Occorre introdurre flessibilità in uscita nel sistema pensionistico "in tempi stretti" anche perché "c'é una penalizzazione molto forte dei giovani e dato il livello della disoccupazione giovanile c'é il rischio di avere intere generazioni perdute all'interno del nostro Paese". Lo ha detto il presidente dell'Inps, Tito Boeri, sottolineando come in Italia i livelli della disoccupazione giovanile siano "assolutamente intollerabili".
http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2016/04/19/lavoro-boeri-rischio-generazione-perduta-in-italia_06ab79b7-2af3-4db0-9228-fe20dd731cac.html
E' assolutamente angosciante l'ostinazione dell' establishment italiano nel procrastinare la soluzione dei problemi posti dalla necessità di flessibilità in uscita dal sistema lavorativo nostrano e creati dalla mancanza di gradualità della "Riforma Fornero". Il Prof. Boeri, messo alla guida dell'INPS, sta compiendo ogni sforzo per sensibilizzare il sistema decisorio italiano, ma resta inascoltato, proprio da coloro che gli hanno affidato un serio mandato per il Paese. Eppure le priorità sono già individuate:
- gli over sixty rimasti senza lavoro e senza pensione a causa proprio della "Riforma Fornero" pur avendo maturato 39 anni di contribuzione al sistema previdenziale italiano;
- i giovani disoccupati (soprattutto con laurea e diploma in tasca) che ormai costituiscono un insieme così numeroso come l'area metropolitana romana;
- i tanti sessantenni "di peso" al sistema produttivo italiano che pur avendo maturato un rilevante numero di anni di contribuzione, non riescono a "far spazio" alle nuove leve pur volendolo.
E' una situazione kafkiana che resta irrisolta per i vincoli di bilancio e per i costi che l'attuazione della flessibilità comporta, sebbene una piccola valutazione di tipo "costi-benefici", soprattutto sociali, mostrerebbe immediatamente quale strada intraprendere senza esitazione.
La cronaca delle settimane più recenti riporta gli encomiabili tentativi di Boeri di mettere in agenda per una rapida soluzione questo drammatico argomento. La vita e il futuro, non solo lavorativo, di molti giovani e la serenità che meriterebbero molti anziani a fine carriera è messa a rischio, al punto che si parla del rischio di "generazioni perdute" in Italia.
Se i vincoli di bilancio imposti dall'Europa portano tutto questo come si può sperare che le future generazioni guardino all'Europa con fiducia?
L'Europa è stata per gli Italiani sempre un grande valore, ma siamo giunti ad un punto che non si può più volere l'Europa ad ogni costo, perché i costi che stanno pagando i nostri giovani e i nostri anziani, e con essi il futuro del nostro Paese, sono smisurati e stanno producendo danni irreversibili nello spirito della nazione.
Nessun commento:
Posta un commento