venerdì 20 settembre 2019

INTERROGATIVI “TOWARDS THE ECONOMY OF FRANCESCO”: TRA CRESCITA E DECRESCITA LE VIE DEL PIL SONO INFINITE?

Dopo la pubblicazione dell'ultimo rapporto[1] dello European Environmental Bureau (EEB) - una rete di organizzazioni internazionali con sede in diversi Paesi - CRESCITA e SOSTENIBILITÀ non sembrerebbero compatibili, come non lo sembrerebbero – da alcune evidenze oggettive - SOSTENIBILITA' e DECRESCITA e quindi discesa del PIL. Quest’ultima opzione, ossia LA DECRESCITA - auspicata da più parti e ritenuta nel suddetto rapporto come unica vera opzione efficace ambientalmente – può essere veramente risolutiva? I riflessi sul PIL non genererebbero instabilità finanziaria (per insostenibilità dei debiti e crediti deteriorati) e a seguire instabilità politica, con conflitti inevitabili in un mondo nuclearizzato? In pratica la cura della DECRESCITA può rivelarsi peggiore del male che essa intende curare? Si tratta di temi molto complessi adatti proprio ad essere discussi tra economisti, imprenditori, ambientalisti ed esperti di finanza nel corso dell’evento Francesco’s Economy (marzo 2020?) da tenersi ad Assisi. In questa ottica il dibattito dovrebbe essere principalmente incentrato sull’energia e le risorse ancora disponibili; nonché su i riflessi sul clima; come pure sulle improrogabili necessità di attivare una ricerca straordinaria in campo energetico a livello globale.


A tale riguardo, tra la via della CRESCITA e quella della DECRESCITA, l’Italia, che da lungo tempo si muove a crescita prossima a zero, sembra praticare un improbabile “virtuoso attendismo” restando “ferma al palo”, fors’anche perché non tutti coloro che predicano a parole la DECRESCITA, poi di fatto la praticano. Così la DECRESCITA diviene la decrescita degli altri, ma non la propria.
Inoltre, ci sono sufficienti evidenze che i Paesi più ricchi oggi al mondo sono quelli che hanno un forte debito pubblico (o privato), per cui non crescere, o decrescere per permettere agli altri rimasti indietro di recuperare, implica dover rinunciare a generare ulteriore debito e quindi ad operare a “deficit zero”. Ma sono tutti disponibili a questo approccio, oppure, siccome i Paesi a più alto debito sono quelli più tecnologizzati e meglio armati, cadranno nella tentazione di usare la forza militare per difendere i loro privilegi e i loro attuali livelli e stili di vita? In definitiva la loro Cultura e Civiltà, per quanto poco umanitarie possano essere divenute nel tempo?
Quì si riporta uno schema che insieme agli interrogativi già in http://roccomorelli.blogspot.com/2019/08/crescita-del-pil-e-sostenibilita.html vogliono costituire materiale di riflessione allargata su questi temi rilevanti per noi stessi, per le future generazioni, per la casa comune TERRA che abitiamo, per umanizzare il profilo etico oggi dominante, qualora esso venga riconosciuto inadeguato e controproducente per il bene comune.
Viene quindi voglia di dire che TRA CRESCITA E DECRESCITA LE VIE DEL PIL NON SONO INFINITE, MA QUELLE DEL SIGNORE SI, perché se non fosse così potremmo già essere spacciati, se è vero che i cambiamenti climatici sono già da tempo in atto. E' dunque un problema di accertamento della VERITÀ, ossia un problema di verità scientifica rimasto irrisolto(https://www.startmag.it/energia/500-scienziati-greta-clima-onu-emergenza-climatica/), visto i diverbi ancora esistenti, oppure è un problema di irresponsabilità mosso da interessi? Attuare un gravoso percorso di DECRESCITA, tutt'altro che felice, per motivi di prudenza, implica accertamento (in parallelo) della VERITÀ e conseguente assunzione di RESPONSABILITÀ, ma non sicuramente attuazione precauzionale della DECRESCITA in maniera nascosta alla maggioranza degli interessati.

