mercoledì 15 febbraio 2017

UN'INIZIATIVA PER DISCUTERE SUL MERCATO DELL'ENERGIA

Martedì 21 marzo, alle ore 15,30 , presso l’Auditorium Cisl, in Via Rieti, 9, Roma si terrà un convegno per discuter sul mercato dell'energia.

lunedì 13 febbraio 2017

CALANO GLI INTERESSI SUL DEBITO PUBBLICO?

Da fonte Sole 24 Ore:
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-02-12/interessi-debito-calo-record-17-miliardi-2012--104112.shtml?uuid=AEMRLTU

COMMENTO:

Dopo la "cura dello spread" (a livelli >> 500 punti) ricevuta dall'Italia nel 2011-2012 è stato "relativamente semplice"  un trend in diminuzione dello spread stesso e quindi degli interessi sul debito pubblico. Oggi vediamo che lo spread tende a risalire (da quota 90-100, dov'è stato a lungo) e si è collocato quasi stabilmente da qualche settimana nell'intorno di 190-200 e le previsioni che si formulano per il futuro non sono tra le più rosee. Chi pensasse di poter utilizzare queste economie per incrementare la spesa (o anche, nel migliore dei casi, gli investimenti pubblici) avrebbe dalla sua parte l'evidenza della crisi, della disoccupazione e anche della povertà dilagante nel Paese? Probabilmente si,.....ma, se le previsioni non sono confortanti, non converrebbe un fondo che attinga da economie correnti in periodo di "grassa" per "impieghi" che vadano ad "onorare" il ripagamento degli interessi sul debito in periodi di "magra"? Ne varrebbe la credibilità internazionale del Paese (e forse un calo dello spread!), visto che da qualche anno "i mercati" intonano in coro l'inno dell'elevato debito pubblico e della necessità della sua riduzione, visto che l'Italia è oggettivamente a circa il 135% del suo PIL. 
La media europea di indebitamento - ultimamente spinta in su proprio dai più intonati nel coro - è salita nel frattempo intorno al 90%. 
Piuttosto che tenere un Paese continuamente in scacco da parte di "becchini" in attesa del "funerale" (default), per una cura definitiva della "malattia italiana" (che, però, chi può imita a dovere!) si potrebbe ricorrere - e non sarebbe una novità - ad un prelievo forzoso da parte dello Stato pari al (135%-90%)=45% del PIL per ridurre il debito pubblico in una sola soluzione. Un tale prelievo corrisponderebbe all'incirca al 10% della ricchezza privata degli italiani calcolata pari a 9 mila miliardi. Sarebbe una bella operazione che farebbe felici molti in Europa. Ma il vero dubbio è se tutto ciò risolverebbe definitivamente la questione e "l'accanimento terapeutico" nei confronti di questo Paese, che nessuno sembrerebbe voler "far morire" e che tutti vogliono in vita ma - come ormai sembra - per drenargli quanto riesce a produrre nonostante le difficoltà continue e cavillose "cure" cui è sottoposto. Una operazione di tale genere - "perequazione europea" sui patrimoni piuttosto che sulla "produzione e sulla capacità di esportazione" - non sarebbe comunque l'ennesima riprova della Teoria Monetaria Moderna che vede nel deficit e nel debito il rilascio da parte di uno Stato di ricchezza verso i suoi cittadini e al contrario nel surplus e nella riduzione del debito il ritiro di ricchezza dal settore privato?

venerdì 10 febbraio 2017

Avvertimento per l'eventuale uscita dall'Euro

AVVERTE L'ISTITUTO BRUNO LEONI :

Le conseguenze del No Euro



Per fare scelte consapevoli, bisogna riflettere sulle loro potenziali conseguenze.
Chi sostiene l'uscita dell'Italia dall'euro lo fa affermando che ce ne verrebbero due vantaggi: la possibilità di svalutare la moneta, e dunque rendere le nostre esportazioni più competitive; il sottrarsi alle regole europee sul bilancio pubblico, e dunque la possibilità di abbandonare la cosiddetta austerity.

Si tratta in entrambi i casi di vantaggi impossibili.


