sabato 30 aprile 2016

SI PUO' RITENERE UN RISULTATO? E' UNA BUONA O UNA CATTIVA NOTIZIA?

Solo il 57,5% dei laureati italiani lavora a 3 anni dal titolo

Cresce il numero dei laureati italiani under 35 che trova lavoro a tre anni dalla laura ma l'Italia resta penultima in Ue in questa graduatoria.

Vedi 

Né lo Stato , nè le famiglie che hanno investito per educarli si possono ritenere soddisfatti!

Chi può essere soddisfatto di un ingresso nel mondo del lavoro a 27 se non a trenta anni? E naturalmente un tardivo ingresso nel mondo del lavoro ha grande riflesso negativo anche sugli aspetti previdenziali:
1) per i minori contributi versati che mettono in crisi l'equilibrio del sistema pensionistico;
2) per il più esiguo importo della pensione con cui intere generazioni di giovani di oggi dovranno fare i conti.

venerdì 29 aprile 2016

FIXIT? Una petizione popolare firmata da 53mila cittadini finlandesi chiede un referendum per l’abbandono della moneta unica!

Dopo Grexit - che abbiamo visto com'è finita senza aver risolto né i problemi della Grecia né quelli dell'Europa -, dopo Brexit che vedremo come finirà a seguito del referendum del prossimo 23 giugno per il Regno Unito, ecco in arrivo Fixit che si profila all'orizzonte per una petizione popolare firmata da 53mila cittadini finlandesi per chiedere un referendum per l’abbandono della moneta unica.( Vedi
http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-04-28/a-helsinki-torna-fantasma-fixit-dibattito-parlamento-sull-euro-191306.shtml?uuid=ACr8BWHD )
La cosa straordinaria è che da noi, dopo aver tanto "abbaiato" (vedi la Lega, il Movimento 5 Stelle, Fratelli d'Italia, etc., etc.) nessuno "morde", se non altro per "salvare la faccia" nei confronti di quei cittadini che hanno dato loro il consenso per giungere in Parlamento.

Un elemento di giudizio per l'elettorato non dovrebbe anche essere "il mantenimento della parola data" in campagne elettorali passate?

domenica 24 aprile 2016

SIAMO DAVVERO COSI' RICCHI DA POTERCI PERMETTERE DI LASCIARE NEL "PIATTO UE" 9,3 MILIARDI DI EURO MENTRE NON SI ATTUA LA FLESSIBITA' IN USCITA E LA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE E' ALLE STELLE?

L'Ansa titola oggi :

Renzi, 'Finito il tempo in cui i fondi Ue si buttavano via'


"E' finito il tempo in cui si buttavano via i fondi europei". Lo dice il premier Matteo Renzi nella conferenza stampa dopo la firma del patto per Napoli con il governatore della Campania De Luca, presente il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti. Il 'Patto' impegna il Governo a una serie di investimenti, concordati con la Regione, in numerosi settori: infrastrutture, cultura, ambiente, attività produttive.
"Finalmente - ha sottolineato il premier - si fa sul serio, l'epoca degli sprechi la mettiamo in soffitta facendo le cose serie partendo dal Mezzogiorno". E, ancora "C'è un senso di riscatto in Italia".
mentre la stessa ANSA evidenzia :

Fondi Ue, l'Italia rischia di perdere 9,3 miliardi euro

Allarme della Cgia: utilizzata solo il 79,9% di disponibilità, meno interesse a Sud


Chi ha orecchie per intendere intenda!


mercoledì 20 aprile 2016

DICHIARAZIONE DEI LEADER RELIGIOSI IN OCCASIONE DELLA CONFERENZA DI ALTO LIVELLO CONVOCATA DAL SEGRETARIO GENERALE DELLE NAZIONI UNITE PER LA FIRMA DELL'ACCORDO DI PARIGI


