lunedì 17 ottobre 2016

EUROPA : DAL DISSENSO AD UN NUOVO CONSENSO ?

Nel corso dell'incontro, organizzato da associazioni e movimenti di ispirazione cristiana, tenutosi al Camillianum di Roma il 14 u.s. - sul tema "Roma città della Pace", dove si è discusso di migrazione e di sviluppo, anche in chiave europea - era presente il Movimento Federalista Europeo che nella persona del suo Presidente ha tenuto una breve relazione preceduta dalla diffusione di un documento - che viene riportato integralmente qui di seguito - in merito ad una mobilitazione popolare in occasione del 60° anniversario dei Trattati di Roma.

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MOVIMENTO EUROPEO CONSIGLIO ITALIANO
IL PRESIDENTE
00192 ROMA - PIAZZA DELLA LIBERTA’, 13 - TEL.: 06-36001705 - FAX: 06-87755731
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NOTA DEL MOVIMENTO EUROPEO SULLA MOBILITAZIONE POPOLARE EUROPEA IN OCCASIONE DEI SESSANTA ANNI DEI TRATTATI DI ROMA (25 MARZO 2017) 

“CAMBIARE ROTTA ALL’ EUROPA”


Dal dissenso un nuovo consenso

Negli ultimi anni le opinioni pubbliche sono passate da un livello elevato di consenso verso il progetto europeo a un dissenso diffuso in tutta l’Unione. Sono cresciuti gli spazi di azione politica, culturale e sociale di movimenti euro-scettici, europessimisti o nettamente ostili all’integrazione europea. Essi fondano le loro capacità di attrazione sulla paura della perdita di identità da parte dei cittadini negli Stati membri, sull’incapacità del potere politico all’interno degli Stati e nell’Unione europea a fronteggiare i problemi di esclusione sociale, d’impoverimento, di sicurezza dei cittadini, sulla mancanza di identità dell’Europa, sulla distanza fra cittadini, istituzioni europee inefficaci e sistema burocratico dell’UE, su campagne demagogiche di persuasione spesso occulta, sulla valorizzazione del passato delle nazioni e del popolo come unico depositario e detentore diretto della responsabilità di decisioni che riguardano il proprio stato o la propria comunità, sulla paura e sull’ostilità verso l’ “altro” sia esso immigrato o straniero o appartenente a una minoranza, sulla tutela dell’economia nazionale rispetto a quella europea anche attraverso la rinuncia all’Euro. La crescita di questi movimenti si fonda su un malcontento reale e diffuso, sfrutta il senso di delusione e di frustrazione per quello che l’Europa dovrebbe essere e ancora non è e provoca un elevato tasso di astensione al momento del voto. I movimenti euroscettici presenti in modo nettamente più forte nel Parlamento europeo che nei parlamenti e in alcuni partiti nazionali non sono tuttavia la causa ma effetto della disgregazione dell’Unione europea. Il dissenso verso il progetto di integrazione europea ha creato spazi pubblici di dibattito sul modo di essere dell’Europa. All’interno di questi spazi può e deve nascere una coscienza civica europea come riferimento assolutamente necessario a base dell’idea di unità europea e come leva per nuove forme di identità transnazionali in un’unione aperta ad una società internazionale fondata sulla cooperazione fra i popoli e gli Stati. 

La disgregazione dell’Unione

Questo processo è in atto da quasi un decennio e le sue cause sono essenzialmente legate all’assenza di soluzioni a problemi molto gravi che hanno dimensione transnazionale. Essi potrebbero essere così riassunti:

