sabato 11 giugno 2016

UN MONITO DAI QUADERNI VALTORTIANI (Lo ricorda la Newsletter - Flash N°. 435 12 giugno 2016 di Popolari Liberi e Forti)

http://www.popolariliberieforti.it/flash/flash435.pdf

L’11 gennaio 1944 Hitler fece un discorso contro la Chiesa, dicendo, fra l’altro, che “i sacerdoti non sono necessari né a Dio né alle anime, perché sono dei mestieranti; quando sarà finita la guerra, naturalmente con la vittoria della Germania, un nuovo vero culto sarà instaurato, nuovi veri templi saranno aperti e là i fedeli della nuova fede andranno a veder consumare il sacrificio in cui sarà portato il pane dato al popolo tedesco e il sangue del medesimo”. Sei giorni dopo, il 17 gennaio 1944, Maria Valtorta (1897-1961) trascrisse il seguente dettato, riportato a pag. 66-71 ne I QUADERNI DEL 1944 (Centro Editoriale Valtortiano), dove Gesù definisce Hitler “uno dei più grandi figli di Satana (…) che bandisce una nuova fede, che è parodia tragica, sacrilega, maledetta della mia Fede (…). Carnefici siete e non sacerdoti. Quello non è un altare: è un patibolo. Quello non è un sacrificio: è una bestemmia. Quella non è una fede: è un sacrilegio. (…) Non vi è pietà per chi scimmiotta Dio e si rende simile a Lucifero”. L’uso irresponsabile del potere terreno, di tutti i tipi, è sempre stato causa di ingiustizie sociali e di tragedie umane, di cui il mondo è stato inorridito spettatore. L’uso responsabile è possibile, quando è fondato sulla vera Fede. 

