; e voi, maledetti
sacrileghi, che avete abbattuto dai templi, dagli stati e dalle coscienze il mio Segno e il mio Nome
sostituendovi la vostra sigla satanica e il vostro nome di satanici.
Uno è il Sacrificio: quello che ripete misticamente il mio, e nel pane e nel vino vi dà il mio
Corpo e il mio Sangue immolato per voi. Il sangue e i corpi che voi immolate, o feroci
sacrificatori di chi vi è soggetto e dei quali disponete - poiché ne avete fatto corpi di galeotti al
remo, marcati del vostro segno come fossero bestie da macello, resi incapaci anche di pensare,
poiché avete rubato, interdetto, colpito questa sovranità dell’uomo sui bruti, e di esseri
intelligenti avete fatto una enorme mandria di bruti su cui agitate lo staffile e ai quali minacciate
morte anche se osano, soltanto nel loro interno, giudicarvi - e questo sangue e questi corpi non
celebrano, non servono, no, al sacrificio.
Il mio vi ottiene grazie e benedizioni. Questo vi ottiene condanna e maledizioni eterne. Sento
e vedo i gemiti e le torture degli oppressi, che voi sgozzate nell’anima e nella mente più ancora
che nel corpo. Non uno dei vostri soggetti è salvo dal vostro coltello, che li svuota della libertà,
della pace, della serenità, della fede, e che fa di loro degli ebeti morali, degli spauriti, dei
disperati, dei ribelli. Sento e vedo i rantoli degli uccisi e il sangue che bagna il vostro altare.
Povero sangue per il quale io ho misericordia che supera ogni misura e al quale perdono anche
l’errore, perché già l’uomo si è fatto ad esso punizione e Dio non infierisce là dove già si è
espiato.
Ma vi giuro che di quel sangue e di quei gemiti farò il vostro tormento eterno. Mangerete,
rigurgiterete, vomiterete sangue, affogherete in esso, avrete l’anima rintronata fino ad
impazzire di quei rantoli e di quei gemiti e sarete ossessionati da milioni di volti, che vi
grideranno i vostri milioni di delitti e vi malediranno. Questo troverete là dove vi attende il
padre vostro, re della menzogna e della crudeltà.
E dove è fra voi il Pontefice, il Sacerdote per la celebrazione del rito? Carnefici siete e non
sacerdoti. Quello non è un altare: è un patibolo. Quello non è un sacrificio: è una bestemmia.
Quella non è una fede: è un sacrilegio.
Scendete, o maledetti, prima che io vi fulmini con una morte orrenda. Fate una morte almeno
da bruti che si ritirano nella tana per morire, sazi di preda. Non attendete su quel vostro
piedistallo di dèi infernali che io vi consegni all’espiazione, fra i ludibri della moltitudine e le
sevizie dei seviziati d’ora. Vi è un limite. Ve lo ricordo. E non vi è pietà per chi scimmiotta Dio
e si rende simile a Lucifero.
E voi, o popoli, sappiate essere forti nella Verità e nella Giustizia. Le filosofie umane e le
dottrine umane sono tutte inquinate di scorie. Quelle di ora sono sature di veleno. Con i serpenti
velenosi non si scherza. Viene l’ora che il serpente esce dall’incantamento e vi vibra il morso
fatale. Non lasciatevi avvelenare.
Rimanete uniti a me. In me vi è giustizia, pace e amore. Non cercate altre giustizie. Vivete
l’Evangelo. Sarete felici. Vivete di me, in me. Non conoscerete le grandi gioie corporali. Io non
le do, queste: do le gioie vere, che non sono solo godimento della carne, ma anche dello spirito,
le gioie oneste, benedette, sante, che io ho concesse e sancite, quelle alle quali non ho ricusato di
prendere parte.
La famiglia, i figli, un onesto benessere, una patria prospera e tranquilla, una buona armonia
con i fratelli e con le nazioni. Ecco quello che io chiamo santo e che benedico. In esso avete anche
salute, perché la vita familiare, onestamente vissuta, dà sanità al corpo; in essa avete serenità,
perché un commercio o professione, onestamente compiuti, danno tranquillità di coscienza; in
esso avete pace e prosperità di patria e di paese, perché, vivendo in buona armonia con i
compaesani e con i popoli vicini, evitate i rancori e le guerre.
Nel vostro sangue fermenta il veleno di Satana, lo so, poveri figli miei. Ma io vi ho dato me
stesso per controveleno. Io vi ho insegnato a incidere su voi, in voi, il mio Segno che vince Satana.