ALCUNE CONSIDERAZIONI

Nella prospettiva di una Francis’s Economy, è proprio in questi ragionamenti con substrato etico (custodia del creato e innalzamento delle condizioni di vita di chi è rimasto indietro) che dovremmo ravvisare le vere motivazioni per gestire l'economia nazionale in situazioni di pareggio di bilancio e, possibilmente, ridurre tutti i debiti accumulati che limitano l'altrui crescita; non certo per "obbedire" a comando al pur pericoloso “spread" e ai "mercati", come taluni tendono a voler insegnare[2]. Infatti, in un caso è in gioco l’intero fondamento etico della odierna civiltà giudaico-cristiana, tutta originatasi in occidente, mentre nell'altro sono in gioco soltanto effimeri e caduchi aspetti di potere o predominio nello scacchiere internazionale, volti – ben che vada - a soddisfare l’istinto di potenza di chi non vuole rassegnarsi al presumibile "egalitarismo" necessario ad un futuro multietnico, come sembra già farsi intravedere, sebbene in maniera problematica. Ma, ridurre i debiti accumulati implica certamente evitare gli sprechi, ridurre i consumi attraverso più sobri stili di vita, aumentare l’efficienza pubblica e privata di tutto il sistema economico, orientandosi in modo green negli investimenti e nei consumi. Altrettanto certamente, però, ciò va fatto, piuttosto che brandendo il conflitto e la Forza (commerciale, finanziaria o militare), attraverso un difficile gioco di equilibri tenendo in equilibrio la produzione e la domanda di beni e servizi necessari alla vita di un Paese, poiché non appena la domanda (e quindi la spesa) diminuisce, nonostante il pareggio di bilancio la sostenibilità e la riduzione del debito “va a farsi benedire” e si allontana sempre di più, poiché interviene "la crisi" (nell'ultima delle quali il nostro Paese ha perso il 30% della sua industria). Crisi che vengono risolte, come si è visto in Grecia, in tutt'altro modo che attraverso quel soccorso che imporrebbe la solidarietà cristiana verso il vicino, il prossimo, verso "un membro della famiglia" europea. E' da qui che sono originati i Sovranismi oggi conflittuali, ma nessuno vuole prendersi apertamente la responsabilità (o il privilegio?)  di averli innescati. Eppure, tra Sovranisti cristianamente orientati si nutre la convinzione che l'economia noachica delle Nazioni è frutto divino e non umano[3], poiché la confusione delle lingue e la distruzione di Babele fu conseguenza dell'ambizione di Nimrod di unificare i Regni della Terra, compito possibile solo a Cristo alla Fine dei Tempi. Pertanto. sino a quel momento l'Universalismo è limitato all'annuncio della Salvezza offerta a coloro che aderiscono al messaggio cristiano, ma il governo deve rimanere alle nazioni, a meno di non volere una nuova Babele, un nuovo Nimrod, una nuova confusione delle lingue e diaspora.



E’ dunque nel senso di responsabilità e di attaccamento a questa nostra civiltà giudaico-cristiana, disdegnata dall’Europa nei suoi fondamenti costituzionali, che trovano ragione le preoccupazioni su questi difficili argomenti e orientamenti, che ci si augura possano divenire oggetto di dibattito “TOWARDS THE ECONOMY OF FRANCESCO”.







[1] Tale rapporto è reperibile al seguente link:


 vedasi anche 

[3] vedi C.C.C. e https://roccomorelli.blogspot.com/2017/01/unita-globale-versus-economia-delle.html




venerdì 6 settembre 2019

Tendenze globali negli investimenti per l'energia rinnovabile, secondo un Rapporto delle Nazioni Unite


E’ disponibile il rapporto Global Trends in Renewable Energy Investment 2019
Il rapporto, commissionato dal Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (Unep), è stato pubblicato in vista del vertice sull'azione globale per il clima dell'Onu, il 23 settembre prossimo. Esso riferisce le tendenze globali negli investimenti per l'energia rinnovabile.
Dal Sommario emerge quanto segue:

PANORAMICA GLOBALE

I progressi nelle energie rinnovabili rimangono concentrati nel settore energetico, mentre si è verificata una crescita molto inferiore nel riscaldamento, nel raffreddamento e nei trasporti.

RISCALDAMENTO E RAFFREDDAMENTO
L'assorbimento delle energie rinnovabili nel riscaldamento e nel raffreddamento rimane lento a causa della mancanza di sostegno politico.

TRASPORTO
La penetrazione di energia rinnovabile nel settore dei trasporti rimane bassa. Sebbene i biocarburanti dominino il contributo delle energie rinnovabili, il mercato dei veicoli elettrici sta crescendo in modo significativo.

ENERGIA
Le energie rinnovabili si stanno espandendo nel settore energetico, con 181 GW recentemente installati nel 2018. Tuttavia, il tasso di nuove aggiunte di capacità si è stabilizzato, dopo anni di crescita.

Complessivamente, comprese le altre tecnologie per le energie rinnovabili - ma non i grandi investimenti nel settore idroelettrico - nel periodo 2010-2019 si dovrebbe raggiungere 2,6 trilioni di dollari. Il paese di gran lunga con più alti investimenti, durante il decennio è stato la Cina, che ha impegnato 758 miliardi di dollari tra l'inizio del 2010 e metà anno 2019. L'Europa nel suo insieme ha investito nello stesso periodo 698 miliardi di dollari (di cui l’Italia 82) e gli Stati Uniti 356. I tassi di interesse ai minimi storici nelle principali economie durante il decennio sono stati un fattore importante nel renderlo possibile. Il solare ha visto in un decennio più capacità aggiuntiva (ossia 638 GW) rispetto a qualsiasi altra tecnologia di generazione.