COMMENTO :

Può anche essere corretta l'analisi dell'Istituto Bruno Leoni, ma.....ciò che non spiega è come mai in passato - nei momenti di forte crisi -  il nostro debito lo ricomprava sistematicamente e automaticamente la Banca d'Italia e oggi (solo) "se va bene" lo compra la BCE.
La penuria di risorse disponibili e la loro salvaguardia insieme a quella dell'ambiente richiede certamente un diverso equilibrio globale rispetto agli sperperi di ricchezza e agli sprechi del passato. Il fatto poi che in un mondo "diseguale" debbano crescere i meno abbienti, può anche essere condivisibile, specie se ciò è percepito in spirito cristiano, ma in tal caso non occorre "Il Buon Esempio" da parte di tutte le economie più ricche?
Non è necessario un nuovo equilibrio che si può ri-trovare mitigando e ri-conducendo all'essenziale le ragioni del liberismo senza regole e quelle dei suoi avversari che pensano di procrastinare gli indebiti privilegi del passato?
Il dominio dell'uomo sull'uomo, attraverso la forza o il potere della moneta, non è offensivo per quella dignità a cui l'uomo stesso è chiamato?

mercoledì 8 febbraio 2017

RILANCIO DELL'EUROPA A DUE VELOCITA'?

E' un argomento tornato alla ribalta e i giornali di ogni tendenza ne hanno fatto titoloni, spesso con giudizi contrastanti e necessità di approfondimenti. La semplice lista seguente ne dà la dimensione mediatica a valle dell'autorevole annuncio merkeliano di qualche giorno fa. Lo spread è schizzato in alto come se fosse stata la Le  Pen ad annunciare l'uscita della Francia dall'Euro. Peccato, però, che lo spread che si alza oltre misura non è quello francese ma quello nostrano (stranezze della "finanza"?).
Già nel 2012 la Signora d'Europa si era espressa negli stessi termini ed allora ci fu chi rispose così:


"Un corpo" le cui parti viaggiano a due diverse velocità non rimane "integro", si "sfilaccia"! Lo dice la fisica, prima ancora che l'economia! Eppoi : due diversi "Euro"? Ma se non ne funzione "uno" figurarsi due! O c'è l'intenzione di fare l'Europa, o la fine dell'Euro e del "sogno" europeista è segnato nei fatti, anche per effetto degli insormontabili "egoismi" presenti (giusti o sbagliati che siano!) che non permettono di riconoscersi come appartenenti ad una stessa "civiltà".
http://www.associazioneambientesocieta.it/as/index.php/Tematiche-Socio-Economico-Politiche/merkel-favorevole-ad-una-europa-a-due-velocita.html

A 5 anni di distanza il progetto viene riproposto e questo sembra non suscitare preoccupazioni (cosa che invece colgono Mario Draghi e i mercati) : un simile annuncio è la manifesta dichiarazione delle difficoltà di condurre oltre la costruzione europea secondo gli intenti originari.
Ma la più spassosa spiegazione la si coglie nelle crasse parole del "popolo", di quel popolo "borgataro" delle periferie romane, dove in lontananza al momento del caffè in un bar si può percepire una simile conversazione :

Domanda : "Ahoo! ma ched'è st'Europa a du velocità?"
Risposta : Ahaaaa, ma tu cc'è sei o cc'è fai? Ma n'hai capito che sti zozzoni se so tant'affezzzionati a st'Europa der c...o - visto quello ch'arubbeno - che mo' anzichè una d'Europa ne vonno due!

Vox Pupuli....Vox Dei? Difficile dire se hanno torto o ragione! Forse un giorno qualcuno riuscirà a spiegare anche a loro come i più grandi ideali possono essere infranti. Per il momento, non possiamo altro che dire : Fiat Voluntas Tua! Mentre in lontano ed occulto loco "roditori dai denti aguzzi" esultano : "spread facci sognare!".

Sullo stesso tema europeo oggi, 8/2/2017, il Presidente del Consiglio Italiano Gentiloni apre alla Ue a due velocità; vedasi http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-02-09/brexit-gentiloni-non-vogliamo-negoziato-distruttivo-italiani-gb-saranno-trattati-bene-140112.shtml?uuid=AEEcweR
Alcuni commentatori ritenendo questa apertura "negativa" s'interrogano su quale mandato avesse il Presidente del Consiglio al riguardo, senza che il Parlamento si sia ancora mai espresso e tantomeno quella parte molto critica ed euroscettica del Popolo Italiano che enfatizza il concetto di Sovranità Popolare in queste occasioni. Per questo c'è chi ricorre al Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica per evidenziare che :
"L'autorità è esercitata in modo legittimo quando agisce per il bene comune e per conseguirlo usa mezzi moralmente leciti. Perciò i regimi politici devono essere determinati dalla libera decisione dei cittadini e devono rispettare il principio dello «Stato di diritto», nel quale è sovrana la legge, e non la volontà arbitraria degli uomini. Le leggi ingiuste e le misure contrarie all'ordine morale non sono obbliganti per le coscienze."