20 aprile 2016 

In vista della cerimonia di firma dell'accordo di Parigi che si terrà presso la sede delle Nazioni Unite il 22 aprile 2016, noi leader religiosi e spirituali ci troviamo uniti per sollecitare tutti i capi di Stato a firmare e ratificare tempestivamente l'accordo di Parigi. La cura per la Terra è una nostra comune responsabilità. Ognuno di noi ha la "responsabilità morale di agire", così come efficacemente affermato nell’Enciclica Laudato SI’ Papa Francesco e nelle dichiarazioni sui cambiamenti climatici rilasciate da buddisti, cristiani, indù, musulmani, sikh e altri leader religiosi. Il pianeta ha già superato i livelli di sicurezza di emissione di gas serra nell'atmosfera. Se questi livelli non verranno rapidamente ridotti, si rischia di generare impatti irreversibili che mettono a grave rischio centinaia di milioni di vite, di tutte le specie. Le sfide che ci attendono richiedono onestà e coraggio e noi tutti dobbiamo agire per ridurre le emissioni. L'umanità si trova a un punto di svolta cruciale. Noi, come rappresentanti di comunità religiose, riconosciamo che è necessario iniziare una transizione dai combustibili fossili inquinanti verso fonti pulite di energia rinnovabile. È chiaro che alle persone si chiede di compiere significativi cambiamenti nello stile di vita. Dobbiamo impegnarci per scelte alternative alla cultura del consumismo, che risulta così distruttiva per noi e per il nostro pianeta. Il consenso senza precedenti che ha condotto all'adozione dell'accordo di Parigi, accolto con favore dalle comunità religiose di tutto il mondo, ha aperto una nuova strada verso un'economia globale resiliente e a basse emissioni di carbonio. La collaborazione globale di tutte le nazioni è la prova che i nostri valori condivisi sono di gran lunga più forti di tutte le differenze che ci dividono. Ciò dimostra che il senso di responsabilità collettiva condivisa da tutte le nazioni è molto più potente dell'incoscienza e dell'avidità di pochi. Siamo uniti nel sostenere una piena e ambiziosa attuazione dell'accordo di Parigi e di tutte le decisioni adottate in occasione della COP 21. Per raggiungere l'obiettivo di 1.5 C°, i governi devono accelerare l'azione per il clima prima del 2020 e aumentare notevolmente il livello di ambizione dei contributi futuri definiti a livello nazionale, convertendoli rapidamente in politiche locali, leggi e programmi. Questi impegni devono essere definiti aumentando i livelli indicati nelle tabelle di marcia nazionali relative alle modalità di trasformazione delle nostre società ed economie entro il 2050, e integrarli in piani di sviluppo nazionali concreti. Riconosciamo l'importanza del raggiungimento del livello di picco delle emissioni globali entro il 2020, la rapida eliminazione graduale di tutti i sussidi ai combustibili fossili e una transizione al 100 per cento verso l’energia rinnovabile entro il 2050. Infine, per le questioni attinenti l'adattamento, le perdite e danni subiti dalle comunità più vulnerabili, segnaliamo che sono necessari ulteriori progressi in termini di risorse finanziare, in modo da aiutare i paesi più poveri a essere maggiormente resilienti agli impatti climatici, e a sostenere tutte le popolazioni nella trasformazione verso un futuro sicuro a zero emissioni di carbonio. I cambiamenti climatici costituiscono per la nostra famiglia umana la possibilità di intraprendere un percorso di rinnovamento spirituale con una maggiore consapevolezza ed azione ecologica. Ogni azione per proteggere e prendersi cura di tutti gli esseri viventi, ci connette gli uni agli altri, approfondendo la dimensione spirituale delle nostre vite. Dobbiamo riflettere sulla vera natura della nostra interrelazione con la Terra. Non si tratta di una risorsa da sfruttare secondo la nostra volontà ma di un’eredità sacra. Uniti nella speranza condivisa che nasce dalla fede, noi, firmatari della dichiarazione, crediamo che il fine, il desiderio e la volontà di prendersi cura della Terra e di tutti gli esseri viventi potranno diventare e diventeranno azione concreta dal momento che i nostri leader politici ratificheranno le promesse fatte a Parigi - e quindi agiranno a tutela di questa generazione e di tutte quelle a venire. Per questi motivi:  Sollecitiamo i governi a firmare, ratificare, attuare rapidamente l'accordo di Parigi e aumentare gli impegni di riduzione delle emissioni, in linea con il mantenimento dell'aumento della temperatura globale a 1.5 C° al di sopra dei livelli pre-industriali;  Insistiamo su una rapida riduzione delle emissioni con picco massimo entro il 2020, al fine di mantenere il limite 1.5 C° a portata di mano;  Sosteniamo fortemente la necessità di assicurare maggiori flussi di finanziamento, in particolare per l'adattamento, le perdite e i danni subiti dalle comunità più vulnerabili e povere;  Sollecitiamo l'eliminazione progressiva di tutti i sussidi ai combustibili fossili e la transizione dai combustibili fossili al 100 percento di energie rinnovabili entro il 2050;  Incoraggiamo i membri delle comunità religiose a ridurre le emissioni nelle proprie abitazioni, luoghi di lavoro e centri di culto, e a dimostrare solidarietà con le comunità già colpite dai cambiamenti climatici;  Chiediamo il disinvestimento dai combustibili fossili e il conseguente reinvestimento in fonti rinnovabili, anche all'interno delle nostre comunità.