Esponenti dell’ONU fanno rilevare che non è sufficiente perché le emissioni del settore energetico a livello globale sono aumentate di circa il 10% nello stesso periodo.

Vedasi anche :
http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/energia/2019/09/05/rinnovabili-in-10-anni-investiti-2.600-miliardi-nel-mondo_3454e2ba-52b6-44f3-b702-641b34548e3c.html


UN BREVE COMMENTO SUL FOTOVOLTAICO

Il grafico del costo livellato riportato sopra mostra la marcia di avvicinamento del prezzo dell'energia rinnovabile ai prezzi di mercato dell'energia prodotta attraverso altre fonti.Sebbene incoraggiante questa marcia si presenta ancora lunga e non priva di difficoltà, anche perché la tecnologia al silicio, oggi ancora la più diffusa per il fotovoltaico, è tecnologia energivora essa stessa e implica risvolti ambientali non trascurabili specie li dove affiancata a gruppi di continuità (batterie).
Una marcia in più per la diffusione del fotovoltaico potrebbe essere attivata dai film organici (plastica) che incominciano a diffondersi per piccole applicazioni fotovoltaiche. Ma la tecnologia a film organici è ancora da ritenersi sperimentale e in via di sviluppo, poiché presenta tuttora:

1) problemi di stabilità nel tempo;
2) sensibilità alle forti variazioni di temperatura;
3) una efficienza molto bassa rispetto alla tecnologia al silicio (efficienze che vanno in genere da 1% al 5% nei casi migliori);
4) un problema di economia di scala che in via tendenziale fa prevedere una discesa del prezzo del fotovoltaico dagli attuali 6-12 Euro/Watt di picco a 2 Euro/Watt di picco.

Ingranare la marcia in più implicherebbe sfruttare la semitrasparenza dei film organici e incominciarli ad impiegare su vasta scala per farne anche vetrate nei grandi edifici e pannelli insonorizzanti lungo autostrade e ferrovie. Cosa alla quale c'è da augurarsi si giunga presto ovunque.

La cosa più scoraggiante in questo contesto, però, è sempre la bassa penetrazione delle nuove fonti di energia rinnovabile di cui ne è data una rappresentazione nel seguente grafico (fonte REN 21).



giovedì 29 agosto 2019

Crescita del PIL e Sostenibilità Ambientale sono compatibili?

Crescita del PIL ed economia sostenibile si possono coniugare insieme?

La scuola di pensiero che abbraccia la decrescita[1] ha più volte sottolineato la necessità di adottare questo doloroso cammino, specie per le economie più avanzate, ma le istituzioni pur riconoscendo  i rischi ambientali della crescita a tutti i costi, hanno comunque consentito al sistema economico di perseverare con le sue logiche nella convinzione che, investendo in efficienza, il PIL potesse continuare a salire, mentre l'impatto climatico e ambientale della produzione sarebbe sceso puntando sulle tecnologie verdi e a basso impatto. Tutto questo non è sinora  avvenuto come dimostra  l'ultimo rapporto dello European Environmental Bureau (EEB), una rete di organizzazioni internazionali con sede in diversi Paesi.

Tale rapporto è reperibile al seguente link: https://mk0eeborgicuypctuf7e.kinstacdn.com/wp-content/uploads/2019/07/Decoupling-Debunked.pdf . Se ne riporta qui di seguito la traduzione dell’executive summary.

