venerdì 31 agosto 2018

In view of the celebrations of a Day for the Protection of Creation - Rome, the 1st of September 2018.

With this brief reflection we highlight some questions that arise spontaneously and impose themselves on the critical spirit of those who look disenchantedly at today's society:

May the Christians of our time continue to invoke the urgency of an energetic transition, a moderation in consumerist habits for the whole human community, the need to safeguard creation and future generations, without requiring at the same time a different and more serious commitment of Nations and Institutions on a global level on debated and unresolved topics within the same world of scientific research and that have not yet found adequate and satisfactory answers?

After having shared the recent address of His Holiness Pope Francis I, reported on press agencies about the urgency of an energy transition in order to avoid that the victims of climate change are the poorest, (refer for instance to http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/clima/2018/06/09/papavittime-mutamenti-clima-sono-poveriurgente-transizione_7ba52541-5cfa-4fae-aeea-956959ac6cde.html ), with passionate and filial reverence to our Church I address to all of You questions that seem to afflict the spirit of many Christians, hoping to contribute to focus both institutional and public attention on these unresolved issues, which appears to be of crucial importance for the sustainability of the energy transition and for a peaceful future, fair and sustainable World.
It is not only my personal opinion that as Christians, particularly in Europe, a THRUTH CAMPAIGN should be promoted on such issues on behalf of PEACE and SUSTAINABLE DEVELOPMENT of the entire World.
To this aim, I summarize below five topics that is necessary to clarify, first of all, for ethical reasons :
1) the actual destructive potential and the actual geographical dislocations of weapons of mass destruction (NBC, Electromagnetic Pulse, neutron, etc.) and not only those of nuclear weapons;
2) the actual existence - as fanciful as it may seem - of unconventional (advanced technological) weapons capable of concentrating unthinkable amounts of pulsating energy  in microseconds on faults in the earth's crust  and favoring seismic events in predetermined geographical places;
3) the actual state of the art on the development of fourth and fifth generation nuclear reactors, including the so-called "intrinsically safe" and on which the long term hopes for the survival of a declining nuclear peaceful technology are placed;
4) the actual contribution that the ITER project (under construction in Cadarache - France) can give after 50 years of basic and technological research on hot fusion, given that the density of plasmas on the Earth (even with the expected effects of toroidal striction through powerful helicoidal electromagnetic fields) it is however subject to natural limits for gravitational effects in comparative terms compared to the stellar plasmas where the hot fusion actually takes place. (In practice: the required power densities do not seem to be reachable on Earth!).
5) the effective contribution that can give serious research - always avoided and misled - on cold fusion, which according to some physicists is a concrete, detectable and measurable effect, not yet really understood and exploited for the production of energy.
Today's world withered by crises and inequalities, by conflicts and manipulations, by fear for the present that we are living and for the future that we will leave to our children, can not afford - in a Christian and European perspective - to neglect even the smallest possibility to reopen (e.g. by cold fusion) the DOORS OF HOPE for a future of PEACE, SUSTAINABILITY and EQUITY for every human being, regardless of ethnicity, country of origin and social status.

On the other hand, human presence and civilization on Earth is at stake, as well as the survival of the entire planetary environment that we should have preserved and cared for, in harmony with a Christian spirit and with respect for the commands received from the Creator.

sabato 30 giugno 2018

IL RACCONTO DI MASSIMO : Una storia commovente di sofferenza e di fede che può suscitare speranza in chi l’ha perduta.