martedì 19 aprile 2016

A FUTURA MEMORIA: SUI LEGAMI TRA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE - FLESSIBILITA' IN USCITA - LEGGE FORNERO

Occorre introdurre flessibilità in uscita nel sistema pensionistico "in tempi stretti" anche perché "c'é una penalizzazione molto forte dei giovani e dato il livello della disoccupazione giovanile c'é il rischio di avere intere generazioni perdute all'interno del nostro Paese". Lo ha detto il presidente dell'Inps, Tito Boeri, sottolineando come in Italia i livelli della disoccupazione giovanile siano "assolutamente intollerabili". 



Una recente manifestazione di disoccupati, FOTO ARCHIVIO © ANSA

E' assolutamente angosciante l'ostinazione dell' establishment italiano nel procrastinare la soluzione dei problemi posti dalla necessità di flessibilità in uscita dal sistema lavorativo nostrano e creati dalla mancanza di gradualità della "Riforma Fornero". Il Prof. Boeri, messo alla guida dell'INPS, sta compiendo ogni sforzo per sensibilizzare il sistema decisorio italiano, ma resta inascoltato, proprio da coloro che gli hanno affidato un serio mandato per il Paese. Eppure le priorità sono già individuate:

  • gli over sixty rimasti senza lavoro e senza pensione a causa proprio della "Riforma Fornero" pur avendo maturato 39 anni di contribuzione al sistema previdenziale italiano;
  • i giovani disoccupati (soprattutto con laurea e diploma in tasca) che ormai costituiscono un insieme così numeroso come l'area metropolitana romana;
  • i tanti sessantenni "di peso" al sistema produttivo italiano che pur avendo maturato un rilevante numero di anni di contribuzione, non riescono  a "far spazio" alle nuove leve pur volendolo.
E' una situazione kafkiana che resta irrisolta per i vincoli di bilancio e per i costi che l'attuazione della flessibilità comporta, sebbene una piccola valutazione di tipo "costi-benefici", soprattutto sociali, mostrerebbe immediatamente quale strada intraprendere senza esitazione.

La cronaca delle settimane più recenti riporta gli encomiabili tentativi di Boeri di mettere in agenda per una rapida soluzione questo drammatico argomento. La vita e il futuro, non solo lavorativo, di molti giovani e la serenità  che meriterebbero molti anziani a fine carriera è messa a rischio, al punto che si parla del rischio di "generazioni perdute" in  Italia.

Se i vincoli di bilancio imposti dall'Europa portano tutto questo come si può sperare che le future generazioni guardino all'Europa con fiducia?

L'Europa è stata per gli Italiani sempre un grande valore, ma siamo giunti ad un punto che non si può più volere l'Europa ad ogni costo, perché i costi che stanno pagando i nostri giovani e i nostri anziani, e con essi il futuro del nostro Paese, sono smisurati e stanno producendo danni irreversibili nello spirito della nazione.


domenica 17 aprile 2016

L'urgenza di una economia morale: Riflessioni sul 25 ° anniversario della Centesimus Annus - di Bernie Sanders candidato alla Presidenza degli Stati Uniti

Bernie Sanders candidato alla Presidenza degli Stati Uniti ha partecipato ad una conferenza tenutasi alla Pontificia Accademia delle Scienze in Vaticano il 15/4/2016.

Papa Francesco ha ricevuto il candidato democratico, che si definisce un "democratico socialista", 5 minuti prima della partenza per Lesbo.

Già in agosto 2015  il blog del Il Fatto Quotidiano ci informava sul Programma di Sanders nel seguente modo :
<< Sulla sua pagina web leggiamo la seguente impegnativa dichiarazione programmatica: “Il popolo americano deve prendere una decisione fondamentale. Continueremo il quarantennale declino della nostra classe media e il gap crescente tra i molto ricchi e chiunque altro, o lotteremo per un’agenda economica progressiva che crei posti di lavoro, aumenti gli stipendi, protegga l’ambiente e provveda assistenza sanitaria a tutti? Siamo preparati a ridurre ad affrontare l’enorme potere economico e politico della classe dei miliardari o continueremo a scivolare verso l’oligarchia economica e politica? Queste sono le più importanti questioni del nostro tempo e il modo in cui le tratteremo determinerà il futuro del nostro Paese>>.