Sintesi del Rapporto “Decoupling” - EEB -  Luglio 2019

<<È possibile godere sia della crescita economica che della sostenibilità ambientale? Questa domanda è una questione di accanito dibattito politico tra sostenitori della crescita verde e post-crescita. Nell'ultimo decennio, la crescita verde ha chiaramente dominato il processo decisionale con gli ordini del giorno delle Nazioni Unite, dell'Unione Europea e in numerosi paesi partendo dal presupposto che il disaccoppiamento delle pressioni ambientali dal prodotto interno lordo (PIL) potrebbe consentire la crescita economica futura senza fine. Considerando ciò che è in gioco, è necessaria un'attenta valutazione per determinare se le basi scientifiche alla base di questa "ipotesi di disaccoppiamento" siano solide o meno. Questo rapporto esamina la letteratura empirica e teorica per valutare la validità di questa ipotesi. La conclusione è al tempo stesso straordinariamente chiara e che fa riflettere: non solo non ci sono prove empiriche a sostegno dell'esistenza di un disaccoppiamento della crescita economica dalle pressioni ambientali in qualsiasi punto vicino alla scala necessaria per affrontare la disgregazione ambientale, ma anche, e forse ancora più importante, tale disaccoppiamento sembra improbabile che accada in futuro. È urgente tracciare le conseguenze di questi risultati in termini di elaborazione delle politiche e allontanarsi con prudenza dal costante perseguimento della crescita economica nei paesi ad alto consumo. Più precisamente, le strategie politiche esistenti volte ad aumentare l'efficienza devono essere integrate dalla ricerca della sufficienza, ovvero la riduzione diretta della produzione economica in molti settori e la riduzione parallela dei consumi che insieme consentiranno la buona vita entro i limiti ecologici del pianeta. Secondo gli autori di questo rapporto e sulla base delle migliori prove scientifiche disponibili, solo tali strategie rispettano il "principio precauzionale" dell'UE, il principio secondo cui quando la posta in gioco è alta e gli esiti incerti, si dovrebbe sbagliare dal punto di vista della cautela .Il fatto che il disaccoppiamento da solo, cioè senza affrontare il problema della crescita economica, non sia stato e non sarà sufficiente a ridurre le pressioni ambientali nella misura necessaria non è un motivo per opporsi al disaccoppiamento (nel senso letterale di separare la curva dalle pressioni ambientali dalla curva del PIL) o le misure che raggiungono il disaccoppiamento - al contrario, senza molte di queste misure la situazione sarebbe molto peggiore. È un motivo di grande preoccupazione per l'attenzione prevalente dei responsabili politici sulla crescita verde, che si basa sul presupposto imperfetto che si possa ottenere un disaccoppiamento sufficiente attraverso una maggiore efficienza senza limitare la produzione e il consumo economici >>.

Un interessante commento lo si può trovare anche sulla Stampa[2] che titola :
<<Il mito della “crescita verde” porterà al collasso ecologico - Negli ultimi vent'anni abbiamo creduto di poter aumentare il PIL riducendo le emissioni. Non è successo e difficilmente accadrà in futuro, come dimostra l’ultimo rapporto dello European Enivronmental Bureau>>.

Dinanzi ad un cammino di decrescita, che viene posto come ineluttabile, molti interrogativi sorgono spontaneamente e qui di seguito se ne riportano soltanto alcuni:
1.       La decrescita è praticabile da singole comunità (nazionali) mentre altre permangono nello status quo?
2.       Le guerre commerciali (e non solo), già in atto o che si profilano in futuro, anche attraverso la massimizzazione della produzione interna e dell’export, minimizzando l’import e puntando alla crescita del PIL (parametro indiscutibile su cui gli ambienti finanziari valutano la solvibilità dei debiti pubblici accumulati) consentiranno mai l’adozione di un virtuoso, volontario e pacifico percorso di decrescita?
3.       Un simile percorso è a sua volta compatibile con la stabilità finanziaria dell’economia globale?
4.       Ammesso che un tale percorso possa essere intrapreso in maniera volontaria, pacifica ed autonoma, il lavoro potrà mantenere gli attuali livelli e essere retribuito in maniera tale da garantire la “sussistenza” di chi la decrescita l’adotta?
5.       Se un esempio concreto di adozione di un tale orientamento di decrescita non viene dalle grandi economie, è possibile che possa essere praticato dalle piccole economie?
6.       L’attuale apparato, non solo di capitalismo democratico, ma di diritto internazionale e diritti umani, potrà essere conservato senza derive verso l’impiego della forza (militare)?




[1] Si omette qui l’aggettivo “felice” – come in voga in taluni ambienti “manipolativi” - per rispetto all’umana intelligenza.

sabato 24 agosto 2019

BLOCKCHAIN E LE CRIPTOVALUTE BITCOIN E LIBRA


Negli ultimi tempi si è fatto un gran parlare di cripto-valute (Bitcoin e ora Libra, la valuta di Facebook) risultato della tecnologia Blockchain.
Oggi è stato depositato lo statuto a Ginevra di Libra, e di questo se ne è parlato come di un  guanto di sfida a Banche centrali e UE dopo che  "la criptovaluta del gigante dei social network, avrebbe attirato l'attenzione dell'antitrust europeo. L'indagine, in fase preliminare starebbe valutando l'impatto sulla concorrenza che potrebbe uscirne danneggiata."(vedasihttps://www.hwupgrade.it/news/web/facebook-libra-avrebbe-attirato-l-attenzione-dell-antitrust-europeo_83989.html)(https://www.repubblica.it/economia/2019/08/21/news/facebook_la_ue_mette_sotto_inchiesta_la_criptomoneta_libra-234062913/)
Si riporta qui di seguito la traduzione di un articolo in lingua inglese che fornisce una lettura di queste nuove tecnologie e cripto-valute.
Traduzione dall’Inglese del testo originale
English
Italiano
Facebook’s currency ensures blockchain is here to stay.

Blockchain isn’t just a new technology, it is a political disrupter that takes away the state’s monopoly on money. Try as they might, governments won’t be able to legislate it away.