VIVETE L’EVANGELO, SARETE FELICI 

Dice Gesù: “Di Fede ce n’è una sola che sia vera. La mia. Così come io ve l’ho data, gemma divina la cui luce è vita. In essa Fede non basta rimanere di nome così come rimane un pezzo di marmo messo per caso in una stanza. Ma occorre fondersi ad essa e fare di essa parte di voi. È vita per voi l’abito che portate? Vi diviene forse carne e sangue? No. È un indumento che vi è utile, ma che, se ve lo togliete per indossarne un altro, non togliete nulla al vostro interno. Mentre il cibo che prendete si fa vostro sangue e vostra carne. È parte, ed essenziale, di voi, perché senza sangue e senza carne non potreste vivere e senza cibo non avreste carne e sangue. Lo stesso è della Fede. Non deve essere una cosa appoggiata in date ore su voi, così come un velo per apparire più belli e sedurre i fratelli, ma deve essere parte intrinseca di voi, inseparabile da voi, vitale in voi. La fede non è soltanto speranza di cose credute, la fede è realtà di vita. Vita che comincia qui, in questa chimera della vita umana, e che si compie nell’al di là, in quel vivere eterno che vi attende. Oggi sta accadendo una grande eresia, una sacrilega eresia. Il figlio di Satana, uno dei più grandi, non il più grande che è Giuda, non il più grande che sarà l’Anticristo, ma uno di quelli ora viventi per castigo dell’uomo che ha adorato l’uomo e non Dio, dandosi la morte attraverso l’uomo, mentre io, Dio, avevo dato all’uomo la Vita attraverso la mia morte - meditate questa differenza - il figlio di Satana bandisce una nuova fede che è parodia tragica, sacrilega, maledetta della mia Fede. Si bandisce un nuovo vangelo, si fonda una nuova chiesa, si eleva un nuovo altare, si innalza una nuova croce, si celebra un nuovo sacrificio. Vangelo, chiesa, altare, croce, sacrificio di uomo. Non di Dio. Uno è il Vangelo: il mio. Una è la Chiesa: la mia, cattolica romana. Uno è l’Altare: quello consacrato dall’olio, dall’acqua e dal vino; quello fondato sulle ossa di un martire e di un santo di Dio. Una è la Croce: la mia. Quella da cui pende il Corpo del Figlio di Dio: Gesù Cristo; quella che ripete la figura del legno che io ho portato con infinito amore e con tanta fatica sino alla cima del Calvario. Non ci sono altre croci. Vi possono essere altri segni, dei geroglifici simili a quelli scolpiti negli ipogei dei Faraoni o sulle stele degli Atzechi, segni, niente più che segni di uomo o di Satana, ma non croci, ma non simbolo di tutto un poema di amore, di redenzione, di vittoria su tutte le forze del Male, quali che siano. Dal tempo di Mosè ad ora e da ora al momento del Giudizio, una sarà la croce: quella simile alla mia, quella che portò me, quella che io porterò con me quando vi apparirò Giudice e Re per giudicare tutti: voi, o miei benedetti credenti nel mio Segno e nel mio Nome; e voi, maledetti sacrileghi, che avete abbattuto dai templi, dagli stati e dalle coscienze il mio Segno e il mio Nome sostituendovi la vostra sigla satanica e il vostro nome di satanici. Uno è il Sacrificio: quello che ripete misticamente il mio, e nel pane e nel vino vi dà il mio Corpo e il mio Sangue immolato per voi. Il sangue e i corpi che voi immolate, o feroci sacrificatori di chi vi è soggetto e dei quali disponete - poiché ne avete fatto corpi di galeotti al remo, marcati del vostro segno come fossero bestie da macello, resi incapaci anche di pensare, poiché avete rubato, interdetto, colpito questa sovranità dell’uomo sui bruti, e di esseri intelligenti avete fatto una enorme mandria di bruti su cui agitate lo staffile e ai quali minacciate morte anche se osano, soltanto nel loro interno, giudicarvi - e questo sangue e questi corpi non celebrano, non servono, no, al sacrificio. Il mio vi ottiene grazie e benedizioni. Questo vi ottiene condanna e maledizioni eterne. Sento e vedo i gemiti e le torture degli oppressi, che voi sgozzate nell’anima e nella mente più ancora che nel corpo. Non uno dei vostri soggetti è salvo dal vostro coltello, che li svuota della libertà, della pace, della serenità, della fede, e che fa di loro degli ebeti morali, degli spauriti, dei disperati, dei ribelli. Sento e vedo i rantoli degli uccisi e il sangue che bagna il vostro altare. Povero sangue per il quale io ho misericordia che supera ogni misura e al quale perdono anche l’errore, perché già l’uomo si è fatto ad esso punizione e Dio non infierisce là dove già si è espiato. Ma vi giuro che di quel sangue e di quei gemiti farò il vostro tormento eterno. Mangerete, rigurgiterete, vomiterete sangue, affogherete in esso, avrete l’anima rintronata fino ad impazzire di quei rantoli e di quei gemiti e sarete ossessionati da milioni di volti, che vi grideranno i vostri milioni di delitti e vi malediranno. Questo troverete là dove vi attende il padre vostro, re della menzogna e della crudeltà. E dove è fra voi il Pontefice, il Sacerdote per la celebrazione del rito? Carnefici siete e non sacerdoti. Quello non è un altare: è un patibolo. Quello non è un sacrificio: è una bestemmia. Quella non è una fede: è un sacrilegio. Scendete, o maledetti, prima che io vi fulmini con una morte orrenda. Fate una morte almeno da bruti che si ritirano nella tana per morire, sazi di preda. Non attendete su quel vostro piedistallo di dèi infernali che io vi consegni all’espiazione, fra i ludibri della moltitudine e le sevizie dei seviziati d’ora. Vi è un limite. Ve lo ricordo. E non vi è pietà per chi scimmiotta Dio e si rende simile a Lucifero. E voi, o popoli, sappiate essere forti nella Verità e nella Giustizia. Le filosofie umane e le dottrine umane sono tutte inquinate di