domenica 31 marzo 2019

TEORIA ECONOMICA DEL VALORE : CHE COS'E' IL VALORE ECONOMICO OGGI?

In merito al tema del valore economico i vecchi libri di economia riportavano la teoria dell'Abate Galiani che attribuiva il valore economico di un bene o alla rarità (metalli preziosi, gioielli, etc.) oppure all'utilità. Proprio per la sua utilità e centralità nella vita umana - e non solo per aspetti riguardanti potere e territorialità - i fisiocratici francesi attribuivano grande valore alla terra, che presentava doti di "(ri-)producibilità" e quindi di apertura alla strada del concetto di rendita (funzionale all'aristocrazia terriera di quel tempo). Sebbene i classici (ed in primis A. Smith) avessero ben riconosciuto il lavoro,  i commerci e l'impresa (funzione organizzatrice dei fattori produttivi) come generatori di valore, occorre giungere alle teorie socialiste e soprattutto marxiste per assistere ad un tentativo di ricondurre in modo preponderante al solo lavoro la capacità di generare valore economico. La rivoluzione industriale e il conseguente taylorismo, sostenuti - secondo una visione weberiana da un' "etica protestante" (seppur preesistente in molti scritti cattolici ante Riforma) hanno fatto nascere il capitalismo occidentale che ha poi compiuto, pur con i limiti che solo oggi si vanno (ri-)scoprendo, il miracolo di liberare una buona parte dell'umanità dalla fame e dalla scarsità (naturalmente a spese delle risorse della Terra), ma lasciando sostanzialmente inalterate e talvolta peggiorando le condizioni di quella parte più povera di "umanità quasi dimenticata". Ma in tutto l'arco temporale della storia umana, la prerogativa di coniare moneta è stata prerogativa nobiliare riservata a re e reggenti di popoli e nazioni, che (man mano che il processo di democratizzazione della società proseguiva) la adottavano  nei confronti delle comunità che erano a loro sottoposte in virtù della forza, oppure del potere loro conferito per "volontà di dio" o per "volontà di dio e grazia della nazione", o infine per disposizione costituzionale come avviene nelle moderne repubbliche che per governare adottano un sistema democratico e di rappresentanza basato sul consenso dei governati. Con il sistema Gold Standard, sviluppatosi per far fronte ai commerci internazionali, le diverse autorità con potere di conio (emissione di carta moneta) dovevano dotarsi di opportune riserve auree in proporzione alla carta moneta che mettevano in circolazione. Con l'abbandono del sistema Gold Standard (che poneva l'oro come corrispettivo ultimo a garanzia di un qualunque ammontare di  carta moneta) l'avvento della visione keynesiana dell'economia - che pur riconosceva gran valore al lavoro e al pieno impiego dei fattori produttivi e delle forze del lavoro in particolare - il sistema aureo di garanzia ha sostanzialmente finito per essere  abbandonato. Quasi dimenticando l'effettiva interconnessione dei sistemi economici prodotta dai commerci internazionali, si è sviluppata nel tempo, tra le autorità monetarie (strettamente coincidenti con le autorità di governo territoriali) una sorta di guerra basata su due elementi fondamentali (pur non nuovi, ma sempre presenti nella storia economica fin dagli albori delle civiltà) : da un lato il debito e dall'altra l'inflazione. Questi due elementi, peraltro, come ci spiega bene la Teoria Monetaria Moderna sono interconnessi (vedasi https://roccomorelli.blogspot.com/2017/11/un-breve-cenno-sulla-teoria-monetaria.html), poiché il deficit di bilancio alla base del debito è ricchezza che le autorità monetarie mettono a disposizione delle comunità che ad esse sono sottoposte; mentre invece il surplus di bilancio (contrario del deficit) è ricchezza che dalle comunità viene ritirata attraverso la tassazione o l'inflazione che incide sul potere reale e non nominale di un determinato ammontare di carta moneta. Soltanto ai nostri giorni, attraverso la globalizzazione, il potere di conio (ossia quello di stampare carta moneta), o meglio il suo equivalente moderno, è passato "di fatto" - attraverso le cartolarizzazioni, la creazione dei cosiddetti "derivati", il gioco borsistico, i commerci internazionali, etc. - dalle mani dei governanti nelle mani delle banche e "dei mercati". Questi fenomeni e "strumenti innovativi" per la creazione di valore (dal nulla) in un sistema privo di garanzie (che in passato era offerto dal Gold Standard) hanno mostrato la loro capacità di innescare crisi generalizzate e si accompagnano ad una evidente perdita di capacità di governo e credibilità di quelle istituzioni ed autorità. Oggi c'è chi parla di un ritorno al Gold Standard seppur modificato rispetto al passato (vedasi  https://www.goldmoney.com/research/goldmoney-insights/the-return-to-a-gold-exchange-standard ).
Sembra ragionevole affermare che nella società moderna il valore e la ricchezza economica abbiano perso il loro significato originario ed abbiano assunto forme più "cartacee" e addirittura "evanescenti" (vedasi anche link in calce) esponendosi così a repentine variazioni determinate in particolare da crisi cicliche/strutturali che mettono a repentaglio non solo la produttività del capitale detenuto, ma addirittura la sua stessa esistenza. Tutto questo, associato alla globalizzazione, ha avuto ed ha tuttora l'effetto di far variare e spostare il baricentro del potere economico divenuto più esposto e mutevole rispetto al passato, associandolo ad una impredicibilità strutturale ed intrinseca che non favorisce condizioni di stabilità necessarie allo sviluppo. In tali mutevoli e impredicibili condizioni è ragionevole attendersi una ripresa della prevalenza associata alla Forza Militare rispetto a quella del Potere Economico?