By Clem Chambers – E&T Magazine of the Institution of Engineering and Technology -Volume 14 – Issue 7/8 August -September – 2019
°°°   °°°   °°°
One thing about technology in the modern world is that you can’t uninvent it. Cryptocurrency is a genie out of the bottle and it is about to enter a new phase of expansion.
While the price has been flying up and, as I write, down, this has been because of the geopolitics: Iran and the US/China trade war. Where gold would have gone through the roof of the old days, the new go to asset for the fearful is bitcoin. Gold did manage a good rally; but the technology of the blockchain is fast augmenting the “barbarous” metal as “get out of dodge” money. In a world full of societies like Venezuela and Iran, situations like Hong Kong’s protests, and rolling trade rolling, the current highly regulated and penned financial system is desperate for liquid channels like cryptocurrency.

Some people say blockchain technology is no big deal and liken it to the simple programming concept of a “linked list”, where information is chained together. This, in many ways, is true, but it is the addition of encryption, networks and political layers that sets up blockchain as a powerhouse of disruption.

Engineers don’t often make things with direct application to politics. There are weapons, of course, but the main bridges, washing machines, railways and power grids, while having a massive impact on the day-by-day wellbeing of everyone, are not designed to disrupt the political status quo.
Blockchain, on the other hand, comes preloaded with political intent. The idea of decentralization has dramatic implication. Currency decentralization potentially inverts and certainly disrupts the power hierarchy we live under. In the current financial world of markets, resources flow up from the many to the few and the work flows down, kings ride white horses and are rich while peasants dig the soil and are poor. Centralization versus decentralization is a core historical dynamic. Romans versus barbarians, kings versus parliaments, totalitarian versus anarchists: local government versus central government, it’s a long-standing tension. Monopolies controlled by the centralists are levers of power; financial and political, since the beginning of history and money is a central one. Money is a lever; like the state monopoly in violence, and blockchains are about to take this monopoly away. This is by design; bitcoin is engineered as a currency to break this monopoly; the first billion-dollar use-case for blockchain technology.


Bitcoin emergence in 2017 was a cause of alarm across the world. A currency that can’t be debased or issued at will or magicked out of thin air; with many advantages over classic money, is a clear threat to the “droit du seigneur” that governments are accustomed to. It might not be too great a threat to a properly run economy, but in a country with all the economic and political pestilences of a large proportion of the globe, cryptocurrency is a basic threat to a kakistocracy’s stranglehold over resources.


Cryptocurrency has a whole ocean full of unknown unknowns but, like all the other weaponizable tools engineers create, once invented they will be wielded.

So welcome Facebook, a country with more users than the USA, the EU and China put together. Their currency is soon to be released and is called Libra. They’ve got buy-in a lot of big players who they have cut in on the deal. If they get it right, there will be a trillion dollars of Facebook Libra before you can say “privacy is dead”.
It will be a stable coin, meaning it will not jump around in relative value like bitcoin as it will be lashed to a basket of global currencies. This is apparently a good thing and any analyst trying to do a SWOT analysis (strengths, weaknesses, opportunities, threats) will probably note the opportunity and threats surfaces are continental in scale.

A new currency for a population of 2,3 billion people, a financial platform that knows more about you than you do, that prints its own money…is it a social network, is it a bank, is it a financial market?
What’s not to love? Or as the memes go, “What Could Possibly Go Wrong?”.

Just to make it yet more exciting. It is of course just the start. Google must follow, so must Amazon, so must Apple, so must Microsoft, whose “reward points” system look suspiciously like something that could develop in interesting directions.

Trillions of dollars in token currencies will spring up.
Some will say this monster will be banned by legislation but, in reality, this is not a real option. Vouchers can’t be banned.

Technology, while it may be massively disruptive, or perhaps because it is disruptive, always succeeds when it is more efficient. Cryptocurrencies/tokens are more efficient. When you tally up the costs of the financial system as we know it to-day, they are vast. For example, there are 40,000 tonnes of dollar bills alone in circulation, to give you an idea of the scale of costs.
Blockchain and cryptocurrency upend all this, in the same way the internet upended the media. Facebook’s Libra will be just the beginning of the beginning.

La valuta di Facebook conferma che Blockchain è qui per restarci.

Blockchain non è solo una nuova tecnologia, è un disgregatore politico che porta via il monopolio dello stato sul denaro. I governi non saranno in grado d’impedirlo per legge, prova come potrebbero.

