E' possibile che qualcuno, spinto da spirito cristiano - si dedichi agli altri, ancorché appartenenti al proprio Gruppo o Popolo, e trascuri la propria Famiglia? E' un tema complesso, ma forse qualche risposta la possiamo trovare in Isaia 58, 6-10, una delle letture della Messa domenicale di oggi (Bibbia CEI 2008) :
6Non è piuttosto questo il digiuno che voglio:
sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi
e spezzare ogni giogo?
7Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato,
nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza trascurare i tuoi parenti?
8Allora la tua luce sorgerà come l’aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia,
la gloria del Signore ti seguirà.
9Allora invocherai e il Signore ti risponderà,
implorerai aiuto ed egli dirà: «Eccomi!».
Se toglierai di mezzo a te l’oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
10se aprirai il tuo cuore all’affamato,
se sazierai l’afflitto di cuore,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
la tua tenebra sarà come il meriggio.
La centralità degli obblighi verso la propria Famiglia è qui riaffermata senza precludere, ma anzi obbligando, la solidarietà e la condivisione con gli altri in armonia con i dettami cristiani.
In analogia si può, anche con ragione, sostenere che il proprio Popolo è una "estensione" della propria Famiglia; inoltre un Popolo che condivide uno stesso territorio e uno stesso sistema normativo costituisce una Nazione.
Ciò detto, appare ammissibile che - in questi tempi di migrazioni di massa e di accoglienza - che qualcuno, spinto da spirito cristiano - si dedichi agli altri non appartenenti al proprio Gruppo, e trascuri membri del proprio Popolo? Sembrerebbe ragionevole rispondere NO! Ma, allora, perché suona "scandalo" allorquando si sottolinea che non si può avere giusta premura verso i rifugiati ed i migranti e poi tralasciare i nostri disoccupati, i nostri emarginati, i nostri esclusi?
Il Segno di Comunione è quello frangere il Pane, ed il Pane va condiviso e non dato a all'uno attraverso la negazione all'altro. Siamo chiamati alla Solidarietà, ma non a spese di qualcuno. Abbiamo obblighi verso il Prossimo, senza trascurare chi ci è più Prossimo.
Chi ha orecchie per intendere intenda!
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