Il suo discorso alla Pontificia Accademia è reperibile al seguente link:
https://berniesanders.com/urgency-moral-economy-reflections-anniversary-centesimus-annus/

Tra i suoi motti elettorali si ritrovano : "UN FUTURO IN CUI CREDERE" e "NESSUNO CHE LAVORI 40 ORE A SETTIMANA DOVREBBE VIVERE IN POVERTA' ".

Sanders è sicuramente ben informato sulla realtà europea e italiana in particolare dove il punto centrale è la difficoltà di trovarlo un lavoro da 40 ore settimanali, specie per i giovani ed i "derelitti" prodotti dalla Legge Fornero rimasti senza pensione e senza lavoro.

Nel suo discorso alla Pontificia Accademia delle Scienze egli dimostra un forte apprezzamento per la Dottrina Sociale della Chiesa e per le idee espresse dalla Laudato Si'.

Il suo discorso si conclude con le seguenti parole:

<< Le sfide cui si trova dinanzi il nostro pianeta non sono principalmente tecnologiche o anche finanziarie, perché come  Mondo siamo abbastanza ricchi per aumentare i nostri investimenti in competenze, infrastrutture e know-how tecnologico per soddisfare le nostre esigenze e per proteggere il pianeta. La nostra sfida è per lo più morale, per reindirizzare i nostri sforzi e la visione per il bene comune. La Centesimus Annus, che celebriamo e su cui riflettiamo oggi, e la Laudato Si ', sono potenti messaggi, eloquenti e di speranza per questa possibilità. Spetta a noi imparare da loro, e per muoverci con coraggio verso il bene comune nel nostro tempo.>>

Diversi osservatori vedono in tutto ciò una chiara indicazione per l'elettorato cattolico americano.

venerdì 15 aprile 2016

La crisi economica in Europa non passa e si parla di "HELICOPTER MONEY" ! Soldi che piovono dal cielo?

Non è una fantasia e in gergo viene chiamata proprio così "HELICOPTER MONEY" , ma non si tratta affatto di soldi che piovono dal cielo! Si tratta di una possibile politica per far ripartire i consumi e uscire dalla crisi.

In sostanza la proposta è questa: dare più soldi a cittadini e imprese tagliando le tasse; finanziando questa operazione attraverso creazione di moneta da parte delle banche centrali diretta ad acquisti incrementali di debito pubblico. In poche parole, si tratta di tornare al concetto di monetizzazione del debito ad opera delle banche centrali. Un'idea originariamente discussa anche tanto tempo fa da Milton Friedman (1943) e più recentemente (2003) da Ben Bernanke in relazione alla deflazione giapponese. Vedi l'articolo di Vito Lops - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/t2P5hz

Il fatto che se ne parli senza scandalo anche all'interno del Fondo Monetario Internazionale è indice della gravità della situazione e certamente segno di accusa verso le politiche finora condotte per tentare di  uscire dalla crisi ancora in atto e tutt'altro che superata.

Peraltro, "non c'è nulla di nuovo sotto il sole" perchè in Italia della problematicità della pressione e del cuneo fiscale se ne parla ormai da decenni. Ma, un conto è parlarne e un altro è mettere in atto finalmente azioni concrete.

Eppoi, siamo proprio certi che la ripartenza dei consumi e della crescita sia sostenibile per l'ambiente già compromesso e per un mondo sovrappopolato e con risorse scarse sempre più contese?

Insomma, è la storia di sempre?

Il Report della OMS sul Diabete

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato il rapporto sull'emergenza diabete nel mondo a causa dello straordinario incremento che sta avendo questa patologia.
Il rapporto è disponibile al link seguente:

http://apps.who.int/iris/bitstream/10665/204871/1/9789241565257_eng.pdf

MESSAGGI CHIAVE 

Il diabete ha causato 1,5 milioni di morti nel 2012. Il glucosio nel sangue superiore al livello ottimale è stato responsabile di un ulteriore 2,2 milioni di morti a causa di un aumento dei rischi di malattie cardiovascolari e di altri, per un totale di 3,7 milioni di decessi correlati ai livelli di glucosio nel sangue nel 2012.Molti di questi decessi (43%) si verificano sotto l'età di 70 anni.Nel 2014, 422 milioni di persone nel mondo risultano avere il diabete - una prevalenza del 8,5% tra la popolazione adulta.La prevalenza del diabete è in costante aumento negli ultimi 3 decenni e sta crescendo più rapidamente in paesi a basso e medio reddito. Fattori di rischio associati, come l'essere in sovrappeso o obesi sono in aumento. Il diabete è una causa importante di cecità, insufficienza renale, amputazione degli arti inferiori e altre conseguenze a lungo termine che hanno un impatto significativo sulla qualità della vita.