- Il deficit di democrazia, a livello nazionale e europeo, e la mancanza di uno spazio pubblico a livello europeo.
- L’assenza di cooperazione leale fra gli Stati membri e la conflittualità fra diverse aree dell’UE: Nord/Sud, Est/Ovest, Paesi economicamente e finanziariamente solidi/Paesi con problemi di sviluppo interno.
- L’inconsistenza del ruolo dell’Unione europea nel mondo.
- La crisi finanziaria ed economica nell’Eurozona che ha esasperato le diseguaglianze nei redditi e nei patrimoni. 
- L’incapacità dell’Unione di far fronte ai flussi migratori e di rifugiati. - La mancanza di adeguate politiche di inclusione volte a realizzare una vera società multiculturale. 
- L'imposizione dell'austerità con la mancanza di politiche comuni di lotta alla disoccupazione, per la crescita e lo sviluppo sostenibile che ha causato la devastazione del modello sociale in particolare nell’Eurozona rendendo sempre più ricchi coloro che già lo erano e più poveri ed indifesi tutti gli altri. 
- Il flagello del terrorismo cui si accompagna la mancanza del diritto alla sicurezza dei cittadini. 
- L’incertezza del diritto e dei diritti delle persone a cominciare dall’uguaglianza e dalla solidarietà. 

Un’azione comune per l’integrazione 

Noi siamo convinti che sia necessario reagire all’insieme di queste spinte verso la disgregazione con un cambiamento radicale delle attuali politiche dell’UE, divenute delle vere emergenze, con un’azione popolare a sostegno di un reale cambiamento di rotta nel processo di integrazione europea affinché i cittadini europei possano beneficiare dei valori dell’interdipendenza e di una sovranità condivisa, creando le condizioni costituzionali di un loro ruolo attivo nei processi di decisione attraverso, e prima di tutto, di un mutamento profondo dell'attuale processo decisionale, prevedendo delle forme complementari della democrazia rappresentativa, partecipativa, economica, paritaria e di prossimità.
L’azione popolare: 
- deve essere condotta da un vasto movimento di opinione – un’alleanza di innovatori – che nasca dalla società civile: dal mondo del lavoro e dell’economia, della cultura e della ricerca, delle organizzazioni giovanili e studentesche, del terzo settore e del volontariato coinvolgendo tutti coloro che sono consapevoli del valore aggiunto dell’integrazione europea ma pagano i costi della non-Europa; 
- è urgente per fare "un'operazione verità" su quando accaduto e quanto accade, per ripristinare la coesione interna all’Unione europea, ristabilire il consenso e la fiducia dei cittadini verso l’azione dell’UE e verso un processo di integrazione che gestisca insieme le sovranità nazionali già esistenti, che limiti l’eccesso di potere degli Stati laddove ci sono interessi comuni da gestire e tutelare. Un’azione che getti le basi di un’opinione pubblica europea e crei le condizioni politiche e culturali necessarie al rilancio del progetto di unificazione europea ripartendo dall’intuizione del Manifesto di Ventotene; 
- deve essere accompagnata da una precisa assunzione di responsabilità da parte delle forze politiche europee che hanno rinunciato a svolgere il ruolo – assegnato loro dai trattati – di “formare la coscienza politica europea”; 

Ha scritto Spinelli: 
“Evidentemente, non basta che un ordinamento (federale) abbia meriti intrinseci. Perché venga realizzato, occorre vedere se intorno ad esso, a suo sostegno permanente, ci sia da attendersi che si schierino, nella civiltà moderna, imponenti forze vitali, non destinate a dissolversi rapidamente;tali che, per farsi valere, sentano di aver bisogno di quell’ordinamento e siano perciò disposte ad agire per mantenerlo in vigore. Sarebbe inutile costruire un edificio che nessuno fosse poi interessato a conservare, anche se, per qualche favorevole congiuntura, si trovassero forse sufficienti per costruirlo”.

