venerdì 24 aprile 2020

ESEMPI DI RICATTI ED ESTORSIONI DA PARTE DELLE "NUOVE MAFIE" CHE OPERANO SUL WEB SENZA CHE LA PRIVACY E LA SICUREZZA INFORMATICA POSSA ESSERE IN ALCUN MODO GARANTITA IN CONCRETO

A titolo di esempio, tratto dalla triste realtà che viviamo, si riporta qui di seguito un tipico messaggio di quelle che possono essere chiamate le "nuove mafie" operanti sulla rete nel tentativo di ricatto ed estorsione nei confronti di vittime generalmente inconsapevoli ed innocenti. Tali tentativi, si desume, prendono in genere luogo dopo aver costruito e configurato a tavolino un "SEX CRIME" scegliendo un target in modo mirato, per profilo e caratteristiche desunte dalla rete stessa insieme al furto della password. Si può notare il ruolo di BITCOIN in queste vicende, che sembra essere una costante in molti casi e ci si domanda se non dovrebbe essere BITCOIN stessa a dover impedire che fatti di questo genere accadano, visto che si tratta di una valuta liberamente circolante, con un "potere di conio" che, sebbene virtuale, è effettivo in concreto. Non si tratta di casi unici o isolati e la polizia informatica questo lo sa bene. A tale riguardo si sottolinea di essere in possesso di documenti riguardanti un analogo caso di ricatto estortivo (nello stesso nucleo famigliare in cui è avvenuto il caso in esame) basato sul de-criptaggio di ben 16000 foto di famiglia che sono state preventivamente criptate in una sofisticata operazione di hackeraggio per poi richiedere analoghe somme in BITCOIN, con modalità simili (vedasi Fig. 3). Senza interventi risolutivi al riguardo ci si chiede come possa fare quasi da contro-altare a questo potere di conio virtuale la difficoltà posta a movimenti "populisti" o "sovranisti" o "separatisti" per specifiche rivendicazioni in merito alla loro possibile "sovranità monetaria".
Per ovvi motivi di privacy, i nomi e profili delle persone colpite sono stati resi non leggibili in questo post. E' stato lasciato visibile solo l'email da cui il messaggio è pervenuto, nella speranza che altri se ne possano difendere sapendo da dove arriva "il regalo".
Fig. 1 - Email ricevuta il 24/04/2020
Nella stessa giornata in cui il tentativo di ricatto ed estorsione è avvenuto è stato impossibile connettersi in tempi brevi con la Stazione di Polizia Informatica  competente per territorio e lo stesso dicasi per un tentativo di denuncia online in tempo reale.
Ci si domanda a che cosa serva spingere - in nome della "safety & security" oppure "reliability" (affidabilità) - l'informatizzazione dei sistemi telematici e di sicurezza pubblici e privati se i risultati alla fine devono comunque essere questi, con grande disagio di tutti.
Un mondo futuro siffatto fa veramente paura, poiché la realtà può essere del tutto "virtuale" e creata ad hoc con un profilo accusatorio per elementi specifici individuati "a tavolino" sulla base di un profilo pre-determinato della vittima da colpire. Forse è la paura il prodotto vero tra tanti sottoprodotti?
Le persone coinvolte, certe di non aver commesso i fatti in cui sono state strumentalmente incastonate e viste le difficoltà incontrate ad operare online in tempo reale, oppure di persona in tempo di limitazioni logistiche per il coronavirus, non hanno sporto denuncia, ma sono ben liete di mettere a disposizione della polizia informatica tutti i dati e documenti in proprio possesso affinché i responsabili di queste indegne azioni, che portano non poco scompiglio in un nucleo famigliare, vengano individuati, processati e puniti.

APPENDICE
(ulteriori tentativi, precedenti o successivi, e relativa documentazione):
Fig. 2 - Ulteriore tentativo - Email del 25/04/2020


Fig.3 - Messaggio ricevuto in un precedente
 tentativo di estersone - Le 16000 foto di
 famiglia sono irrecuperabili



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