sabato 4 gennaio 2020

AURORE POLARI: INTERROGATIVI ammirando lo spettacolo?

La Geofisica (vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Aurora_polare ) insegna che le aurore (polari) sono un fenomeno causato dall'interazione del vento solare (particelle cariche, ossia protoni ed elettroni) con la ionosfera terrestre (in quota tra 100–500 km). Tali particelle eccitano gli atomi dell'atmosfera che in seguito, diseccitandosi,  emettono luce di varie lunghezze d'onda e quindi di diverso colore. A causa della geometria del campo magnetico terrestre, le aurore sono visibili in due ristrette fasce ovali attorno ai poli magnetici della Terra. Le aurore visibili ad occhio nudo sono prodotte dagli elettroni, mentre quelle prodotte dai protoni possono essere osservate solo con l'ausilio di particolari strumenti, sia da terra sia dallo spazio. Spesso aurore polari sono visibili anche in zone meno vicine ai poli, come per es. la Scozia, o zone della penisola scandinava.

Le aurore sono più frequenti durante periodi di intensa attività solare, periodi in cui il campo magnetico interplanetario può presentare notevoli variazioni in intensità e direzione, aumentando la possibilità di un accoppiamento (riconnessione magnetica) con il campo magnetico terrestre. E' proprio questa "riconnessione" che fa pensare e fa nascere un interrogativo circa il ruolo del campo magnetico terrestre ( e del verso delle sue linee di forza) nel fenomeno che si osserva.

A guardare l'immagine seguente non si rimane solo affascinati dalla bellezza del nostro mondo e dei fenomeni spettacolari che presenta ai nostri occhi, ma è la stessa fantasia che - nonostante gli insegnamenti della Geofisica - viene stimolata in maniera riflessiva ad interrogarsi anche su ipotesi che paiono assurde (visto che la luce di qualunque colore si propaga in tutte le direzioni), ossia: la radiazione luminosa è incidente,  emergente oppure è entrambe le cose? Lo "sfioccamento" dei fasci luminosi sembra seguire il verso in entrata del vento solare (ossia dall'alto verso il basso nella foto) e ciò fa propendere per una radiazione incidente. Ma è sempre ed ovunque così? Inoltre, la tenue, ma visibile, fascia rossa esterna dovrebbe indicare una più bassa frequenza luminosa (400-484 THz) e quindi più bassa energia rispetto alle fasce verdi più basse e con più alte frequenze (Verde 526-606 THz) e più alte energie. Ma, se così è, le particelle ionizzate entranti non dovrebbero essere più energetiche negli strati alti e meno energetiche in quelli più bassi dove interagiscono con una atmosfera più densa e frenante? Oppure si tratta solo delle colorazioni tipiche in funzione del tipo di atomi che il vento solare di volta in volta incontra ed eccita?
Ad ogni modo, al di là di ogni interrogativo. sono veramente invidiabili gli astronauti che hanno il privilegio di godere di questi spettacoli. Grazie a loro e a NASA per condividerli con noi!

L'immagine è stata ripresa da https://apod.nasa.gov/apod/ap200104.html dove viene fornita la seguente spiegazione :


Aurora spazza il cielo
Fonte: Jack Fischer, Expedition 52, NASA
Spiegazione: Come la salsa verde sul tuo burrito preferito, un'aurora verde risplende in cielo in questa istantanea del 25 giugno 2017 dalla Stazione Spaziale Internazionale. A circa 400 chilometri (250 miglia) sopra la Terra, la stazione orbitante si trova all'interno del dominio superiore degli schermi aurorali. Le aurore hanno i colori distintivi delle molecole e degli atomi eccitati alle basse densità che si trovano ad altitudini estreme. L'emissione dall'ossigeno atomico domina questa visione. Il bagliore stuzzicante è verde alle quote più basse, ma bande rossastre più rare si estendono sopra l'orizzonte della stazione spaziale. La scena orbitale fu catturata mentre passava sopra un punto a sud e ad est dell'Australia, con le stelle sopra l'orizzonte a destra appartenenti alla costellazione del Canis Major, il grosso cane di Orione. Sirius, stella alfa del Canis Major, è la stella più luminosa vicino al lembo terrestre.

1 commento:

  1. Correlazione con
    http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/terra_poli/2020/01/03/nellatmosfera-terrestre-possibili-spie-dei-terremoti-_2c3462b5-37fe-4265-9ca3-d1f5533fc224.html

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