Oggi, 8/2/2017, dopo l'incontro tra Draghi e Merkel, una precisazione di quest'ultima non si è fatta attendere e in sostanza si riassume in un SI per l'europa a due velocità ed in un NO per una Eurozona a due velocità.
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2017-02-09/merkel-no-eurozona-due-velocita-202523.shtml?uuid=AEySF0R

domenica 5 febbraio 2017

Interrogativi su "Famiglia → Gruppo di Appartenenza → Popolo" alla luce della "Parola" di questa Domenica

Nella sociologia dei gruppi si sostiene una stretta relazione tra gruppo ristretto e gruppo allargato sino a risalire, in modo ascendente e inclusivo, dal concetto di Famiglia, a quello di Gruppo di Appartenenza e a quello di Popolo, che - sebbene entità sociali distinte - condividono lingua, consuetudini, tradizioni, cultura.
E' possibile che qualcuno, spinto da spirito cristiano - si dedichi agli altri, ancorché appartenenti al proprio Gruppo o Popolo, e trascuri la propria Famiglia? E' un tema complesso, ma forse qualche risposta la possiamo trovare in Isaia 58, 6-10, una delle letture della Messa domenicale di oggi (Bibbia CEI 2008) :
6Non è piuttosto questo il digiuno che voglio:
sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi
e spezzare ogni giogo?
7Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato,
nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza trascurare i tuoi parenti?
8Allora la tua luce sorgerà come l’aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia,
la gloria del Signore ti seguirà.
9Allora invocherai e il Signore ti risponderà,
implorerai aiuto ed egli dirà: «Eccomi!».
Se toglierai di mezzo a te l’oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
10se aprirai il tuo cuore all’affamato,
se sazierai l’afflitto di cuore,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
la tua tenebra sarà come il meriggio.

La centralità degli obblighi verso la propria Famiglia è qui riaffermata senza precludere, ma anzi obbligando, la solidarietà e la condivisione con gli altri in armonia con i dettami cristiani.

In analogia si può, anche con ragione, sostenere che il proprio Popolo è una "estensione" della propria Famiglia; inoltre un Popolo che condivide uno stesso territorio e uno stesso sistema normativo costituisce una Nazione.

Ciò detto, appare ammissibile che - in questi tempi di migrazioni di massa e di accoglienza - che qualcuno, spinto da spirito cristiano - si dedichi agli altri non appartenenti al proprio Gruppo, e trascuri membri del  proprio Popolo? Sembrerebbe ragionevole rispondere NO! Ma, allora, perché suona "scandalo" allorquando si sottolinea che non si può avere giusta premura verso i rifugiati ed i migranti e poi tralasciare i nostri disoccupati, i nostri emarginati, i nostri esclusi?

Il Segno di Comunione è quello frangere il Pane, ed il Pane va condiviso e non dato a all'uno attraverso la negazione all'altro. Siamo chiamati alla Solidarietà, ma non a spese di qualcuno. Abbiamo obblighi verso il Prossimo, senza trascurare chi ci è più Prossimo.

Chi ha orecchie per intendere intenda!

venerdì 3 febbraio 2017

Prolungamento della Metro B a Roma! - PROBLEMI DI PERIFERIA?