Di Clem Chambers - Rivista E&T dell'Institution of Engineering and Technology -Volume 14 - Edizione 7/8 Agosto -Settembre – 2019
°°°   °°°   °°°
Una cosa sulla tecnologia nel mondo moderno è che non puoi dis-inventarla. La cripto-valuta è un genio fuori dalla bottiglia e sta per entrare in una nuova fase di espansione.
Mentre il prezzo è volato in sù e, mentre scrivo, in giù, questo è stato a causa della geopolitica: Iran e guerra commerciale USA / Cina. Dove l'oro avrebbe oltrepassato il tetto dei vecchi tempi, il nuovo va tra gli asset perché il timoroso è il bitcoin. L'oro ha gestito un buon rally; ma la tecnologia della blockchain sta rapidamente aumentando il metallo "barbaro" come denaro "da schivare". In un mondo pieno di società come il Venezuela e l'Iran, situazioni come le proteste di Hong Kong e il rotolamento commerciale, l'attuale sistema finanziario altamente regolamentato e codificato è alla disperata ricerca di canali liquidi come la cripto-valuta.
Alcune persone dicono che la tecnologia blockchain non è un grosso problema e la paragonano al semplice concetto di programmazione di un "elenco collegato", in cui le informazioni sono concatenate insieme. Questo, per certi versi, è vero, ma è l'aggiunta di crittografia, reti e strati politici che fa della blockchain una centrale di disgregazione.
Gli ingegneri spesso non fanno cose per applicazione diretta alla politica. Le armi ci sono, ovviamente, ma i ponti principali, lavatrici, ferrovie e reti elettriche, pur avendo un impatto enorme sul benessere quotidiano di tutti, non sono progettate per interrompere lo status quo politico.
Blockchain, d'altra parte, viene precaricato con intento politico. L'idea del decentramento ha implicazioni drammatiche. Il decentramento valutario potenzialmente inverte e certamente interrompe la gerarchia di potere in cui viviamo. Nell'attuale mondo finanziario dei mercati, le risorse fluiscono in su da molti a pochi e il lavoro scorre in giù, i re cavalcano cavalli bianchi e sono ricchi mentre i contadini vangano il suolo e sono poveri. La centralizzazione contro il decentramento è una dinamica storica fondamentale. Romani contro barbari, re contro parlamenti, totalitari contro anarchici: governo locale contro governo centrale, è una tensione di vecchia data. I monopoli controllati dai centralisti sono leve del potere; finanziario e politico, sin dall'inizio della storia e il denaro ne è una fondamentale. Il denaro è una leva; come il monopolio di stato nella violenza[1], e le blockchain stanno per togliere via questo monopolio. Questo è per progetto; il bitcoin è progettato come una valuta per rompere questo monopolio; il primo caso d'uso da miliardi di dollari per la tecnologia blockchain.
L'emergere di bitcoin nel 2017 è stata una causa di allarme in tutto il mondo. Una valuta che non può essere svalutata o emessa a piacimento o per magia dal nulla; con molti vantaggi rispetto al denaro classico, è una chiara minaccia per il "droit du seigneur"[2] a cui i governi sono abituati. Potrebbe non essere una minaccia troppo grande per un'economia gestita correttamente, ma in un paese con tutte le pestilenze economiche e politiche di gran parte del globo, la cripto-valuta è una minaccia fondamentale per una kakistocrazia[3] strangolata sulle risorse.
La cripto-valuta ha un intero oceano pieno di incognite sconosciute ma, come tutti gli altri strumenti usabili come armi che gli ingegneri creano, una volta inventati verranno maneggiati.
Quindi benvenuti Facebook, un paese con più utenti di Stati Uniti, UE e Cina messi insieme. La loro valuta sarà presto emessa e si chiama Libra. Hanno riscosso un sacco di grandi giocatori che hanno aderito all'accordo. Se lo fanno bene, ci saranno trilioni di dollari nella Libra di Facebook prima che tu possa dire "la privacy è morta".
Sarà una moneta stabile, il che significa che non salterà in giro in termini di valore relativo come bitcoin in quanto sarà legata a un paniere di valute globali. Questa è apparentemente una buona cosa e qualsiasi analista che sta cercando di fare un'analisi SWOT (punti di forza, debolezza, opportunità, minacce) noterà probabilmente l'opportunità e le superfici delle minacce sono di dimensioni continentali.
Una nuova valuta per una popolazione di 2,3 miliardi di persone, una piattaforma finanziaria che sa di te più di te, che stampa i suoi soldi ... è un social network, è una banca, è un mercato finanziario?
Cosa non è da amare? O come dicono i Memi[4], "Che cosa potrebbe eventualmente andare storto?".
Solo per renderlo ancora più eccitante. Ovviamente è solo l'inizio. Google deve seguire, così come Amazon, così deve Apple, così deve Microsoft, il cui sistema di "punti premio" assomiglia sospettosamente a qualcosa che potrebbe svilupparsi in direzioni interessanti.
Trilioni di dollari in valute simboliche spunteranno.
Alcuni diranno che questo mostro sarà bandito dalla legislazione ma, in realtà, questa non è una vera opzione. I voucher non possono essere vietati.
La tecnologia, sebbene possa essere dirompente in modo massiccio, o forse perché è dirompente, riesce sempre quando è più efficiente. Le cripto-valute / token[5] sono più efficienti. Quando calcoli i costi del sistema finanziario come lo conosciamo oggi, sono enormi. Ad esempio, ci sono 40.000 tonnellate di banconote da solo in circolazione, per darti un'idea dell'entità dei costi.
Blockchain e cripto-valuta rovesciano tutto questo, allo stesso modo in cui Internet ha rovesciato i media. La Bilancia di Facebook sarà solo l'inizio dell'inizio.


