martedì 18 maggio 2021

Breve riflessione sull’abitabilità della Terra vista nel lungo e lunghissimo periodo, secondo le attuali conoscenze scientifiche.

Sulla scala dei miliardi di anni (circa 5 ) il Sole ingloberà la Terra con tutta la sua orbita e la vita sulla Terra come la conosciamo oggi è destinata a scomparire. Ce lo dice la Fisica dell'evoluzione stellare: il Sole diventerà una gigante rossa e si espanderà smisuratamente, mentre l’habitat terrestre “arderà”.

Sulla scala delle centinaia di milioni di anni (anno galattico = 225-250 milioni di anni) la Terra si troverà esposta alle fortissime radiazioni ( provenienti da aloni galattici o dal nucleo galattico attivo nel centro della nostra galassia, oppure di provenienza extragalattica, come i lampi gamma); come ci insegna il famoso fisico Paul Davis nel suo libro "Uno strano silenzio", un excursus sull'interrogativo se siamo soli nell'universo (vedi cap. Restringere la ricerca – pag. 106 e seguenti - Codice Edizioni. 2012).

Sulla scala compresa tra qualche milione e qualche decina di milioni di anni un asteroide di grandi dimensioni (>1Km) colpirà la Terra e la vita sulla Terra come la conosciamo oggi è destinata a scomparire. Ce lo dice la NASA nel suo rapporto del 2004 in merito al rischio di impatto di asteroidi (vedi http://roccomorelli.blogspot.com/2021/04/la-minaccia-degli-asteroidi-indagine.html ), su cui è attivo un servizio di monitoraggio continuo (vedi NASA-JPL), visto che asteroidi di più modeste dimensioni non sono affatto innocui.

Di solito, nelle previsioni umane, associamo una elevata probabilità di accadimento ad eventi temporalmente collocati molto vicini a noi; e, viceversa,  una scarsa probabilità a quelli lontani. Insomma, non riusciamo a predire cosa accadrà domani, quindi nel breve, ma nutriamo certezze sul lungo e lunghissimo periodo grazie alla Scienza. E se in essa crediamo, come abbiamo il diritto di credere, ce n'è a sufficienza per concludere che la Terra - capolavoro di ingegno e di bellezza, come tutto il Creato (che però è anch’esso caratterizzato da eventi violenti: collisioni tra pianeti, stelle, buchi neri e galassie) - appare un posto che periodicamente diviene alquanto inospitale per la vita umana. Gli uomini possono venirci "in vacanza" (ossia, durante la loro breve esistenza!), ma non possono pensare di starci molto a lungo, anche se la caducità della specie, che ben conosciamo, non esistesse. Forse occorrerebbe preoccuparsi molto di più, invece, della "fine" della "vacanza" e quindi della ripresa dell'abituale "lavoro"! Sarà dura!

Forse è necessario prendere maggiore coscienza che la vita sulla Terra – secondo le attuali conoscenze scientifiche -  è possibile solo attraverso una serie di sequenze cicliche inframezzate da “naturali” stermini di massa?

Sebbene un vecchio proverbio inglese suggerisca “first things first”,  ma così stando le cose da un punto di vista scientifico, perché l’uomo di oggi in nome delle generazioni future si preoccupa moltissimo soltanto dell’ecologia e dell’ambiente terrestre a breve -  che comunque impatta sulla brevissima durata della mera esistenza di qualche decina di generazioni umane ancora – ma trascura per esempio la “nettezza” dello spazio intorno al pianeta, come pure trascura la preoccupazione di conservare le conoscenze sinora acquisite e in qualche modo renderle disponibili alle generazioni di futuri cicli vitali? Insomma, predisporre una sorta di “arca del sapere”, una sorta di “archivio universale” di questa presente generazione umana per il "futuro".

Viene da pensare che tecnologie di Intelligenza Artificiale (IA) possano essere uno strumento utile al “passaggio del testimone” della vita umana attraversi cicli successivi! Se non addirittura, fantascientificamente, la IA non possa essere stato proprio lo strumento per portare ed espandere la vita sulla Terra attraverso la tecnologia proveniente da passate generazioni, su questo o altri pianeti.

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