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2018-02-02/per-i-colossi-tech-42-miliardi-utili-tre-mesi-215251.shtml?uuid=AEd7bhtD

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-04-11/riserve-valuta-cina-valgono-112000.shtml?uuid=Ab2nFEmH

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2017-07-23/le-borse-ora-valgono-piu-pil-pianeta-quali-sono-rischi-160220.shtml?uuid=AEC0lr1B

La Rottamazione Umana tra I Valori Europei?

 Si riporta qui di seguito un estratto da "IL ROSSO E IL NERO - Settimanale di strategia - 28 marzo 2019". Non si ha la possibilità di verificare da fonti dirette l'autenticità dei contenuti, ma nemmeno quella di negarli. Pertanto, si riporta lo stralcio citato per invitare a riflettere se simili proposte possano far parte dei quei valori europei cui i paesi membri dell'unione dovrebbero guardare come riferimento. Come possono coesistere nei valori europei una autentica cultura e pratica rivolta alla difesa dell'inclusione sociale e al tempo stesso una “pericolosa e inaccettabile cultura dello scarto, come conseguenza della crisi antropologica che non pone più l’uomo al centro, ma ricerca piuttosto l’interesse economico, il potere e il consumo sfrenato”, come condanna aspramente la Chiesa Cattolica? La coesistenza di valori così antitetici nel mondo europeo favorisce processi di unificazione e di partecipazione al progetto europeo già in profonda crisi?
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Si discute molto da alcune settimane, nei Paesi Bassi e in Belgio, della proposta di legge presentata dalla parlamentare della sinistra verde olandese Corinne Ellemeet di limitare le cure mediche per le persone che hanno superato i 70 anni. La proposta è appoggiata dall’associazione di geriatria clinica. 
   In Olanda si va in pensione a 67 anni e tre mesi e l’aspettativa di vita è di 81 anni. Il limite alle cure (niente bypass, dialisi, chirurgia) non ha la finalità di evitare le sofferenze e i disagi generati dagli interventi, ma di abbassare i costi della sanità pubblica. Anche ai  pazienti che chiedono di essere trattati verrebbe infatti tolta la facoltà di decidere, che verrebbe riservata ai medici. L’alternativa resterebbe a quel punto la sanità privata. Un recente sondaggio in Belgio, d’altra parte, ha riscontrato un grande consenso, in particolare nelle fiscalmente virtuose Fiandre, all’idea di limitare drasticamente le cure agli anziani in cambio di un taglio dei costi. 
   Olanda e Belgio sono da decenni all’avanguardia nell’eutanasia e ora aprono questo nuovo fronte. Lo si può vedere come un passo verso una cupa distopia alla Soylent Green, il grande film futuristico su una società disperata e decadente che incentiva il suicidio assistito e ricicla segretamente i corpi in cibo. In alternativa, si possono lodare il candore e il rigore tardocalvinista con cui viene affrontata una questione sociale ed economica straordinariamente scomoda, che altrove viene rimossa, gestita di nascosto o coperta da un pesante velo di ipocrisia. Non c’è infatti dubbio che in società che invecchiano demograficamente (e invecchiano dentro) e in un quadro di crisi fiscale (o di tabù fiscali, direbbero gli MMT) questi temi diverranno bollenti in un futuro molto prossimo. 
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