La tecnologia è “neutrale”, può avere buoni impieghi o cattivi impieghi e se si tratta degli uni o degli altri lo si può comprendere solo dai risultati che produce.
Libra è un nome incoraggiante perché trae origine da “Bilancia”, simbolo di equilibrio e di giustizia. Ma, certamente, solo il nome non basta!
Il residuo di potere che resta nelle mani degli stati del nostro tempo ancora comprende certamente l'uso legittimo della forza ed è difficile credere che essi, in quanto stati, possano lasciarsi sminuire, minacciare o deprivare - proprio nel bel mezzo del diffondersi dei sovranismi - riguardo al potere di conio delle proprie valute senza porre reazione e provvedimento.
Dunque Bitcoin e Libra si pongono come ulteriori elementi di tensione e conflitto nel mondo globale o come strumenti di pacifica aggregazione di interessi comuni?


[1] La traduzione è letterale, ma qui ci si riferisce all’ ”Uso legittimo della Forza”.
[2] Signoraggio
[3] Si presuppone un termine dispregiativo per una élite
[4] In termini più specifici, un Meme sarebbe "un'unità auto-propagantesi" di evoluzione culturale, analoga a ciò che il gene è per la genetica, quindi un elemento di una cultura o civiltà trasmesso da mezzi non genetici, soprattutto per imitazione. La Memetica è la scienza che si occupa dello studio dei Memi.
[5] Per le quali è necessario un'autenticazione per l'effettuazione di operazioni online

venerdì 2 agosto 2019

COSTO DEL GAS PER UTENZA DOMESTICA - DATI RILEVABILI DA BOLLETTE - CONFRONTO CON ALTRI PAESI UE


COSTO DEL GAS PER UTENZA DOMESTICA (SERVIZIO DI TUTELA) - DATI RILEVABILI DA BOLLETTE (ENI GAS - Roma) NEL PERIODO 8/5/2019 – 27/6/2019


La consapevolezza del costo raggiunto dal gas naturale per usi domestici in Italia, non sembra molto diffusa tra gli utenti del sistema energetico nazionale, specie quelli di fascia sociale che godono della MAGGIOR TUTELA e di un consumo bimestrale modesto ( generalmente nella fascia di 50-100 metri cubi (smc.)).
I dati seguenti sono rilevati da bolletta nella zona di Roma per forniture ENI GAS nella fascia di MAGGIOR TUTELA:
- CONSUMO MEDIO MENSILE (UTENZA DOMESTICA) circa:    25 – 50smc.
- COSTO MEDIO UNITARIO DELLA MATERIA GAS NAT. circa:  0,37 €/smc.
- COSTO MEDIO UNITARIO IN BOLLETTA circa:                       1,07 €/smc.

INCIDENZA % MEDIA  DELLE VARIE COMPONENTI
INCIDENZA  MEDIA  IN €/smc.
SUL COSTO MEDIO UNITARIO IN BOLLETTA (fatto pari a 100)


MATERIA ENERGIA
34,5%
0,37
TRASPORTO E GESTIONE CONTATORE
27,5%
0,29
ONERI DI SISTEMA & ALTRE PARTITE
1,5%
0,02
IMPOSTE E IVA
36,5%
0,39
Totale
100%
1,07


Per un opportuno confronto a livello europeo, si riportano qui di seguito due grafici estratti dal Rapporto presentato da Federmanager nel 2019 in occasione di un convegno sul Piano Integrato Nazionale per l’Energia e il Clima (PNIEC).



mercoledì 24 luglio 2019

COSTO DELL’ENERGIA ELETTRICA - DATI RILEVABILI DA BOLLETTE - CONFRONTO CON ALTRI PAESI UE


COSTO DELL’ENERGIA ELETTRICA PER UTENZA DOMESTICA - DATI RILEVABILI DA BOLLETTE (ACEA-Roma) NEL PERIODO 1/4/2019 – 31/5/2019


La consapevolezza del costo raggiunto dall’energia elettrica in Italia, non sembra molto diffusa tra gli utenti del sistema elettrico nazionale, specie quelli di fascia sociale che godono della MAGGIOR TUTELA e di una POTENZA IMPEGNATA di 3 kW (Potenza disponibile generalmente 3,3 kW).
I dati seguenti sono rilevati da bolletta nella zona di Roma per forniture ACEA nella fascia di MAGGIOR TUTELA:
-          CONSUMO MEDIO MENSILE (UTENZA DOMESTICA) circa:     180 – 250 kWh
-          COSTO MEDIO UNITARIO DELLA MATERIA ENERGIA circa:    0,09 €/kWh
-          COSTO MEDIO UNITARIO IN BOLLETTA circa:                          0,20 €/kWh

