Il Prof. Paul Krugman, premio Nobel per l'Economia e saggista, non ha mai nascosto le sue idee in merito alla Crisi Greca, ma in questo periodo natalizio 2019 con una serie di tweet torna a sottolineare ancora una volta il suo pensiero al riguardo, prendendo spunto dalla presunta analogia tra il debito USA e il debito Greco. Di seguito si riporta la traduzione in italiano dei suoi diversi tweet (numerati) ed i grafici che egli fornisce a sostegno del suo pensiero:
<< È la stagione di rassegna per i pezzi del decennio . Una cosa che non ho visto notare dalla gente, tuttavia, è che siamo al decimo anniversario della crisi del debito greco, che è stata ampiamente trattata come un presagio di crisi fiscale ovunque 1 /
In realtà non era una cosa del genere. Paesi come gli Stati Uniti e il Regno Unito che prendono in prestito nella propria valuta non hanno mai avuto problemi. Ecco la Grecia (blu) v US (rosso) 2 /
In effetti, anche i paesi dell'euro hanno visto sciogliere le loro crisi del debito non appena Mario Draghi ha detto tre parole - "whatever it takes" - e il panico della liquidità si è concluso. Ecco il confronto Spagna-Germania 3 /
Ma l'analogia con la Grecia ha arrecato enormi danni, contribuendo a giustificare politiche di austerità che sono costate milioni di posti di lavoro e hanno notevolmente ritardato la ripresa. Senza quell'enorme errore politico, probabilmente non avremmo Trump e la Gran Bretagna non lascerebbe l'UE. 4 /
Quindi sono contento di aver visto grandi scuse per aver abusato della crisi greca da ... in realtà, non riesco a pensare a nessuno che abbia sbagliato che abbia ammesso l'errore o accettato alcuna responsabilità per le politiche distruttive 5 />>
Commento
Ci si chiede se a 10 anni di distanza da quell'evento sia possibile fare un bilancio razionale che non sia imputabile come strumentalizzazione di parte?
Per es. anche Schultz in una sua visita in Grecia, come Presidente del Parlamento UE, ebbe parole di scuse per le politiche di austerità, ma stranamente sui giornali italiani quegli articoli che ne parlavano sul web sono oggi introvabili e solo Schultz stesso può dire se quelle parole di scuse furono veramente pronunciate oppure no!
Il punto vero, però, non è tanto se politiche economiche "sbagliate" che hanno prodotto danno devono essere oggetto di scuse verso i cittadini, cosa che non sarebbe male da parte di governanti responsabili in una democrazia rappresentativa, quanto piuttosto se esse debbano e possano essere riconosciute come "errori" veri e propri al fine di intraprendere politiche diverse e correre ai ripari.
Se ciò non viene fatto vi può essere solo incapacità, aberrazione ideologica oppure interesse di parte. Per la verità, però, esiste anche una ulteriore possibilità, sebbene per qualcuno è annoverabile solo nella "fantapolitica". Vista la decrescita che il Rapporto EEB 2019 (Environmental European Bureau) invoca a causa della incompatibilità tra sviluppo e sostenibilità, non si può fare a meno di notare che un regime di austerità è esattamente ciò che ci vuole in un contesto di decrescita funzionale ad una "emergenza ambientale", peraltro già conclamata. Ma, se così fosse, un tale tipo di politica - in un regime a democrazia rappresentativa - non può essere operata in modo "occulto", ossia senza che i cittadini ed i Parlamenti Nazionali non ne siano minimamente informati e messi al corrente; se non altro al fine di garantire che tale politica venga generalizzata in base a criteri di equità condivisi ed accettati, forse tutti da individuare e decidere. A meno che tali criteri non siano stati già individuati, discussi ed approvati, senza però che coloro che ne devono sopportare il "peso" ne siano stato edotti. Cosa che fatti recenti su ben altro fronte (per es. MES) hanno fatto balenare, almeno come "mera possibilità" (non solo potenziale) nel seguire simili comportamenti.