Massimo Castellani, a 67 anni è stato ricoverato per terapia neuro-riabilitativa presso l’INI di Grottaferrata (RM), nel corso del primo semestre 2018 e fino ai primi di luglio dello stesso anno, per un’ernia del disco che lo costringeva ancora una volta alla sedia a rotelle. Lo si poteva incontrare lungo i corridoi di questa struttura ospedaliera, dove si muoveva con la sua sedia a rotelle in maniera infaticabile, nel bar e nella cappellina, dove attendeva puntualmente alla S. Messa delle 18,30 per i malati, celebrata dal cappellano Don Gioacchino talvolta solo per Massimo, e dove egli si intratteneva a lungo nel corso della mattinata in un silenzio e in una atmosfera di pace che facilitava la contemplazione e la preghiera. Massimo si mostrava attivo e infaticabilmente impegnato nella fisioterapia, che come poteva continuava con i suoi metodi e per proprio conto aldilà del programma fisioterapico che lo riguardava e delle relative sedute ufficiali cui partecipava puntualmente. Il suo carattere aperto, gioviale e tenace favoriva il contatto con gli altri e l’instaurazione di un umano rapporto che facilmente sfociava nel racconto delle reciproche storie. E la storia di Massimo è davvero stupefacente, ricca di episodi che hanno apparentemente dell’inverosimile, tuttavia è storia vera, sia perché Massimo la racconta in spirito di amicizia e verità, sia perché sembra documentabile anche attraverso testimonianze di altre persone coinvolte. 
Nel 1992, a seguito di un incidente stradale (contro un camion) di cui conserva ancora le fotografie, Massimo rimase intrappolato nella sua macchina, accartocciata in maniera spaventosa; per estrarlo dalle lamiere si dovette lavorare per oltre quattro ore. A guardare le foto che Massimo ancora mostra ci si chiede immediatamente come si possa uscire vivi da un groviglio di lamiere contorte e pressate in quel modo in un pacchetto appiattito contro la strada.  Né uscì ancora vivo, ma con fratture esposte plurime su tutti gli arti e diverse parti del corpo che imposero, nell’ospedale di Anzio, un’operazione durata oltre 13 ore. Ricevette l’Estrema Unzione, anche grazie ad un sacerdote che si recava (sempre con “un quartino di vino”) a visitare il proprio padre ricoverato nello stesso ospedale in cui era ricoverato Massimo. Dopo una ulteriore complicata operazione al braccio (con placca e chiodi), il risveglio post-operatorio Massimo lo descrive come “un nido di vespe nello stomaco” a causa dell’anestesia accumulata anche nelle immediatamente precedenti operazioni. Il dolore che provava per un’operazione così complicata e un’anestesia così intensa sfociò in un’emorragia. Massimo ebbe a quel punto quella che sembra definibile una “esperienza extra corporea” e dall’alto dove si trovava (il suo spirito?) vide in basso i medici e lo staff che lo soccorrevano e si vide anche con i capelli insanguinati per il sangue presumibilmente sversato. Egli riferisce che la quantità di anestesia somministratagli non permetteva a quel momento ulteriori dosi e dovendo essere “intubato” i tagli alla gola per permetterlo dovettero essere eseguiti “a freddo” senza anestesia totale o locale. La rimozione dei tubi fu poi troppo veloce e provocò embolia con perdita di conoscenza che indusse i suoi cari a piangerlo morto. Eppure Massimo, proprio mentre i suoi erano riuniti nella mestizia del momento intorno al suo letto, si risveglia tra solenni risate che egli riferisce essere intrattenibili e di natura nervosa. Insomma, tra diverse sofferenze, seppure con placche e chiodi, con il tempo Massimo si rimise in piedi e tornò alla vita normale al punto che un giorno, mentre assisteva - a bordo strada con la sua bimba in braccio - ad una processione che passava lungo le strade di Anzio il parroco che lo aveva “unto”, e che era alla testa della processione,  riconoscendolo fermò la processione e si avvicinò a lui sollecitandolo a recarsi in chiesa per una confessione dei peccati commessi prima dell’incidente subito. A questo episodio Massimo, che lo considera un “segno”, attribuisce un grande significato, anche se può sembrare che sottovaluti la sua fede e non ne parli volentieri, ma forse soltanto perché vuole tenerla nel suo intimo in modo riservato e protetto.
Poco prima del 2001, a Massimo viene diagnosticato - per precedente trauma cranico subito - un astrocitoma benigno (tumore cerebrale) di 0,5 cm.; ma egli tra l’intervento operatorio immediato e  i controlli sistematici ogni 6 mesi sceglie quest’ultimi. Purtroppo a seguito di uno dei controlli successivi, nel 2001 viene operato (nel Policlinico Umberto I di Roma, dal Prof. Esposito) perché il tumore è evoluto in modo esponenziale in una dimensione di circa 8 x 5 cm. che induce i medici a ipotizzare il peggio e valutare una speranza media di vita di 3 mesi. I successivi esami istologici permettono, infatti, di appurare che si tratta di un glioblastoma di IV grado, che in base alle attuali conoscenze non lascerebbe scampo.
Prima dell'operazione, Massimo, da “sofferente di lungo corso” e forte dei suoi trascorsi, aveva incominciato a partecipare insieme a membri della sua famiglia a gruppi di preghiera, in special modo orientando la devozione verso S. Padre Pio da Pietralcina. Oggi Massimo, a 17 anni da quell’episodio, racconta ancora come sua sorella abbia avuto in sogno - proprio prima ancora dell'operazione - una visione di S.Padre Pio nel corso della quale ha ricevuto assicurazione sulla guarigione del fratello.
Tutto ciò per molti è solo frutto della “devozione popolare” associata a un gioco di statistica: per effetto dei grandi numeri di malati: qualche raro caso di guarigione inspiegabile può anche verificarsi. Per altri, invece, specie sofferenti, Massimo è divenuto un esempio e una speranza che “una Via c’è”!

