Il silenziamento di alcune voci dissidenti rispetto al mainstream predominante nel WEB è ormai un fatto acclarato e praticato senza mezze misure sia nei confronti di personaggi e organizzazioni di grande risonanza mediatica, sia nei confronti di voci apparentemente marginali sui social media. Spesso ci si interroga sulla liceità di tali azioni nel contesto dei diritti di libera espressione garantiti in molte costituzioni. Talvolta sembra, però, che in questo silenziamento si badi piuttosto ai contenuti di senso anziché alla forma, visto che di trivialità e volgarità se ne incontrano sulla rete ad ogni passo.
Insomma, il WEB incomincia a divenire imprevedibile e misterioso. Talvolta alcuni elementi (tweet, o post , o altro) visualizzati, ma non salvati attraverso download, scompaiono letteralmente e non se ne trova più traccia. Davanti a tali episodi non sempre si sa se si è in presenza di azioni di censura, eventualmente motivata, da parte dei gestori della rete, oppure dinanzi ad episodi incidentali. L'hackeraggio e la violazione della privacy è all'ordine del giorno, nei confronti di ogni tipo di organizzazione (per es. Google stessa!) anche sui nostri stessi personal computers o smartphone. La tecnologia è andata avanti, ma il suo uso autocratico inizia a prospettare, a giudizio di alcuni, il ritorno all'epoca dei "pizzini", seppur in forme del tutto nuove!
Qui di seguito, a titolo di esempio, si riporta il contenuto di un post estratto da un blog seguito "per commenti" e che è misteriosamente scomparso, senza permettere il commento a spunti molto interessanti. In questo caso però il contenuto è rimasto memorizzato su una mail e viene qui di seguito riportato, in forma anonima, ossia senza citarne l'autore, con l'intenzione di esprimere il commento che pure era stato messo a punto prima che il post divenisse introvabile:
«Da alcuni è stato detto, e talora
auspicato, che in Europa sia in corso un processo di sostituzione di
popolazione e, se si guarda con attenzione ai dati demografici, ci si può
rendere facilmente conto che ciò è vero, almeno in parte e probabilmente con tempi
più lunghi di quanto i soliti "profeti di sventura" amino sostenere.
Dobbiamo pertanto chiederci cosa
possa restare in vita della civiltà occidentale se tale processo dovesse
giungere a compimento, e con tristezza dobbiamo dire che la risposta è: ben poco.
Le nuove popolazioni potranno forse assorbirne parte, ma fondamentalmente
conserveranno la loro cultura, pur mitigata dagli influssi della scomparsa
civiltà occidentale. La storia non ci fornisce alcun esempio di civiltà
sopravvissuta ad una sostituzione di una parte considerevole della popolazione,
neanche l'Impero Romano - infatti io non sto scrivendo in latino - mentre ci
fornisce molti esempi di civiltà sopravvissute per secoli ed anche millenni a
sostituzioni anche traumatiche della classe dirigente: bastino in questa sede
gli esempi della Cina ed, in minor misura, della Persia.
Un'altra categoria di profeti vede in tutto ciò un oscuro disegno non ben definito. Anche ciò può avere una parte di verità, tuttavia è bene che coloro che eventualmente coltivassero simili progetti studino un po' di storia, in tal modo potranno rendersi conto che non esiste alcun esempio di classe dirigente sopravvissuta al crollo della propria civiltà.»
Un Commento per porre un Interrogativo
I Padri avevano espresso la loro critica:
«Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!»
(Vedasi Purgatorio, canto VI, vv. 76-78)
Come pure:
«Libertà va cercando, ch'è sì cara, come sa chi per
lei vita rifiuta»
°°° °°° °°°
Il loro avvertimento "paterno" sembra sia stato vano oggi, ma non in epoca risorgimentale, poiché nell'Inno di Mameli ce ne ha lasciato di ulteriori:
«Noi fummo da secoli
calpesti, derisi,
perché non siam popolo,
perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
bandiera, una speme:
di fonderci insieme
già l'ora suonò.
Uniamoci, amiamoci,
l'unione e l'amore
rivelano ai popoli
le vie del Signore.
Giuriamo far libero
il suolo natio:
uniti, per Dio,
chi vincer ci può? »
°°° °°° °°°
Cosicchè, oggi,................consumati dal
.........rancore per il male ed i torti subìti siamo divenuti, senza reazione, senza neppure un sussulto di dignitoso orgoglio, "Spettatori della nostra stessa fine"?
Uno dei brani citati è mio ed anche se è stato cancellato dalle reti di comunicazione sociale si trova ancora qui https://dicastri.club/2021/05/22/sostituzione-della-popolazione/ e non mi sembra sia contrario né alla morale né all'ordine pubblico. Io posso comprendere che, in situazioni eccezionali, possa essere necessario introdurre una censura (ad esempio: durante una guerra) ma essa deve essere (1) deliberata per legge e non dal gestore di un sito (2) con chiara definizione di ciò che si può o non si può dire e (3) con un legittino organo di controllo e non governata da un algoritmo, peraltro non pubblico.
RispondiEliminaGrazie del suo riconoscimento Presidente, anche se lo noto tardivamente. Considero onorifico ospitare i suoi rilievi su questo blog. Grazie ancora!
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