Ad ogni cambio della guardia in Campidoglio o alla Regione Lazio si ripropone agli abitanti del quartiere di Casalmonastero il tema del prolungamento della Metro B che è stato approvato in piani regolatori della città da oltre venti anni, che ha visto gare di appalto (consorzio Ansaldo-Vianini) assegnate e poi fermate, che ha visto finanziamenti assegnati al progetto e dirottati altrove, con il risultato che chi sperava nel prolungamento della Metro B a Casalmonastero per recarsi al lavoro in centro ha fatto in tempo ad andare in pensione ed i giovani di scuola superiore del quartiere sono condannati tuttora ad una sveglia alle 6 di mattina per prendere l'autobus delle 7 e tentare di essere a scuola alle 8,15 perdendo ben oltre 2 ore al giorno che potrebbero dedicare allo studio se il prolungamento fosse stato realizzato. Basta un giro  nel quartiere di buon ora al mattino per constatare questa realtà.Peraltro, è evidente a tutti - salvo forse agli amministratori capitolini - quanto un tale prolungamento potrebbe alleggerire il traffico di punta sulle consolari Nomentana e Tiburtina e GRA e contribuire a rendere più salubre l'aria della zona che sistematicamente - per effetto del prossimale tratto di raccordo anulare intasato nelle ore di punta - fa registrare alle centraline e strumenti (privati) di misura della qualità dell'aria un balzo oltre i limiti ammissibili, che meriterebbe denuncia degli organi istituzionali responsabili per attentato alla salute dei cittadini e danno ambientale continuato. Eppure, nonostante le petizioni, gli incontri e le riunioni, nulla cambia. Gli ultimi incontri al riguardo sono stati tenuti dal Sindaco Marino per calmierare gli impeti dei comitati di quartiere di Torraccia, Casalmonastero, S. Cleto, S.Basilio e S. Alessandro, promettendo uno svincolo del progetto, salvo presentarsi successivamente in una seconda riunione a diversi mesi di distanza per annunciare la necessità di ulteriori 90 giorni per una decisione che poi non è mai avvenuta. E' un male antico che si perpetua in una Roma dalle periferie mai considerate, nonostante gli appelli papali e i suggerimenti derivanti dal semplice buon senso. E' un male legato alla visione di sfruttamento del territorio a fini individuali piuttosto che per il bene comune. Uno sfruttamento che ha reso "sistema" il metodo di urbanizzare intensivamente una zona senza portarvi prima i servizi e che approccia l'urbanizzazione intensiva partendo dall'estrema periferia (di fatto nell'Agro Romano) per elevare poi il valore dei terreni ed il prezzo degli appartamenti, man mano che la costruzione procede dalla periferia verso il centro. Non è una strategia difficile da comprendere, basta rifletterci un pochino sopra per constatare che ciò è stato fatto a Roma sino allo scempio.
Il progetto di prolungamento della Metro B doveva realizzarsi in modo tale che le imprese appaltanti si facessero carico in buona misura degli oneri, che sarebbero poi stati compensati attraverso lo strumento della concessione per lo sfruttamento intensivo del territorio per edilizia residenziale. Un'idea che nella crisi dell'edilizia abitativa e dopo la crisi di domanda ha mostrato tutti i suoi limiti nel motivare le imprese appaltanti.
Venti anni sono lunghi e diverse amministrazioni si sono succedute in Campidoglio, ma i problemi erano e rimangono sempre gli stessi : immobili ed insoluti, a prescindere da chi "pilota la macchina capitolina".
In alto loco, e persino in ambienti ecclesiastici, bisognerebbe interrogarsi seriamente se esista una relazione tra fatti di tale genere e la disaffezione verso la politica e le istituzioni che mostrano i cittadini romani, o se i cosiddetti populismi siano fondati su qualche valida ragione o siano solo frutto di ignoranza, qualunquismo e mancanza di cultura generalizzata del "popolo romano di periferia"; storicamente i "borgatari"!.
Il prossimo incontro è fissato "in Chiesa" - per VENERDì 10 FEBBRAIO 2017 h. 17.30 - teatro PARROCCHIA S. ENRICO V.le Ratto d. Sabine, 7 - CASALMONASTERO. A Don Massimiliano, il parroco, e Don Ismark, il vice-parroco, che ospiteranno nel teatro parrocchiale l'incontro, va la sincera richiesta di una Benedizione al riguardo, affinché anche questo ennesimo evento non si trasformi in una pantomima senza esiti. Forse anche qui dovremmo riflettere come la Salvezza non la si raggiunge con le sole forze umane (come le Scritture e nella fattispecie vent'anni di storia del quartiere dimostrano!), ma la si raggiunge solo affidandosi all'Intervento Divino mosso dalla paziente attesa dei parrocchiani tutti.
Con un pizzico di spirito salace, però, si può dire che comunque finisca questa storia gli abitanti di Casalmonastero potranno in ogni caso rallegrarsi e mostrare il loro rispettoso riconoscimento verso le autorità capitoline, che daranno loro e a Roma tutta una nuova attrazione : LA TELEFERICA! Un progetto innovativo che renderà Roma "smart", in linea con gli obiettivi europei onde puntare a "smart city" su tutto il territorio dell'Unione e confermare un percorso che mette al primo posto i cittadini, i loro bisogni, la sostenibilità e la qualità della vita.

mercoledì 1 febbraio 2017

Il rischio FREXIT e l'idea di un atterraggio morbido per l'uscita dall'euro! Come può funzionare?