La nostra roadmap (da definire con le organizzazioni promotrici della mobilitazione popolare) - 
Le politiche che vogliamo (a trattato costante): 
- cambiamento del paradigma economico, meccanismo europeo di solidarietà, azioni comuni per immigrati e rifugiati, strumenti di lotta contro il terrorismo e la criminalità, sicurezza esterna, politica euro-mediterranea, ambiente per lo sviluppo, reddito minimo di cittadinanza e servizio civile europeo… 
- L’Europa che vogliamo/il progetto (la nuova agenda per l’Europa politica al di là dei trattati): politica economica e sociale, spazio di libertà e giustizia, bilancio federale, politica estera e di sicurezza sotto il controllo democratico di un governo responsabile di fronte al Parlamento europeo; 
- L’Europa che vogliamo/il metodo costituente 
- L’Europa che vogliamo/i confini della nuova Unione. 

Serve un’Europa più democratica e finalmente federale. Serve un’Europa più solidale, decisa ad agire nell’interesse dei propri cittadini ad affermare un proprio ruolo originale e dinamico nel mondo sempre più globale di oggi e di domani, fondato sui principi e valori della dignità umana, della sostenibilità ambientale e sociale, dell’apertura culturale, dell’universalità dei diritti umani. 

Ha scritto ancora Spinelli: 
“Se si trattasse di creare uno stato unitario, i sentimenti nazionali sarebbero contrari e sarebbe difficile mobilitare forze sufficienti per venirne a capo. L’idea federalista, quantunque profondamente innovatrice, è caratterizzata da un’elasticità tale da permetterle di diventare rapidamente il criterio di distinzione delle forze politiche e delle passioni esistenti, non contrapponendosi ad esse ma impregnandole di sé e rendendole così immuni dalle fatali deficienze dei vecchi ordinamenti. Basterà che a queste forze e passioni nazionali si sappia mostrare che, per l’adeguata risoluzione delle loro esigenze, condizione imprescindibile è la formazione di pochi, semplici, facilmente comprensibili, solidi ed irrevocabili istituti federali”. 

Per queste ragioni, il Movimento europeo – d’intesa con la Gioventù Federalista Europea (GFE) e il Movimento Federalista Europeo (MFE) – lancia un appello ai suoi membri, alle altre organizzazioni della società civile, del lavoro e della produzione e al mondo della politica per una mobilitazione popolare europea a Roma il 25 marzo 2017, eventualmente accompagnata da altre iniziative di cittadini nelle capitali dell’Unione europea, proponendo la costituzione urgente di un comitato promotore e organizzatore. Roma, 30 settembre 2016
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Un breve commento di avvertimento


L'analisi condotta dal Movimento Federalista Europeo sulle ragioni della disgregazione in atto appare molto puntuale e centrata, al punto che potrebbe essere condivisa anche da movimenti cosiddetti "sovranisti" di ispirazione cristiana e che producono di fatto una dicotomia in seno al corpo sociale di coloro che si professano "credenti".
Il riconoscimento da parte del Movimento Federalista Europeo che tali ragioni non costituiscono la causa, ma l'effetto della disgregazione dell’Unione Europea, implica l'esistenza di ragioni concrete che hanno condotto di fatto alla nascita dei cosiddetti "populismi" e la rinuncia a comprendere queste ragioni di fondo, che soggiacciono al loro diffuso avvento ovunque, sarebbe inaccettabile "demagogico riduzionismo". Pertanto, l'operazione da condurre per un recupero del consenso è un'imprescindibile  "Operazione Verità" a tutto campo su quanto accaduto nel corso della crisi, dal 2008 ad oggi e precedentemente ad essa; operazione scientifica e pubblica da mantenere scevra da interessi di parte ed egoismi nazionali, senza la quale sarebbe illusorio pensare ad un ripristino di normalità nell'orientamento del corpo sociale cristiano europeo, che potrebbe giungere solo una volta nota la verità e una volta manifestato il sincero "mea culpa" da parte di coloro che pur avevano ricevuto consenso dai popoli europei per fare dell'Unione un luogo di giustizia, di pace e di sviluppo, nell'equità, nell'unità e nella diversità, ma che purtroppo hanno di fatto deviato dall'originaria impostazione.
L'ecumenismo, memore dell' imperativo conseguente all' "Unum sint", è connaturato ai movimenti di ispirazione cristiana; ma se proprio in seno ad essi nasce una dicotomia e una contrapposizione come sta accadendo, è evidenza di un'esigenza di analisi e di comprensione più profonda.
Occorre quindi essere consapevoli che una "prematura" mobilitazione popolare che non dia poi seguito ad effetti visibili e concreti di mutamento sarebbe non un ausilio per recuperare le ragioni di una Europa Unita, ma per rafforzare le ragioni della disgregazione in atto.

giovedì 13 ottobre 2016

NELLO SCORAMENTO RAMMENTA!