Il 4 luglio 2018, Massimo - che avrebbe voluto una sua foto in piedi, su questo post - si aspettava di essere dimesso dall'INI per tornare a casa, tra i suoi. Oggi, 3 luglio, invece, una ennesima crisi lo costringe immobilizzato a letto.

Nell'auspicio che i media vogliano e possano parlare del suo caso "miracoloso", un caro abbraccio e un augurio di guarigione a Massimo, campione di fortezza e portatore di speranza per sé e per gli altri.

venerdì 2 febbraio 2018

2018 - Presentazione al tempio


  • il mondo che «insegue i piaceri e le voglie dell’io» 
  • il «misticismo isolato» e il «sentimentalismo devoto»
  • la «paralisi della normalità» e «la sterile retorica dei “bei tempi passati”»
  • fare «memoria» dell’incontro con il Signore, perché da quell’incontro «è nato il cammino di consacrazione»
  • con gli anziani i giovani trovano «le radici del popolo» e «le radici della fede»
  • non si può rinnovare l’incontro col Signore senza l’altro: mai lasciare indietro, mai fare scarti generazionali 
  • non c’è avvenire senza questo incontro tra anziani e giovani; non c’è crescita senza radici e non c’è fioritura senza germogli nuovi
  • frenesia del vivere che «induce a chiudere tante porte all’incontro», spesso per paura, mentre rimangono «sempre aperte le porte dei centri commerciali e le connessioni di rete»
  • «Non accada di guardare lo schermo del cellulare più degli occhi del fratello, o di fissarci sui nostri programmi più che nel Signore. Perché quando si mettono al centro i progetti, le tecniche e le strutture, la vita consacrata smette di attrarre e non comunica più; non fiorisce perché dimentica “quello che ha di sotterrato”, cioè le radici». 
  • «la vita consacrata libera l’affetto da ogni possesso
  • la vita consacrata sceglie l’obbedienza umile come libertà più grande»
  • avere il Signore «tra le mani» è infatti «l’antidoto al misticismo isolato e all’attivismo sfrenato»
  • «l’incontro reale con Gesù raddrizza sia i sentimentalisti devoti che i faccendieri frenetici»
  • «farsi risucchiare in una vita asfittica, dove le lamentele, l’amarezza e le inevitabili delusioni hanno la meglio»
  • nostalgia che uccide l’anima
  • viaggiare «controcorrente» nel mondo
  • «l’alba perenne della Chiesa»

Papa Francesco - messa in San Pietro per la Giornata mondiale della vita consacrata
Fonte: http://www.lastampa.it/2018/02/02/vaticaninsider/ita/vaticano/consacrati-andate-controcorrente-non-siate-mistici-isolati-o-faccendieri-frenetici-8Crhux1d67rChCwV9LDlqO/pagina.html

martedì 30 gennaio 2018

LO SPECCHIO DELL'ITALIA CHE CAMBIA: SE VUOI LAVORARE NON STUDIARE TROPPO!