Il diabete di tipo 2 è in gran parte prevenibile, approcci multisettoriali basati sulla popolazione sono necessari per ridurre la prevalenza dei fattori di rischio modificabili del diabete  - come sovrappeso, obesità, inattività fisica e dieta non sana - nella popolazione in generale.Una combinazione di politiche fiscali, legislazione, cambiamenti per l'ambiente e sensibilizzazione dei rischi per la salute funziona meglio che promuovere diete più sane e attività fisica. Il diabete può essere ritardato o impedito nelle persone che sono in sovrappeso e hanno ridotta tolleranza al glucosio (IGT). Dieta e attività fisica sono  interventi più efficaci del farmaco.

NOI ITALIA : 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo

E'stato pubblicato da ISTAT questo rapporto online reperibile al seguente link:
http://noi-italia.istat.it/
Si evidenzia la forte contrazione dell'economia per effetto della crisi che trova conferma anche in un
trend dei consumi fortemente negativo nel settore energetico. L'incidenza delle rinnovabili invece è fortemente cresciuta (sino al 37%) superando la media europea, ma posizionandosi ancora in modo più contenuto rispetto ad altri paesi europei dove lo stesso valore raggiunge il 60%. Deludenti anche gli investimenti nel settore energetico, che si accoppia alla nota necessità di dismissione di impianti termoelettrici in cui si trova la maggiore utility elettrica nazionale.

sabato 9 aprile 2016

Ma allora, la Tutela per la Fascia Sociale funziona? (Un articolo ripreso da i-com)

I-Com - Istituto per la Competitività

Prezzi di riferimento Aeegsi per elettricità e gas: buone notizie per i clienti!

bollette
Dal primo aprile si prevede un’ulteriore, forte riduzione delle bollette dell’energia. Per la famiglia domestica tipo la bolletta dell’elettricità registrerà infatti un calo del 5% e quella del gas una diminuzione di circa il 10% (solo in parte attesa per la stagionalità estiva). Secondo quanto stimato dal Regolatore, i risparmi complessivi nei 12 mesi dell’anno scorrevole[1] si attesteranno intorno ai 67 euro.
Nello specifico, in base all’aggiornamento delle condizioni economiche di riferimento per le famiglie e i piccoli consumatori in tutela per il secondo trimestre 2016, il prezzo di riferimento per l’energia elettrica sarà di 17,91 c€/kWh, quello del gas 69,38 centesimi di euro per metro cubo.
Nel trimestre oggetto di osservazione la riduzione della bolletta del gas è principalmente dovuta al calo eccezionale del prezzo della commodity, trainato da aspettative ribassiste riflesse nelle recenti quotazioni a termine nei mercati all’ingrosso in Italia e in Europa. Per il prossimo trimestre, infatti, si prevedono quotazioni inferiori di circa il 30% rispetto alle attese, rilevate solo tre mesi prima con riferimento allo stesso periodo. Grazie alla riforma gas del Regolatore (avvenuta nel 2012), è possibile trasferire tali cali più agevolmente ai consumatori finali. Il trend ribassista nei mercati delle commodityenergetiche sconta l’attuale debolezza della crescita economica a livello mondiale, l’abbondanza di gas in Europa e le dinamiche, anche di natura geopolitica, delle strategie di offerta dei produttori.
Anche il prezzo dell’energia elettrica ha beneficiato del crollo dei prezzi dei combustibili e del gas in particolare, determinando la variazione di segno negativo della bolletta dell’elettricità.
ee gas
Dall’analisi della composizione delle bollette per il cliente domestico tipo[1] nel secondo trimestre 2016 emerge, dunque, per entrambi i settori il forte calo della componente energia, che determina la riduzione della spesa del consumatore.
Per quanto riguarda l’elettricità, confrontando il secondo trimestre 2015 con il secondo trimestre 2016 la componente dei costi di approvvigionamento – che dal 2005 ad oggi anni ha già perso il 31,2% – passa dal 44,7% al 42,2% perdendo il 5,8%. Cresce di 2 p.p. il peso degli oneri di sistema, mentre tendenzialmente stabili rimangono il trasporto e la gestione del contatore e le imposte.
Per il gas la riduzione della componente relativa alla commodity risulta più marcata passando dal 43,7% del 2015 al 37,7% nel 2016, perdendo quindi circa il 16% in 12 mesi. Stabili anche in questo caso i servizi di rete intorno al 19% e gli oneri di sistema, mentre cresce il peso delle imposte dal 37,3% al 40,1%.