scorie. Quelle di ora sono sature di veleno. Con i serpenti velenosi non si scherza. Viene l’ora che il serpente esce dall’incantamento e vi vibra il morso fatale. Non lasciatevi avvelenare. Rimanete uniti a me. In me vi è giustizia, pace e amore. Non cercate altre giustizie. Vivete l’Evangelo. Sarete felici. Vivete di me, in me. Non conoscerete le grandi gioie corporali. Io non le do, queste: do le gioie vere, che non sono solo godimento della carne, ma anche dello spirito, le gioie oneste, benedette, sante, che io ho concesse e sancite, quelle alle quali non ho ricusato di prendere parte. La famiglia, i figli, un onesto benessere, una patria prospera e tranquilla, una buona armonia con i fratelli e con le nazioni. Ecco quello che io chiamo santo e che benedico. In esso avete anche salute, perché la vita familiare, onestamente vissuta, dà sanità al corpo; in essa avete serenità, perché un commercio o professione, onestamente compiuti, danno tranquillità di coscienza; in esso avete pace e prosperità di patria e di paese, perché, vivendo in buona armonia con i compaesani e con i popoli vicini, evitate i rancori e le guerre. Nel vostro sangue fermenta il veleno di Satana, lo so, poveri figli miei. Ma io vi ho dato me stesso per controveleno. Io vi ho insegnato a incidere su voi, in voi, il mio Segno che vince Satana. Circoncidetevi lo spirito di me. Ben più alta e perfetta circoncisione! Essa leva alla vostra carne quelle cellule in cui si annidano i germi di morte e vi innesta la Vita che io sono. Essa vi spoglia dell’animalità e vi riveste di Cristo. Essa vi seppellisce come figli di Adamo colpevole, e colpevoli voi pure per colpa originale e per colpe proprie, nel Battesimo e nella Confessione di Cristo, e vi fa risorgere come figli dell’Altissimo. Non separatevi da me. Io vi porterò bene ai Cieli se rimarrete parte di me, e anche - poiché non siete tutti “cielo”, ma sempre in voi resta un poco del fango della Terra - ecco, io vi prometto che la benedizione del Padre non mancherà neppure su questo vostro limo, perché non potrà il Padre che benedire il Figlio suo, e la mia Potenza vi adombrerà talmente - se rimarrete in me, se con me pregherete dicendo “Padre nostro” così come io vi ho insegnato - che il Padre vi darà sia il Regno dei Cieli, come è chiesto nella prima parte, che il pane quotidiano e il perdono delle colpe, come è chiesto nella seconda. Se rimanete in me, come bambini nel seno della madre, il Padre nostro non potrà vedere che la veste che vi veste: io, vostro Redentore, vostro Generatore al Cielo e Figlio suo; e sul Figlio - oggetto di tutte le sue compiacenze, per il quale ha fatto, oltre a tutte le cose, anche il perdono e la gloria, per gioia del suo Figlio, che vi vuole perdonati e gloriosi - farà piovere le sue grazie. La vostra morte io l’ho distrutta con la mia. Le vostre colpe io le ho annullate con il mio Sangue. In anticipo io le ho riscattate per voi. Tutto ho reso impotente a nuocervi nella vita futura inchiodando il vostro male, da Adamo ad ogni singolo di voi, alla mia croce. Posso dire di avere consumato tutto il veleno del mondo suggendo la spugna intrisa di fiele e aceto sul Golgota e di avervi restituito quel male in bene perché, morendone, l’ho distillato, e dalla mistura di morte ne ho fatta acqua di Vita, scaturita dal mio petto squarciato. Rimanete in me con purità e fortezza. Non siate ipocriti, ma sinceri nella Fede. Non sono le pratiche esteriori quelle che costituiscono fede e amore. Queste le hanno anche i sacrileghi, che se ne servono per ingannare voi e procurarsi delle glorie umane. Questo voi non dovere essere. Ricordatevi che, come vi ho rigenerati alla Vita della Grazie alla quale eravate morti, così vi ho risuscitati con me alla Vita eterna. Mirate dunque a quel luogo di Vita. Cercate tutte le cose che vi sono moneta per entrarvi. Tutte le cose dello spirito: la Fede, la Speranza, la Carità, le altre Virtù che fanno dell’uomo un figlio di Dio. Cercate la Scienza che non erra: quella contenuta nella mia dottrina. Questa è quella che vi rende capaci di guidarvi in modo che il Cielo sia vostro. Cercate la Gloria. Non la irrisoria e sovente colpevole gloria della Terra che io condanno sovente e che non giudico essere sempre vera gloria, ma unicamente missione che Dio vi dà perché ve ne facciate un mezzo per giungere alla Gloria celeste. La Gloria vera si ottiene con un capovolgimento dei valori del mondo. Il mondo dice: “Godete, accumulate, siate superbi, prepotenti, senza cuore, odiate per vincere, mentite per trionfare, incrudelite per imperare”. Io invece vi dico: “Siate moderati, continenti, senza sete di carne, di oro, di potenza; siate sinceri, onesti, umili, amorosi, pazienti, miti, misericordiosi. Perdonate chi vi offende, amate chi vi odia, aiutate chi è meno felice di voi. Amate, amate, amate”. In verità vi dico che non atto di amore, anche se minimo come un sospiro di compassione verso chi soffre, passerà senza ricompensa. Infinita ricompensa in Cielo. Già grande ricompensa, non comprensibile altro che da chi la prova, anche sulla Terra. Ricompensa della pace di Cristo a tutti i miei buoni, della luminosità della Parola ai “buonissimi” nei quali io vengo per trovare il mio conforto. Miei cari figli, che amo di un amore ben più grande di tutto l’odio che circola come fluido infernale sulla Terra, amatemi a vostra volta; qualunque cosa facciate o diciate, fatelo in nome del vostro Gesù, rendendo così, per mezzo di lui, grazie a Dio Padre vostro, e la grazia del Signore permarrà su voi come una forte protezione sulla Terra e un’aureola sicura per il Cielo”. 