INCIDENZA % DELLE VARIE COMPONENTI
              SUL COSTO MEDIO UNITARIO IN                 BOLLETTA (fatto pari a 100)
INCIDENZA IN €/kWh


MATERIA ENERGIA
43,62%
0,087
TRASPORTO E GESTIONE CONTATORE
21,89%
0,044
ONERI DI SISTEMA
22,72%
0,045
IMPOSTE E IVA
11,77%
0,024
Totale
100,00%
0,200


Per un opportuno confronto a livello europeo, si riportano qui di seguito due grafici estratti dal Rapporto presentato da Federmanager nel 2019 in occasione di un convegno sul Piano Integrato Nazionale per l’Energia e il Clima (PNIEC).



lunedì 17 giugno 2019

MICROSOFT MATHEMATICS ADD-IN e WIRIS CAS: Una faccenda di "Limiti"

MICROSOFT MATHEMATICS

Nel passaggio da Windows Vista (su cui girava Office 2010) a Windows 10 (su cui gira Office 365) sono scomparse alcune funzionalità e tra queste quella preziosa del pacchetto Microsoft Mathematics che può lavorare sia come calcolatrice stand-alone, sia come add-in nella versione di Word 2010 contenuta in  Office 2010.
Chi ha utilizzato Microsoft Mathematics sa bene che è un'applicazione di cui si può essere grati a Microsoft per averla messa a punto e soprattutto per averla diffusa senza onere alcuno per gli utilizzatori; in un foglio Word assolve al tempo stesso a funzioni di editor e di calcolo, nonché di grafica per funzioni di una o due variabili.
Sui social media si è sviluppato un acceso dibattito al riguardo, che talvolta è sfociato in implorazioni a Microsoft per ripristinare e adattare a Windows 10 e Office 365 questa importante applicazione usata da professori, studenti e appassionati di matematica.
Sui propri siti Microsoft avvisa chiaramente gli utenti che per far "girare correttamente" Microsoft Mathematics è necessario Office 2010 e in particolare Word 2010 per il quale costituisce add-in.
Ciononostante sui social media il dibattito continua imperterrito, senza sosta, aridamente, secondo esperienza, perché non porta frutto.
E' bastato riacquistare legalmente un Office 2010 da Amazon per 22 euro e installarlo nuovamente (su una directory differente da quella su cui si trova Office 365) per constatare che i due sistemi convivono tranquillamente e - magicamente - Microsoft Mathematics torna a funzionare non solo su Word 2010, ma anche nella nuova versione di Word contenuta in Office 365.

Sebbene nel nostro tempo di Rivoluzione Digitale sia necessario affidarsi ad un TUTOR di MATEMATICA, ci si chiede se una tale scelta sia priva di problemi oppure, aldilà del naturale controllo che può derivare solo dalla effettiva conoscenza delle procedure e strumenti che si utilizzano, quando questo viene a mancare, anche solo in parte, non possano insorgere inesattezze od errori, rispetto ad un calcolo manuale convenzionale che è sempre la ultima e vera pietra di paragone in ogni situazione dubbia per garantire sicurezza ed affidabilità.

Qui di seguito si riportano a titolo di esempio situazioni in cui questi TUTOR di MATEMATICA, sembrano inspiegabilmente fornire risultati dubbi, se non del tutto erronei, forse per motivi di sintassi nell'immissione delle istruzioni o per la scorretta (ma inconsapevole) manipolazione di dati, funzioni e procedure, o forse anche perché sebbene progettati per funzioni ad una sola variabile, non sono ancora del tutto idonei ad affrontare ogni caso di funzioni a due variabili.





PROBLEMATICA CON WIRIS CAS

Sebbene non vi sia fatta menzione alcuna nel manuale di istruzione di WIRIS sembra evidente dal seguente prospetto che:

A - dalle equazioni (1) fino a (5), come pure dalle equazioni (13) e (14), che la sintassi 
lim (x, y)0 f (x, y) significa che questo limite è calcolato sulla bisettrice del piano (x, y); ma se così fosse andrebbe emendato il manuale di istruzione;

B - dalle equazioni (6) e (7) fino a (10) la sintassi lim(x)0 lim(y)0 f(x,y) è valida per WIRIS così come è ora in caso di funzioni con due variabili, almeno fintantochè non si tratti di funzione frazionaria; nel qual caso la precedenza del calcolo secondo  xy non metta in luce indeterminazioni (vedasi equazioni (8) e (9) ).






CONCLUSIONI

In tali situazioni il controllo manuale si impone e può essere facilitato dalla ridondante disponibilità ed utilizzo di diversi TUTOR di MATEMATICA che agiscano uno come controllo sui risultati dell'altro attraverso la concordanza dei risultati stessi.