(Ab 1,2-3; 2, 2-4)
Dal libro del profeta Abacuc.
Fino a quando, Signore, implorerò aiuto
e non ascolti,
a te alzerò il grido: «Violenza!»
e non salvi?
Perché mi fai vedere l'iniquità
e resti spettatore dell'oppressione?
Ho davanti a me rapina e violenza
e ci sono liti e si muovono contese.
Il Signore rispose e mi disse:
«Scrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette,
perché la si legga speditamente.
È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila,
perché certo verrà e non tarderà.
Ecco, soccombe colui che non ha l'animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede».

Per non dimenticare


«Saremo un Paese pienamente indipendente, ... essere cittadino del mondo, significa che non si è cittadino di nessun luogo»Theresa May

Vedi:
http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-10-12/dai-mercati-lezione-sovranita-theresa-may-091024.shtml?uuid=ADRPrlaB

lunedì 26 settembre 2016

Tu chi sei, che giudichi il tuo prossimo? Abbiamo tutti ancora molto da imparare!

Tu chi sei, che giudichi il tuo prossimo? (Giac. 4:12)

L’umiltà ci impedisce di oltrepassare il limite della nostra autorità. Se riconosciamo che non spetta a noi giudicare gli altri, non li criticheremo per i loro sbagli né metteremo in dubbio i loro motivi (Luca 6:37). L’umiltà ci aiuta a non essere ‘troppo giusti’, guardando dall’alto in basso quelli che non hanno le stesse capacità o gli stessi privilegi che abbiamo noi (Eccl. 7:16). Gli anziani umili non si considerano superiori ai loro fratelli. Anzi, un bravo pastore “[considera] che gli altri siano superiori” e si comporta come “il minore” (Filip. 2:3; Luca 9:48). Se siamo davvero modesti di cuore, le nostre parole rifletteranno umiltà (Luca 6:45). Nelle conversazioni eviteremo di concentrarci sui successi e sui privilegi che abbiamo (Prov. 27:2). Al contrario, cercheremo il buono nei fratelli e nelle sorelle, e li loderemo per le loro qualità, le loro capacità e i loro risultati (Prov. 15:23). 

FONTE : Sintesi tratta dal sito web dei Testimoni di Geova.https://www.jw.org/it

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COMMENTO :
Potrebbe trattarsi di una fonte qualsiasi, aldilà di quello che è il Credo professato da ciascuno di noi; ma se badassimo ai contenuti, piuttosto che alle apparenze riconosceremmo che si tratta di Parole di Vita su cui meditare nel tentativo di rendere praticabile una società migliore per noi stessi e quelli che verranno.
Abbiamo tutti ancora molto da imparare!

mercoledì 21 settembre 2016

Pistis Sophia : una "scoperta"

La seguente presentazione dell’Edizione nella Biblioteca Adelphi si trova in rete  ed è reperibile al link