[1] Come noto cliente domestico “tipo”:
  • Elettrico: 1700 kWh/anno di consumi e potenza impegnata di 3 kW
  • Gas: 1.400 metri cubi di consumi annuo


[1] Inteso come anno composto dal trimestre oggetto di aggiornamento e i tre trimestri precedenti (considerando il consumo associato a ogni trimestre).

Una Enel di Fibra? (Un articolo ripreso da i-com)

I-Com - Istituto per la Competitività

Enel Open Fiber e lo sviluppo della banda ultralarga. Un’opportunità che rivoluzionerà il mercato?

fibra8.4Dopo mesi di indiscrezioni, attesa e suggestioni è ormai realtà: Enel ha annunciato un investimento di 2,5 miliardi di euro per realizzare la copertura in banda ultralarga in FTTH in 224 città italiane dei Cluster A e B e, dunque, nelle aree non a fallimento di mercato, arrivando a coprire, nei primi anni del piano (di cui non è precisata l’effettiva durata), circa 7,5 milioni di case. Il progetto partirà immediatamente da 5 città  ed in particolare, Catania, Cagliari, Perugia, Bari e Venezia con la disponibilità dei primi abbonamenti a partire dal mese di maggio. In autunno, invece, i lavori saranno avviati a Firenze, Genova, Napoli, Palermo e Padova per poi procedere con altre 40 città e con altre ancora a partire da dicembre. Permane ancora l’esclusione di alcune città tra cui Roma per mancanza di copertura della rete Enel, città che comunque potranno essere annesse al piano in itinere, mediante eventuali accordi con altre utilities.
La costituzione, a dicembre scorso, di Enel Open Fiber, incaricata di realizzare e gestire la rete in fibra ottica del gruppo ha suscitato una serie di interrogativi circa il ruolo che tale soggetto avrebbe voluto e potuto ricoprire nel mercato. Ebbene, adesso è chiaro: Enel Open Fibre opererà esclusivamente quale operatore wholesale mettendo, dunque, a disposizione degli altri operatori la propria infrastruttura.
Se nei Cluster A e B il progetto è quello di investire ingenti somme per la realizzazione della rete, per i Cluster C e D l’intento di Enel Open Fiber è quello di limitarsi a partecipare alle gare per la gestione del servizio senza destinare risorse alla realizzazione dell’infrastruttura. In questo modo, dunque, Enel Open Fiber si presenta come un nuovo attore di mercato con cui Telecom dovrà relazionarsi e fare necessariamente i conti. Ed infatti, nelle aree C e D, per le quali il Governo ha stanziato fondi pubblici complessivi per 4,2 miliardi di euro (2,2 miliardi sbloccati dal CIPE e 2 miliardi dalle Regioni, di cui al momento disponibili 3 mld), Enel Open Fiber  si porrà in diretta concorrenza con Telecom nelle singole gare che verranno bandite e nelle quali il nuovo operatore godrà, forse, del vantaggio competitivo legato al proprio status di operatore di rete puro. Nei Cluster A e B, invece, Enel Open Fiber realizzerà la rete e cederà capacità agli operatori retail andando ancora una volta a competere direttamente con Telecom partendo dagli accordi già siglati con Vodafone e Wind che evidentemente non potranno non avere un peso.
Si tratterà dunque di osservare un nuovo scenario che, da un lato, vedrà il nostro Paese beneficiare della capillarità della rete elettrica, che arrivando nelle aziende e nelle case di 32 milioni di italiani, consentirà una copertura intensiva del territorio nazionale a costi competitivi: dall’altro, metterà forse in discussione gli attuali equilibri di mercato ed il ruolo dei diversi players.
Se ci saranno grandi rivoluzioni non è possibile ad oggi prevederlo. Certo è che lo sfruttamento delle sinergie esistenti e l’accelerazione nella posa della fibra rappresentano un’enorme opportunità per consumatori ed imprese ed una straordinaria occasione di sviluppo per il nostro Paese ed una pinta in più per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Governo nella Strategia nazionale per la banda ultralarga.