martedì 1 dicembre 2015

I DERIVATI SONO RICCHEZZA VERA ? LA BOLLA DERIVATI SEMBRA NON PREOCCUPARE LE BORSE!


Un interessante articolo del Sole24ore sui derivati
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-11-30/se-quelle-30-banche-valgono-76percento-pil-mondiale-211614.shtml?uuid=AC2wqSkB
Stranamente le grandi potenze economiche europee sono molto più esposte dell'Italia al rischio derivati, ma i "Mercati" sembrano non percepirlo e alcuni osservatori si focalizzano ancora - forse strumentalmente - sul rischio dei "debiti sovrani", ma del vero rischio che comportano i derivati in molti ne parlano malvolentieri.
Basta dare un'occhiata a questi grafici per rendersi conto della situazione :
http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/Online/_Oggetti_Correlati/Documenti/Finanza%20e%20Mercati/2015/11/tabelle.pdf
Secondo quanto riportato da autorevoli quotidiani – sebbene il valore netto sia  molto inferiore -  si  calcola che l'intero mercato di questi strumenti derivati ammonti (dati 2012) a 647 mila miliardi di dollari di valore nominale, 14 volte più grande della capitalizzazione di tutte le Borse dell’intero globo e nove volte più grande del Pil del mondo intero. Si tratta di cifre enormi, di ricchezza avulsa dall'economia reale, che non potrà mai essere esigibile interamente in alcun modo, aldilà della capacità degli Stati (tutta da dimostrare!) di ripagare i propri debiti sovrani . 
Non sembra una contraddizione che “i Mercati” siano così preoccupati dei “debiti sovrani” al punto da emettere, attraverso le agenzie di rating, classifiche e raccomandazioni su chicchessia, e poi ignorare il problema del volume spropositato dei derivati? Come commenta in un vecchio articolo del 2012 il Sole24Ore “si tratta in realtà di contratti che sono stati inventati con uno scopo nobile: "gestire i rischi”. La stragrande maggioranza di questi strumenti, pari a 504mila miliardi di dollari, è costruita su tassi d'interesse: serve dunque a chi vuole trasformare un finanziamento a tasso fisso in variabile, o viceversa. Il resto è dato da derivati su valute (63mila miliardi), su azioni (6mila) e su materie prime (3mila). Ci sono poi i credit default swap (che valgono 28mila miliardi di valore nominale): si tratta di polizze assicurative, usate dagli investitori per coprirsi dal rischio di fallimento di qualunque debitore al mondo.  
Insomma: non esisterebbero derivati "cattivi". Cattivo, però, può esser l'uso che ne viene fatto. (vedi l'articolo di Morya Longo - Il Sole 24 Ore - su http://24o.it/YK81E )”
Viene voglia di dire che i derivati sono così sfuggenti e aleatori che la ricchezza che essi rappresentano può essere ricchezza vera solo in un mondo in pace e fuori da ogni crisi; altrimenti corrono il rischio di essere ricchezza  virtuale ed inesigibile.

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