venerdì 24 gennaio 2020

NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration degli USA): Piano B per contrastare il cambiamento climatico

Il NOAA inizia a studiare il controverso piano climatico  B.
Gli scienziati governativi del clima studieranno due proposte di geoingegneria per contrastare il riscaldamento globale.
La fonte cui si fa riferimento è autorevole, ossia Scientific American. Vedasi infatti:

In uno stralcio, che qui si riporta tradotto in italiano, si legge quanto segue :

<<Il principale scienziato per i cambiamenti climatici di NOAA ha dichiarato di aver ricevuto 4 milioni di dollari dal Congresso e il permesso della sua agenzia di studiare due metodi di emergenza e controversi per raffreddare la Terra se gli Stati Uniti e altre nazioni non riuscissero a ridurre le emissioni globali di gas serra.

David Fahey, direttore della divisione di scienze chimiche del Earth System Research Laboratory del NOAA, ha detto ieri al suo staff che il governo federale è pronto a esaminare la scienza che è dietro alla "geoingegneria", o quello che ha soprannominato un "piano B" per i cambiamenti climatici.

Fahey ha dichiarato di aver ricevuto il sostegno per esplorare due approcci.

Uno è quello di iniettare biossido di zolfo o un aerosol simile nella stratosfera per aiutare a proteggere la Terra da una luce solare più intensa. È modellato su una soluzione naturale: eruzioni vulcaniche, che sono state trovate in grado di raffreddare la Terra emettendo enormi nuvole di anidride solforosa.

Il secondo approccio userebbe un aerosol di particelle di sale marino per migliorare la capacità delle nuvole basse sull'oceano di fungere da ombra.

Questa tecnica è presa in prestito dalle "tracce della nave", o lunghe nuvole lasciate dal passaggio dei mercantili oceanici che sono visti dai satelliti come percorsi riflettenti. Potrebbero essere ampliati con iniezioni di vapore dall'acqua di mare da navi specializzate per creare effetti di ombreggiatura.

La ricerca in entrambe le tecniche, ha sottolineato Fahey, è raccomandata in un prossimo studio delle Accademie nazionali di scienze, ingegneria e medicina intitolato "Strategie di intervento sul clima che riflettono la luce solare per raffreddare la Terra".

Ma in segno di quanto controverso sia l'argomento, Fahey ha raccomandato di cambiare la nomenclatura da geoingegneria a "intervento sul clima", che ha descritto come "una parola più neutrale".

Fahey ha anche sottolineato che questa non è un'approvazione per andare avanti con la geoingegneria. Piuttosto, è preparare il governo degli Stati Uniti a una decisione politica se il mondo non riesce a limitare adeguatamente l'ascesa del riscaldamento globale.>>

L'articolo, di cui è reperibile una sintesi al link sopraindicato, continua fornendo altri importanti aspetti.

E' da rilevare, comunque, che se le linee di eventuale intervento tracciate per il Piano B possono essere giustamente sviluppate sulla base di fenomeni naturali noti (eruzioni vulcaniche e "tracce della nave") che si osservano da tempo e di cui sembra si conoscono gli effetti, è pur vero che interventi di geoingegneria sul clima aprono una stagione di ricerca in cui è necessaria una straordinaria cautela ed accortezza. Infatti, sebbene si conoscano variabili che governano i fenomeni di cui si parla, resta sempre il legittimo dubbio se si conoscano tutte le variabili in gioco, quanto esse siano effettivamente "controllabili" dalla scienza e tecnologia odierna e specialmente quali possano essere i potenziali effetti di lungo periodo che una loro modificazione può indurre sull'ambiente planetario. Analoga questione si pone con il "dosaggio quantitativo" delle variazioni e sulla "reversibilità" degli effetti che esse dovessero innescare.

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