SI POTREBBE BEN SOSTENERE CHE E' UN ATTO DI RESPONSABILITA' SOCIALE DELL'INDUSTRIA ITALIANA E CHE  "HANNO RAGIONE" VISTA LA SITUAZIONE DEL PAESE. INOLTRE, LO DICE ANCHE LA COSTITUZIONE : L'ITALIA E' UNA REPUBBLICA FONDATA SUL LAVORO, NON SULLO STUDIO.

UN MOMENTO EMBLEMATICO DELLA STORIA D'ITALIA DA NON DIMENTICARE. ALLE GIOVANI GENERAZIONI DI ITALIANI E' CHIARAMENTE POSTA INNANZI UN'ALTERNATIVA TRA SOPRAVVIVENZA E DIGNITA' DELL'ESSERE.

sabato 4 novembre 2017

Un breve cenno sulla Teoria Monetaria Moderna


In questo periodo di crisi generalizzata, la Teoria Monetaria Moderna (MMT)  - che ha radici nel cosiddetto Cartalismo - è molto dibattuta e per certi versi criticata, anche se secondo alcuni autori essa non fa altro che descrivere il sistema monetario in vigore sin dall'abolizione del sistema aureo  avvenuta nel 1971. Forse le critiche di cui è fatta oggetto la MMT al giorno d’oggi, in cui il problema di sovranità monetaria degli Stati Membri sembra messo in discussione proprio nei confronti dell’Unione Europea, sono riconducibili ai due seguenti elementi essenziali che essa stigmatizza :
a.       Uno Stato pienamente sovrano, che ha potere sulla propria moneta, non può fallire.

b.      Una politica statale di deficit implica l'immissione di ricchezza da parte dello Stato verso i privati, mentre una politica di surplus di bilancio implica ricchezza che lo Stato ritira dai privati.
Il discorso che segue, però, esula dall’ideologia o dal dibattito circa la natura della ricchezza o se la ricchezza vera la produce l'intrapresa e non la finanza, che al più sembra ridistribuisca, o per meglio dire, rastrelli e impieghi, soprattutto speculativamente, la ricchezza prodotta dall'intrapresa. Come pure non si discute se la ricchezza, al pari, non la produce nemmeno la carta stampata in forma di moneta o quella creata attraverso forme derivate, ma soltanto il lavoro e la creatività dell'uomo, delle comunità e delle nazioni cui essi appartengono, come sembrano sostenere seguaci della MMT.
Per le finalità di questo lavoro assumiamo, quindi, aldilà di ogni ideologia e di ogni discussione, che il ragionamento  analitico di seguito riportato - e che è caratteristico della MMT - possa essere accettato e possa entrare a far parte del ragionamento che viene di seguito proposto.
In ogni sistema economico aperto verso altri sistemi  i saldi dei singoli settori  (privato,  pubblico, estero)  possono essere ripartiti in base al PIL attraverso il seguente ragionamento:
PIL = C + I + G + (X – M)                           (1)
dove :
C = consumi
I = investimenti
G = spesa pubblica
X = export
M = import
oppure detto in maniera diversa, cioè con l’ottica del settore pubblico:
PIL = C + S + T                                 (2)
C = consumi
S = risparmi
T = tasse

Da qui si può concludere, uguagliando la (1) e la (2) che :
C + S + T = PIL = C+ I + G + (X – M)                    (3)
E raggruppando per settori  si giunge ad affermare che la somma del saldo di ciascuno dei tre settori deve essere zero:
(I – S) + (G – T) + (X – M) = 0                                 (4)
dove:
(I – S) = saldo del settore privato
(G - T) = saldo del settore pubblico
(X – M) = saldo del settore estero