venerdì 10 giugno 2016

LAVORO: NEL PRIMO TRIMESTRE DEL 2016 242 MILA OCCUPATI IN PIU’? Qualche precisazione!

Tutti i quotidiani nazionali hanno sottolineato in questi giorni, a grandi titoli, che nel mondo del lavoro nel primo trimestre 2016 si sono avuti 242 MILA OCCUPATI IN PIU’. Anche la Redazione del quotidiano on-line In Terris (d’ispirazione cristiana), in modo piuttosto asettico e senza consentire commenti ai lettori, ha trattato l’argomento e come sottotitolo si ritrova il seguente :
L'Istat: "Gli indicatori di mercato segnano un miglioramento". Renzi: "Cancellare l'articolo 18 ha permesso di assumere"
Senza voler entrare nel merito del dibattito sulla cancellazione dell’articolo 18, cui il capo del governo sembra comunque attribuire poteri taumaturgici per la cura della disoccupazione in Italia, si dovrebbe far notare che :
1)      242 mila occupati in più sono “pannicelli caldi” per curare una malattia grave che mostra oltre 2,5 milioni di disoccupati nel nostro Paese, gran parte dei quali ingrossano le file della disoccupazione giovanile ed intellettuale, senza contare i delusi e sconcertati che ormai un lavoro hanno smesso di cercarlo e che porterebbe molto oltre le cifre ufficiali sulla disoccupazione.

2)      Non viene mai sottolineato abbastanza che gran parte degli occupati usufruiscono di posizioni di lavoro piuttosto precarie ed è ormai divenuto fatto ricorrente trovare nel precariato geometri che fanno i restauratori di mobili, laureati in scienze della comunicazione che fanno i cuochi, archeologi che svolgono mansioni ambulanti di promozione di grandi marche di sigarette,  laureati in scienze politiche che vendono in strada abbonamenti a riviste, laureati in ingegneria che sono costretti a fare i barman o gli operatori di call center. Certamente tutti lavori onorevoli, anche se precari e a più basso salario rispetto alla media, ma non certo ciò che loro stessi, le loro famiglie e lo Stato che ha investito sui loro studi si sarebbero potuto legittimamente aspettare.