L'analisi sull'euro del nuovo Presidente degli Stati Uniti e del suo gruppo manageriale è  emersa senza veli, in tutta la sua chiarezza : << l'euro è "un marco camuffato", il cui valore troppo basso dà a Berlino un vantaggio sui principali partner >> vedi: http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2017-01-31/consigliere-trump-germania-sfrutta-partner-grazie-un-euro-sottovalutato--124457.shtml?rlabs=5 .
Qualche giorno fa, a far cenno all'eventualità di uscita dall'euro è stato proprio Mario Draghi, governatore della BCE, richiamando a tutti l'obbligo di ripianare, in questo caso, i saldi del Target 2 (vedi http://roccomorelli.blogspot.it/2017/01/mementoaudere-semper-debito-pubblico.html  ).
Ora, incomincia a farsi strada in Francia l'idea di un atterraggio morbido per uscire dall'euro in caso di prevalenza della politica di Marine Le Pen. Ce lo conferma il Sole 24 Ore con questo articolo:
La circolazione parallela di euro e moneta nazionale (con opportuni strumenti di flessibilità di cambio) sarebbe in concreto una "regressione" a stadi antecedenti all'entrata in vigore della valuta europea e segnerebbe un cambiamento di rotta significativo per l'Europa e l'UE in particolare. Sarebbe la testimonianza più lampante dell'impossibilità (almeno per questa nostra era!) di realizzare un progetto che aldilà di ogni utopia in molti hanno sperato e creduto. Al tempo stesso sarebbe il palese riconoscimento del fallimento di una leadership franco-tedesca che ha dominato l'UE dell'ultimo ventennio e delle soggiacenti idee di un liberismo a tutto campo e senza regole che hanno condotto all'austerità e alla crisi.
Ma, aldilà di come la si può pensare al riguardo, un "allerta" va dato in ogni caso! All'atto dell'entrata in vigore dell'euro nel nostro Paese, abbiamo sperimentato nel giro di poco tempo (meno di un paio di anni) una inflazione reale (negata da ogni statistica, salvo Eurispes che l'ha talvolta collocata "cautelativamente" nell'intorno del 30%) che ha infine realizzato l'eguaglianza sul "mercato" 1 euro = 1000 lire; invece che l'eguaglianza formale fissata negli accordi 1 euro = 1936 lire. In pratica gli Italiani si sono ritrovati nel giro di poco tempo e senza controlli sull'inflazione reale (né ufficiali, né formali)  a pagare 1 euro ciò che prima pagavano 1000 lire e i loro stipendi e salari si sono in pratica dimezzati con un significativo colpo mancino al tenore di vita degli Italiani tutti. Gli stipendi degli Italiani sono rimasti fermi o  cresciuti molto meno della media europea per quasi tutto il periodo fino alla crisi  e c'è stato chi ha osservato che agli Italiani è stato pian piano tolta la giovialità, il sorriso, l'allegria e la spensieratezza che li caratterizzava da sempre; mentre altri hanno osservato come quelle caratteristiche fossero mal fondate su un tenore di vita che gli Italiani, per la loro economia, non si potevano assolutamente permettere.
Per quale motivo tutto ciò sia veramente accaduto è oggetto di indagine storico-economica che nessuno sembra ancora aver mai fatto e che forse nessuno mai farà. L'idea prevalente è che un simile meccanismo abbia drenato risorse dalle classi meno abbienti concentrandole nelle mani di nuovi ricchi che hanno saputo, per diversi ed opportunistici motivi, approfittare della situazione di cambiamento.
Ora che si parla apertis verbis dell'uscita dall'euro, qualora un simile progetto dovesse trovare sostenitori come Le Pen che vogliono veramente metterlo in pratica, occorre ricordare la "cura da cavallo subita all'ingresso", onde evitare che se ne subisca una analoga nella stessa direzione nel caso di "un'uscita".
Paventando le possibilità qui accennate c'è chi esplicitamente ammetterebbe : "NO EURO? NO GRAZIE!", aldilà di ogni aspetto "ideale" che le due opzioni implicite nell'interrogativo possano comportare.
Eppure, ciò non frena la Lega Nord che sta facendo dell'uscita dall'euro il cavallo di battaglia per l'acquisizione di consenso politico.(vedi https://it.businessinsider.com/ecco-il-piano-della-lega-senza-costi-per-uscire-dalleuro/)
In tutto questo, distaccati osservatori dal mento canuto fanno placidamente osservare come un mercato finanziario stagnante non possa produrre "rastrellamento di ricchezza"!