La (4) si può porre anche sotto la seguente forma :
(I – S) + (G – T) = - (X – M)             (5)
che ci aiuta a capire come il saldo con l’estero riassuma in sé il risultato dell’attiva produttiva del settore privato e di quella gestionale/amministrativa del settore pubblico di un sistema economico nazionale.
Il saldo con l’estero – positivo o negativo che sia - è comunque espressione della “divisione internazionale del lavoro”, ovvero della specializzazione produttiva dei singoli sistemi economici, nonché dell’apertura di un sistema economico verso gli altri. Un saldo verso l’estero esiste in quanto si creano dei differenziali nella produzione e nel consumo di beni e servizi tra le diverse economie. Tali differenziali generano dei flussi di beni e servizi in un verso e di corrispettivi in moneta nel verso opposto, che possono essere colmati attraverso il commercio internazionale che a sua volta può indurre effetti di riequilibrio o meno. In ogni caso, il commercio internazionale crea una rete di legami percorsa da flussi (quantità di beni e servizi o in senso opposto movimenti di capitali)  tra le diverse economie.

giovedì 19 ottobre 2017

Siamo alla crisi istituzionale dell’Italia?- La visione di Ettore Bonalberti: un ex Democratico Cristiano che non si rassegna

Siamo alla crisi istituzionale dell’Italia.
  La legge elettorale del Rosatellum 2 ,come fece Mussolini con la famigerata Legge Acerbo, passa alla Camera con il governo che impone il voto di fiducia.
Ieri il PD si fa promotore di una mozione con cui  si sfiducia il governatore della Banca d’Italia chiedendo al “governo amico” la sua sostituzione.
E, nel frattempo, nessuno, tranne qualche solerte deputato del M5S, si interessa del fatto che  le più importanti banche private italiane sono controllate direttamente dagli edge fund anglo-caucasici (sede legale nella city of London e fiscale nel Deleware,  origine kazara del Caucaso ) e nordamericani( Vanguard, State Street Fidelity, Black Rock, Blackstone, Northern Trust, T-Rowe price, JP Morgan Trust, Franklyn Templeton) Bnp Paribas Trust, ecc) i quali controllano così la quota di maggioranza della stessa Banca d’Italia.
Non possono più essere taciute le sistematica truffe perpetrate dagli edge funds, che sono la vera guida della cabina di regia bancaria, a danno dei risparmiatori, del fisco italiano e delle stesse banche, dopo la decisione assunta con il d.legislativo n.481 del 14 dicembre 1992, che ha abolito la separazione tra banche di prestito e banche speculative tassativamente prevista dalla vecchia legge bancaria del 1936.
Enormi sono le responsabilità che si assunsero con quel decreto i suoi firmatari Amato e Barucci, ma tutto tace e il PD se la prende con Visco…….
Incomprensibili i silenzi del Parlamento su questa cessione della sovranità monetaria che annulla de facto la nostra sovranità popolare con la democrazia ridotta a un ectoplasma nella mani di un Parlamento di “ nominati illegittimi” che si tende a perpetuare.
Ci attendiamo un sussulto dalla Presidenza della Repubblica garante dell’unità nazionale.

Venezia, 18 Ottobre 2017
Ettore Bonalberti

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Ma la visione di Bonalberti non è un fatto isolato.Ecco una sintesi di ciò che pubblica  Giovanni Palladino di sul Flash n.70 di Servire l'Italia:

Ignazio Visco ha portato in Parlamento 4.000 pagine per difendersi dall’accusa di non aver svolto un buon lavoro nel controllare il sistema bancario. Ma una mezza pagina degli “accusatori” sarebbe sufficiente a “condannarlo”:  perché appena tre anni fa sosteneva con grande convinzione che le nostre banche erano “sane”?
 perché era a favore dell’acquisto della Banca Popolare dell’Etruria da parte della Banca Popolare di Vicenza?  perché non ha fiatato quando i controllori hanno “scoperto” le operazioni “baciate” (prestiti erogati su “invito” ad acquistare le azioni non quotate delle banche)?
 perché è stato a favore della “distruzione” delle piccole e medie banche popolari da cedere alle grandi banche a danno del vitale credito erogato alle piccole imprese locali?

Per approfondimenti vedi :

http://www.servirelitalia.it/flash/flash70.pdf
http://www.interris.it/2017/10/19/129981/intervento/visco-non-sta-sereno.html