3)      L’assenza di una vera politica da parte dello Stato per i disoccupati che l’automazione e le nuove tecnologie  producono in gran numero, a cominciare dal settore bancario  (si pensi a impiegati di banca sostituiti dall’home banking) e commerciale (si pensi a cassiere sostituite da casse automatizzate), per finire a quello industriale e dei servizi; mentre autorevoli esponenti delle istituzioni nazionali individuano grottescamente spazi di occupazione nel settore agricolo già conteso da manodopera “a perdere” costituita da poveri diseredati ammucchiati in tendopoli e baraccopoli per impieghi stagionali per mera sopravvivenza a livelli offensivi della dignità umana.

4)      Si assiste anche alla generalizzazione sistemica della partita IVA (o anche vaucher) ai lavoratori precari e sottopagati, che  se da un lato offre il pregio di sgravare e snellire le imprese dai costi fissi e dalla gestione del personale, dall’altro non consente alla gente che lavora di programmare un minimo il proprio futuro, al punto che socialmente si generalizza il modello della “convivenza” invece del modello “famigliare” essendo lo stesso matrimonio divenuto un “lusso per persone abbienti” a detta dei diretti interessati che vi aspirano.  Per dipiù, veri specialisti, professionisti a partita IVA impiegati in questa configurazione per anni da aziende che poi falliscono, non hanno diritto ad alcuna indennità di disoccupazione in attesa di un ricollocamento.

Ogni miglioramento dell’occupazione è certamente una buona notizia, ma va contestualizzata nella realtà che viviamo senza puntare su effetti suggestivi per migliorare il consenso politico all’azione di governo. I governi vanno giudicati alla fine del loro mandato per ciò che hanno compiuto e non per le suggestioni che possono aver creato. Volenti o nolenti.

Soprattutto non va mai dimenticato che la promozione della famiglia non implica solo la salvaguardia e protezione della vita del feto sin dal grembo materno, quindi  in termini di diffusione di cultura anti-abortistica, bensì anche e soprattutto il riconoscimento della dignità della vita in termini più generali affinché si possano diffondere condizioni di vita dignitose che solo un serio lavoro può dare; condizioni che preparino ad una procreazione responsabile, in modo che quel nascituro possa essere accolto cresciuto ed educato nell’ambito di una famiglia “normale” e sostenuto da un credo rispettoso della dignità di ogni essere umano.  


Rocco Morelli

giovedì 9 giugno 2016

LA PACE NEL MONDO: ISLANDA AL TOP, ITALIA 39ª (Estratto da un articolo de La Stampa)












QUANTO COSTA LA VIOLENZA  
Un altro dato preoccupante è il costo globale di conflitti e violenze: 13mila miliardi, equivalenti al 13.4% del Pil mondiale, ovvero le economie di Canada, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito sommate. Se la violenza globale diminuisse del 10%, secondo i calcoli del rapporto, ci sarebbero 1,3 mila miliardi da investire: sei volte la cifra dei prestiti per salvare la Grecia e 10 volte l’ammontare degli investimenti per l’assistenza dei Paesi poveri.





























sabato 4 giugno 2016

NO COMMENT !

An article from International Monetary Fund - FINANCE & DEVELOPMENT, June 2016, Vol. 53, No. 2
http://www.imf.org/external/pubs/ft/fandd/2016/06/ostry.htm

Neoliberalism: Oversold?

Instead of delivering growth, some neoliberal policies have increased inequality, in turn jeopardizing durable expansion.



Il Fmi boccia il neoliberismo: stop austerity e controllo sugli investimenti