Circoncidetevi lo spirito di me. Ben più alta e perfetta circoncisione! Essa leva alla vostra
carne quelle cellule in cui si annidano i germi di morte e vi innesta la Vita che io sono. Essa vi
spoglia dell’animalità e vi riveste di Cristo. Essa vi seppellisce come figli di Adamo colpevole, e
colpevoli voi pure per colpa originale e per colpe proprie, nel Battesimo e nella Confessione di
Cristo, e vi fa risorgere come figli dell’Altissimo.
Non separatevi da me. Io vi porterò bene ai Cieli se rimarrete parte di me, e anche - poiché
non siete tutti “cielo”, ma sempre in voi resta un poco del fango della Terra - ecco, io vi prometto
che la benedizione del Padre non mancherà neppure su questo vostro limo, perché non potrà il
Padre che benedire il Figlio suo, e la mia Potenza vi adombrerà talmente - se rimarrete in me,
se con me pregherete dicendo “Padre nostro” così come io vi ho insegnato - che il Padre vi darà
sia il Regno dei Cieli, come è chiesto nella prima parte, che il pane quotidiano e il perdono delle
colpe, come è chiesto nella seconda.
Se rimanete in me, come bambini nel seno della madre, il Padre nostro non potrà vedere che
la veste che vi veste: io, vostro Redentore, vostro Generatore al Cielo e Figlio suo; e sul Figlio -
oggetto di tutte le sue compiacenze, per il quale ha fatto, oltre a tutte le cose, anche il perdono
e la gloria, per gioia del suo Figlio, che vi vuole perdonati e gloriosi - farà piovere le sue grazie.
La vostra morte io l’ho distrutta con la mia. Le vostre colpe io le ho annullate con il mio
Sangue. In anticipo io le ho riscattate per voi. Tutto ho reso impotente a nuocervi nella vita
futura inchiodando il vostro male, da Adamo ad ogni singolo di voi, alla mia croce. Posso dire
di avere consumato tutto il veleno del mondo suggendo la spugna intrisa di fiele e aceto sul
Golgota e di avervi restituito quel male in bene perché, morendone, l’ho distillato, e dalla
mistura di morte ne ho fatta acqua di Vita, scaturita dal mio petto squarciato.
Rimanete in me con purità e fortezza. Non siate ipocriti, ma sinceri nella Fede. Non sono le
pratiche esteriori quelle che costituiscono fede e amore. Queste le hanno anche i sacrileghi, che
se ne servono per ingannare voi e procurarsi delle glorie umane. Questo voi non dovere essere.
Ricordatevi che, come vi ho rigenerati alla Vita della Grazie alla quale eravate morti, così vi
ho risuscitati con me alla Vita eterna. Mirate dunque a quel luogo di Vita. Cercate tutte le cose
che vi sono moneta per entrarvi. Tutte le cose dello spirito: la Fede, la Speranza, la Carità, le
altre Virtù che fanno dell’uomo un figlio di Dio.
Cercate la Scienza che non erra: quella contenuta nella mia dottrina. Questa è quella che vi
rende capaci di guidarvi in modo che il Cielo sia vostro.
Cercate la Gloria. Non la irrisoria e sovente colpevole gloria della Terra che io condanno
sovente e che non giudico essere sempre vera gloria, ma unicamente missione che Dio vi dà
perché ve ne facciate un mezzo per giungere alla Gloria celeste. La Gloria vera si ottiene con
un capovolgimento dei valori del mondo. Il mondo dice: “Godete, accumulate, siate superbi,
prepotenti, senza cuore, odiate per vincere, mentite per trionfare, incrudelite per imperare”.
Io invece vi dico: “Siate moderati, continenti, senza sete di carne, di oro, di potenza; siate
sinceri, onesti, umili, amorosi, pazienti, miti, misericordiosi. Perdonate chi vi offende, amate
chi vi odia, aiutate chi è meno felice di voi. Amate, amate, amate”.
In verità vi dico che non atto di amore, anche se minimo come un sospiro di compassione
verso chi soffre, passerà senza ricompensa. Infinita ricompensa in Cielo. Già grande
ricompensa, non comprensibile altro che da chi la prova, anche sulla Terra. Ricompensa della
pace di Cristo a tutti i miei buoni, della luminosità della Parola ai “buonissimi” nei quali io
vengo per trovare il mio conforto.
Miei cari figli, che amo di un amore ben più grande di tutto l’odio che circola come fluido
infernale sulla Terra, amatemi a vostra volta; qualunque cosa facciate o diciate, fatelo in nome
del vostro Gesù, rendendo così, per mezzo di lui, grazie a Dio Padre vostro, e la grazia del
Signore permarrà su voi come una forte protezione sulla Terra e un’aureola sicura per il Cielo”.