mercoledì 2 marzo 2016

La globalizzazione ha ucciso l'inflazione rendendo inefficace l'azione delle Banche Centrali?

Quando si argomenta su temi di economia e di finanza si ha la sensazione che la razionalità e talvolta la stessa verità venga piegata alle visioni di parte sottese dai diversi interessi. Sembra si compiano enormi sforzi per convincere la pubblica opinione della centralità di alcuni temi che sono evidentemente artefatti, quasi per deviare e distogliere l'attenzione da altri temi che centrali lo sono veramente, poiché evidenziano una realtà che è sotto gli occhi di tutti.
Si riporta a titolo di esempio questo articolo del Sole24Ore.
http://24o.it/BBiUUC
Sebbene contenga molte verità quali :
  1. La globalizzazione sta riducendo l'abilità delle banche centrali di controllare l'inflazione.(La globalizzazione ha ucciso l'inflazione!).
  2. Le banche centrali non controllano l'inflazione (dimenticando che nella zona euro esse non seguono politiche nazionali e procedure di immissione dettate dagli stati membri dell'UE).
  3. Una maggior integrazione nel mercato significa che le merci importate con prezzi altalenanti hanno più peso sul livello complessivo del carovita, come è evidente per petrolio e alimentari, mentre la profonda integrazione del mercato del lavoro penalizza il potere salariale locale, e l'integrazione finanziaria influenza i tassi a lungo termine.
  4. Tassi più bassi o addirittura negativi non favoriscono investimenti e consumi ma danneggiano in modo irreparabile la sostenibilità finanziaria del settore bancario che non ha modo di ottenere alcun margine di interesse, storicamente la sua naturale fonte di redditività.
  5. Crescenti divaricazioni sociali provocate dagli anni di crisi e il persistere di politiche esclusivamente “finanziarie” hanno contribuito a farle crescere in modo incontrollato.
  6. Se un domani l'inflazione rialzasse la testa, le banche centrali sarebbero capaci di domarla?
non è dato per scontato, però, che esse siano "più vere di altre verità" (eclatanti e paradossali!) sostenute da gente comune nei loro commenti all'articolo :
  • concentrazione della ricchezza estrema 
  • scarsissima mobilità sociale 
  • deflazione 
  • alto debito pubblico 
  • salari in ribasso 
sono il palese effetto della crisi che mostra connotati strutturali. C'è chi si chiede, quindi, se la soluzione, invece, potrebbe essere quella di non dare soldi alle banche, che non sanno che farsene, e stampare invece moneta e farla arrivare direttamente alle famiglie, alle imprese e ai cittadini; si avrebbe il risultato di maggiori consumi, maggiori investimenti, maggiore occupazione,  minori debiti e maggiore risparmio. 

Ma, ovviamente, le soluzioni paradossali e "populiste" sono quelle che hanno meno probabilità di essere attuate.

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