http://www.adelphi.it/libro/9788845914997

Pur non appartenendo alla cosiddetta Biblioteca di Nag Hammadi, vastissimo e celeberrimo corpus di manoscritti trovati nel 1945, Pistis Sophia è uno dei testi fondamentali del pensiero gnostico. Anch’essa di area egizia, scritta nel II secolo, l’opera dispiega infatti un sistema cosmogonico e cosmologico che ha pochi eguali per forza visionaria e complessità teologica. All’apice di questo universo vi è un Dio «ineffabile, infinito, inaccessibile» dal quale emana ogni cosa. Sotto di lui si aprono le tre regioni intermedie: quella del «tesoro della luce», celato dietro tre porte vegliate da nove custodi; quella «di destra», con sei grandi principi incaricati di estrarre la luce dagli eoni delle regioni sottostanti e ricondurla al «tesoro»; e quella «di mezzo», dove la vergine luce giudica le anime degne di risalita e quelle condannate all’eterno tormento. Ancora più in basso, ecco appunto «il mondo degli eoni», il nostro mondo dove si consuma il drammatico scontro tra la materia e la luce, a sua volta comprendente la regione «di sinistra» (con gli arconti), quella «degli uomini» e il caos.
Episodio centrale e precipitato simbolico di questa dimensione tragica dell’Essere è proprio il destino di Pistis Sophia. Collocata nel penultimo gradino del sistema – nel dodicesimo eone –, Sophia è desiderosa di tornare nella luce del Padre. Ma nella sua ingenuità commette l’errore di confondere tale luce suprema con quella dell’arconte più malvagio, l’Arrogante, e così viene da questi trascinata nel tredicesimo e ultimo eone, il punto infimo dell’universo. Per riscattarsi dovrà seguire, come tutti gli uomini, il Cristo, che solo può risvegliare chi è caduto sotto il potere degli arconti, decisi a far dimenticare a ogni creatura la sua origine divina.

COMMENTO

Avvicinandosi ai testi gnostici con sincero spirito di ricerca, occorrerebbe veramente invocare la “comprensione” della Verità  e, in caso di errore, la “correzione” di Colui che “Unico” può concederlo.
Lo scritto può apparire profondamente cristiano, al punto di non comprendere se mai  esso possa essere considerato “eretico”, come è avvenuto per la Gnosi nel corso dei secoli a partire dall’avvento del Cristianesimo, che “spacco” letteralmente il mondo ebraico già naturalmente diviso.
Si ritrovano nel testo i concetti:
  • -           dell’universalità della Salvezza specie nelle parole del Cristo alle incomprensioni di Andrea (vedasi “Perdono e perdonerò”).
  • -          dell’Unità e l’Unicità dell’Ineffabile - nonostante le copiose  membra – e quindi l’Unicità del Corpo Divino.
  • -          dell’Onore a ciascuno secondo l’onore assegnato nell’ambito di un unico corpo con più membra.

La caduta di Sophia, però, appare determinata dall’aspirazione a raggiungere una luce più alta della posizione in cui era stata collocata; in definitiva un’aspirazione che può essere considerata come “mossa dalla superbia”; sentimento che è contrario ai sentimenti di umiltà con cui andava accettata la posizione ad essa assegnata dall’Alto.
Il tentativo di raggiungere quella “Luce” l’ha, invece, portata più in basso, dove è caduta nella trappola degli Arconti e delle loro angherie.
La liberazione avviene, dopo un lungo e sentito pentimento e molte peripezie, ad opera del Primo Mistero, che interviene a portare la Giustizia, intesa come “Ripristino dell’Ordine Iniziale”; ripristino dell'ordine che comunque non avviene immediatamente, ma solo dopo diverse fasi intermedie, in ogni caso condite da contrizione e sincero rammarico, da parte di Sophia, accompagnato a lodi per la Misericordia mostrata nei suoi confronti.

Il tutto si realizza in un contesto di di fortificazione della Fede e nel riconoscimento dei meriti della Divina Misericordia.

martedì 13 settembre 2016

USURA

Da poco sono scomparsi i titoloni su tutti i giornali : 82 miliardi di euro il giro d'affari dell'usura in Italia. Addolora non solo il dato in sé, ma soprattutto sentir dire - come è accaduto in qualche pubblico dibattito - che potrebbero essere le stesse banche sotto "mutate spoglie" a "dirigere l'orchestra" per supplire ad una scarsa redditività degli investimenti dovuta ai bassi tassi di remunerazione del capitale che si registrano già da lungo tempo sui mercati finanziari. Non c'è più da sorprendersi di nulla, nemmeno dell'inedia della magistratura al riguardo, ammesso che il fenomeno vero sia effettivamente quello descritto!
Ma l'usura più pericolosa che si registra è quella dello spirito della gente, che ogni giorno è soggetta ad un bombardamento di notizie, vere o presunte che logorano e approfondiscono il clima di sfiducia, il tutti contro tutti che ne deriva. Ed è in questo clima che teorici e politici, reduci di un tempo che fu, spinti da un cinico realismo, vedono profilarsi all'orizzonte, non solo  per questo Paese, ma per l'intera società umana, due sole alternative : l'adesione ad una "aperta" società globale formalmente democratica, ma sostanzialmente illiberale (in cui i diritti sono solo "teoria") o in alternativa divenire preda di forze "occulte" e autocratiche assimilabili a regimi nazi-fascisti del passato.
LIBERA NOS A MALO!

giovedì 8 settembre 2016

ZEITGEIST : "POTERE ATTRAVERSO LA PAURA" - A chi può far comodo un Mondo divenuto così?

Dopo un'intera esistenza coltivata nella visione e nella concreta aspettativa di un Mondo ragionevole e clemente per tutti, che alla lunga avrebbe liberato l'uomo dalle sue "catene", è cambiato qualcosa "in profondità" e siamo piombati nell'epoca presente, dove lo Spirito del Tempo sembra suggerire un "Potere attraverso la Paura".
La disoccupazione ed il precariato dilagante costringono in povertà intere famiglie che in assenza di sussidi vivono di carità, mentre i diseredati del mondo, sradicati dalla loro terra e dal loro ambiente, corrono a reclamare quel pezzo di vita che ritengono sia stato loro rubato dalla guerra, dalla discriminazione e dalle economie rapaci, dalla mancanza di opportunità e dalle circostanze.
Le Chiese e le città d'Europa sono divenute presidi militari. L'insicurezza, se non la paura domina nell'animo della gente comune. La Verità è distorta dall'interesse di parte anche nelle istituzioni più insospettabili. L'immagine e il "Sogno" sono divenuti prevalenti rispetto ai contenuti e alla realtà che viviamo.
La fiducia nei confronti della gente, delle istituzioni e del futuro è ai minimi termini e "cleptocrazia" e "arrivismo" sono divenuti così pervasivi da assurgere a fenomeni sociologicamente investigabili.
C'è chi riferisce come lo spirito del tempo indichi la monetizzazione di ogni cosa, visto che ormai si comprano  non soltanto più semplici prodotti o servizi, ma addirittura (voci che corrono!) una posizione sociale o dirigenziale, un posto di lavoro sicuro o un seggio in parlamento e tutto ciò nell'ambito di una distorta nozione di "servizio", per di più reso spesso a chi non ne ha merito e capacità, ammesso che in una visione in cui "tutto ci è stato donato" i meriti e le capacità abbiano ancora un valore.
Non è una visione apocalittica della nostra società, bensì fatti che si colgono vivendo dentro questo Mondo, dove tali comportamenti sono giustamente criticati, salvo non esitare poi a farvi ricorso - sospinti dal proprio "bisogno" - non appena quegli stessi comportamenti sono riscoperti funzionali al proprio interesse contingente. Fuggendo la propria auto-immolazione, sembra non possa esistere altra alternativa che tentare il "carpe diem", cercando di "sopravvivere al meglio" nel proprio ambiente e nelle proprie date condizioni. Ma a chi può far comodo un Mondo divenuto così? E soprattutto : un Mondo così può essere raddrizzato semplicemente dall'intervento umano?
Abbiamo solo la Speranza dalla nostra parte, e speranza nella Speranza: che non giunga  il primo squillo di tromba e non inizino a dischiudersi i setti Sigilli della Fine dei Tempi.